Cookie Consent by Free Privacy Policy website Crisi in Medioriente - Pagina 10
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Discussione: Crisi in Medioriente

  1. #181
    Sovrannaturale L'avatar di francamdar
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    Citazione Originariamente Scritto da macedone Visualizza Messaggio
    SI... Ma adesso si stanno ammazzando tra loro... Non centra Israele... Per ora chiaramente...
    a questo proposito é molto interessante un'articolo di Uri Avnery (fondatore di Gush Shalom) pubblicato sul manifesto
    Hamastan nella Striscia: i porcellini d'India e le lacrime di coccodrillo

  2. #182
    Utopico L'avatar di macedone
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    Fatt' i cazzi toi!!!
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    a questo proposito é molto interessante un'articolo di Uri Avnery (fondatore di Gush Shalom) pubblicato sul manifesto
    Hamastan nella Striscia: i porcellini d'India e le lacrime di coccodrillo
    Uhm.... Insomma... Il problema è che non c'è una guerra civile, c'è una guerra tra due fazioni per il potere in mezzo alla quale ci rimette più di tutti la popolazione civile... Ergo... Non tutti reagiscono come gli animali... Ci sono anche milioni di persone che se ne scappano... Quando possono... Ora mi sfugge il numero preciso, ammesso che un numero preciso ci sia, ma non sono centinai di migliaia quelli ceh sono fuggiti nei paesi vicini... Altri che cercano di tirare avanti senza uccidere propri simili, ma è chiaro che in quelle condizioni la violenza è quotidianetà e che saremmo ipocriti a dire che non siamo responsabili anche in parte noi, come UE.
    abbasta co'sto feisbuc
    adotta anche tu uno juventino
    disse la vecchia signora "30 sul campo 20 di bocca"


  3. #183
    Sovrannaturale L'avatar di francamdar
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    Predefinito Una risposta aperta a A.B. Yehoshua - 21/01/09

    di Gideon Levy – «Haaretz»

    Caro Bulli,
    Grazie per la tua lettera franca e per le parole gentili. Dici che è stata scritta da una «posizione di rispetto» e pure io rispetto profondamente i tuoi splendidi lavori letterari. Ma purtroppo ho molto meno rispetto per la tua attuale posizione politica. È come se il potente, incluso tu, abbia dovuto soccombere ad una grande e terribile conflagrazione che ha consumato qualsiasi rimasuglio dell'ossatura morale.




    Anche tu, stimato autore, sei caduto preda della sciagurata ondata che ci ha sommerso, stupefatto, accecato e lavato il cervello. In effetti tu giustifichi la più brutale delle guerre che Israele abbia mai combattuto e nel fare ciò sei compiaciuto della fraudolenta affermazione che "l'occupazione di Gaza sia finita" e giustifichi gli assassini di massa evocando l'alibi che "Hamas confonda deliberatamente i suoi combattenti fra la popolazione civile". Tu stai giudicando una popolazione senza speranza cui viene negato un governo e un esercito (che include un movimento fondamentalista che usa mezzi impropri per combattere una giusta causa, cioè la fine dell'occupazione) nello stesso modo in cui giudichi una potenza regionale che considera se stessa umanitaria e democratica ma che ha dimostrato di essere un conquistatore brutale e crudele. Da israeliano io non posso ammonire i loro leader mentre le nostre mani sono insanguinate, né io voglio giudicare Israele e i palestinesi nel tuo stesso modo.

    Gli abitanti di Gaza non hanno mai avuto proprietà del "loro pezzo di terra", come tu scrivi.
    Abbiamo lasciato Gaza per i nostri interessi e per i nostri bisogni e li abbiamo imprigionati. Abbiamo tagliato fuori il loro territorio dal resto del mondo ed abbiamo occupato la Cisgiordania, e non abbiamo permesso loro di costruire un porto o un aeroporto. Controlliamo l'anagrafe della loro popolazione e la loro moneta (per non parlare del loro esercito) e tu riesci a dire che l'occupazione è finita? Abbiamo schiacciato il loro sostentamento, li abbiamo assediati per due anni, e tu dici che "hanno espulso l'occupazione israeliana"? L'occupazione di Gaza ha solo cambiato forma: un recinto anziché degli insediamenti. I carcerieri montano di guardia al di fuori anziché al di dentro.

    No, io non so "molto bene" come tu scrivi che noi non volevamo uccidere bambini. Quando si impiegano carri armati, artiglieria ed aerei in una zona così densamente popolata non si può evitare di uccidere bambini. Capisco che la propaganda israeliana ti abbia ripulito la coscienza ma non ha ripulito la mia né quella della maggior parte del mondo. Gli effetti, e non le intenzioni, sono ciò che conta, e questi sono stati orrendi. «Se tu fossi stato davvero preoccupato per la morte dei nostri bambini e dei loro», scrivi, «avresti compreso la guerra in corso». Neppure nel peggiore dei tuoi passaggi letterari, e ce ne sono stati alcuni, avresti potuto evocare un argomento morale più disonesto: che l'assassinio di bambini venga compiuto a causa della preoccupazione per il loro destino. "Eccolo di nuovo, che ancora scrive di bambini" devi aver pensato questo weekend quando son tornato a scrivere sull'uccisione di bambini. Sì, bisogna scriverlo. Bisogna urlarlo. Bisogna farlo per il bene di entrambi.

    Questa guerra secondo te è «l'unico modo per indurre Hamas alla comprensione». Se anche ignorassimo il tono accondiscendente della tua tesi, mi sarei aspettato di più da uno scrittore. Mi sarei aspettato che uno scrittore rinomato avesse più familiarità con la storia delle sommosse nazionali: non si possono reprimere forzatamente. Nonostante tutta la forza distruttiva che abbiamo usato in questa guerra, non vedo ancora come possiamo avere convinto i palestinesi: i Qassam ancora vengono lanciati su Israele. Sia loro che il mondo hanno chiaramente appreso qualcosa su di noi nelle ultime due settimane: che Israele è un paese pericoloso, violento e senza scrupoli.

    Vorresti vivere in un paese con una simile reputazione? Un paese che orgogliosamente annuncia di essere "impazzito", come qualche ministro israeliano ha detto riguardo alle operazioni militari a Gaza? Io no.

    Hai scritto che sei sempre stato preoccupato per me perché io viaggio in «posti così ostili». Questi posti sono meno ostili di quanto tu creda se uno ci va armato di nient'altro che della volontà di ascoltare. Io non ci sono andato per «raccontare la storia delle afflizioni dell'altra parte», ma per dar conto dello stesso nostro operato. Questa è sempre stata la base molto israeliana del mio lavoro.

    Infine mi chiedi di conservare il mio "vigore morale". Non è la mia immagine che io desidero proteggere, ma quella del nostro paese, che è ugualmente cara ad entrambi noi.

    Con amicizia, nonostante tutto,
    Gideon Levy

    traduzione di Manlio Caciopo per Megachip






    Originale:
    Gideon Levy / An open response to A.B. Yehoshua, «Haaretz», 18/01/2009:
    http://www.haaretz.com/hasen/spages/1056269.html

    lettera di Yeoshua in italiano:
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ne=29&sezione=



    ________________________________________________

    Would you be able to live like this?

    per leggere le relazioni ONU sullo stato delle cose a Gaza vedi sopra

    ________________________________________________

    La proprietà di un gentile (non ebreo), secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno e il primo ebreo che passa può prendersela. (Talmud, Schulcan Amen 156)

    Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo.
    (Levitico XDC,13)

    Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un non ebreo. Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani. (Talmud, BabaKama, 113a, 113b)

    Tutti i non ebrei sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.
    (Talmud, Yebamoth, 98°)

    Anche il migliore dei Goyim (non ebrei) dovrebbe essere ucciso.
    (Talmud, Abhodah Zarah, 26b)
    Ultima modifica di francamdar; 22-01-2009 alle 21:41

  4. #184
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  5. #185
    Extraterrestre L'avatar di Hendeling
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar Visualizza Messaggio
    di Gideon Levy – «Haaretz»

    Caro Bulli,
    Grazie per la tua lettera franca e per le parole gentili. Dici che è stata scritta da una «posizione di rispetto» e pure io rispetto profondamente i tuoi splendidi lavori letterari. Ma purtroppo ho molto meno rispetto per la tua attuale posizione politica. È come se il potente, incluso tu, abbia dovuto soccombere ad una grande e terribile conflagrazione che ha consumato qualsiasi rimasuglio dell'ossatura morale.

    Anche tu, stimato autore, sei caduto preda della sciagurata ondata che ci ha sommerso, stupefatto, accecato e lavato il cervello. In effetti tu giustifichi la più brutale delle guerre che Israele abbia mai combattuto e nel fare ciò sei compiaciuto della fraudolenta affermazione che "l'occupazione di Gaza sia finita" e giustifichi gli assassini di massa evocando l'alibi che "Hamas confonda deliberatamente i suoi combattenti fra la popolazione civile". Tu stai giudicando una popolazione senza speranza cui viene negato un governo e un esercito (che include un movimento fondamentalista che usa mezzi impropri per combattere una giusta causa, cioè la fine dell'occupazione) nello stesso modo in cui giudichi una potenza regionale che considera se stessa umanitaria e democratica ma che ha dimostrato di essere un conquistatore brutale e crudele. Da israeliano io non posso ammonire i loro leader mentre le nostre mani sono insanguinate, né io voglio giudicare Israele e i palestinesi nel tuo stesso modo.

    Gli abitanti di Gaza non hanno mai avuto proprietà del "loro pezzo di terra", come tu scrivi.
    Abbiamo lasciato Gaza per i nostri interessi e per i nostri bisogni e li abbiamo imprigionati. Abbiamo tagliato fuori il loro territorio dal resto del mondo ed abbiamo occupato la Cisgiordania, e non abbiamo permesso loro di costruire un porto o un aeroporto. Controlliamo l'anagrafe della loro popolazione e la loro moneta (per non parlare del loro esercito) e tu riesci a dire che l'occupazione è finita? Abbiamo schiacciato il loro sostentamento, li abbiamo assediati per due anni, e tu dici che "hanno espulso l'occupazione israeliana"? L'occupazione di Gaza ha solo cambiato forma: un recinto anziché degli insediamenti. I carcerieri montano di guardia al di fuori anziché al di dentro.

    No, io non so "molto bene" come tu scrivi che noi non volevamo uccidere bambini. Quando si impiegano carri armati, artiglieria ed aerei in una zona così densamente popolata non si può evitare di uccidere bambini. Capisco che la propaganda israeliana ti abbia ripulito la coscienza ma non ha ripulito la mia né quella della maggior parte del mondo. Gli effetti, e non le intenzioni, sono ciò che conta, e questi sono stati orrendi. «Se tu fossi stato davvero preoccupato per la morte dei nostri bambini e dei loro», scrivi, «avresti compreso la guerra in corso». Neppure nel peggiore dei tuoi passaggi letterari, e ce ne sono stati alcuni, avresti potuto evocare un argomento morale più disonesto: che l'assassinio di bambini venga compiuto a causa della preoccupazione per il loro destino. "Eccolo di nuovo, che ancora scrive di bambini" devi aver pensato questo weekend quando son tornato a scrivere sull'uccisione di bambini. Sì, bisogna scriverlo. Bisogna urlarlo. Bisogna farlo per il bene di entrambi.

    Questa guerra secondo te è «l'unico modo per indurre Hamas alla comprensione». Se anche ignorassimo il tono accondiscendente della tua tesi, mi sarei aspettato di più da uno scrittore. Mi sarei aspettato che uno scrittore rinomato avesse più familiarità con la storia delle sommosse nazionali: non si possono reprimere forzatamente. Nonostante tutta la forza distruttiva che abbiamo usato in questa guerra, non vedo ancora come possiamo avere convinto i palestinesi: i Qassam ancora vengono lanciati su Israele. Sia loro che il mondo hanno chiaramente appreso qualcosa su di noi nelle ultime due settimane: che Israele è un paese pericoloso, violento e senza scrupoli.

    Vorresti vivere in un paese con una simile reputazione? Un paese che orgogliosamente annuncia di essere "impazzito", come qualche ministro israeliano ha detto riguardo alle operazioni militari a Gaza? Io no.

    Hai scritto che sei sempre stato preoccupato per me perché io viaggio in «posti così ostili». Questi posti sono meno ostili di quanto tu creda se uno ci va armato di nient'altro che della volontà di ascoltare. Io non ci sono andato per «raccontare la storia delle afflizioni dell'altra parte», ma per dar conto dello stesso nostro operato. Questa è sempre stata la base molto israeliana del mio lavoro.

    Infine mi chiedi di conservare il mio "vigore morale". Non è la mia immagine che io desidero proteggere, ma quella del nostro paese, che è ugualmente cara ad entrambi noi.

    Con amicizia, nonostante tutto,
    Gideon Levy

    traduzione di Manlio Caciopo per Megachip






    Originale:
    Gideon Levy / An open response to A.B. Yehoshua, «Haaretz», 18/01/2009:
    http://www.haaretz.com/hasen/spages/1056269.html

    lettera di Yeoshua in italiano:
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tm...ne=29&sezione=



    ________________________________________________

    Would you be able to live like this?

    per leggere le relazioni ONU sullo stato delle cose a Gaza vedi sopra

    ________________________________________________

    La proprietà di un gentile (non ebreo), secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno e il primo ebreo che passa può prendersela. (Talmud, Schulcan Amen 156)

    Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo.
    (Levitico XDC,13)

    Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un non ebreo. Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani. (Talmud, BabaKama, 113a, 113b)

    Tutti i non ebrei sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.
    (Talmud, Yebamoth, 98°)

    Anche il migliore dei Goyim (non ebrei) dovrebbe essere ucciso.
    (Talmud, Abhodah Zarah, 26b)

    Grazie! Emozionante.

    Quoto.

  6. #186
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    http://www.corriere.it/esteri/09_gen...4f02aabc.shtml


    Jerusalem Post: Difesa smentisce reportage italiano

    Roma, 22 gen. (Apcom) - L'esercito israeliano ha dichiarato oggi che le vittime palestinesi dell'offensiva "Piombo Fuso" su Gaza sono circa 1.300, di cui molte sono uomini armati affiliati a gruppi radicali. Lo riporta il Jerusalem Post facendo riferimento al reportage dell'inviato a Gaza Lorenzo Cremonesi pubblicato sul Corriere della Sera di oggi, secondo cui il numero delle vittime complessive non supera la soglia di 600.

    L'ufficio della Difesa israeliana responsabile per il coordinamento e l'amministrazione su Gaza ha già compilato una lista con i nomi di circa 900 vittime palestinesi uccise durante le tre settimane di offensiva; 750 di queste sarebbero militanti di Hamas.

    Secondo la Difesa dello stato ebraico circa i tre quarti delle vittime sarebbero state legate al movimento islamico che controlla Gaza o ad altre formazioni militanti come la Jihad Islamica. Almeno 500 degli uccisi sarebbero stati uomini armati di Hamas.

    Nel suo reportage, Cremonesi ha inoltre spiegato che in base agli ospedali visitati nella Striscia di Gaza, il numero dei feriti sarebbe ben inferiore ai 5.000 riferiti da Hamas, e riportati dalle Nazioni Unite e dalla Croce Rossa.
    The Link's copyier

  7. #187
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    Citazione Originariamente Scritto da Lettera di Arjan El Fassed Nelson Mandela al giornalista Thomas Friedman sull’apartheid in Israele

    "Caro Thomas (Friedman), so che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva israeliana, devi sapere quello che io penso.
    Da dove cominciare?
    Che ne dici del 1964?
    Lascia che ti citi le mie parole durante il processo contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora:

    "Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto contro la dominazione dei neri.
    Ho vissuto con l'ideale di una societa' libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in armonia e con uguali opportunita'.
    E' un ideale che spero di realizzare.
    Ma, se ce ne fosse bisogno, e' un ideale per cui sono disposto a morire".

    Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della democrazia.

    Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione alla situazione in Palestina o, piu' specificamente, ai rapporti tra palestinesi ed israeliani. Questo accade perche' tu, erroneamente, ritieni che il problema palestinese sia iniziato nel 1967. Sembra che tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del 1948, la componente piu' importante dei quali e' il Diritto al Ritorno dei profughi palestinesi.

    Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano per uno "stato", ma per la liberta', l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani.

    Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranita' israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.

    Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione". Il valore della separazione e' misurato in termini di abilita', da parte di Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure.

    Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano gia' due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprieta' ed alla terra. La proprieta' palestinese non e' riconosciuta come proprieta' privata perche' puo' essere confiscata. Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entita' ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano.

    Lo stato palestinese non puo' essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perche' Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico.

    L'apartheid e' un crimine contro l'umanita'. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprieta' e della loro liberta'. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini.

    La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare di una pace giusta e durevole in Medio oriente.

    Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non saro' piu' indulgente con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la democrazia, ti sosterro'. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterro'. Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica, noi ci opporremo a te.

    Quando deciderai cosa fare, chiamami."
    Lettera di Nelson Mandela
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    disse la vecchia signora "30 sul campo 20 di bocca"


  8. #188
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    Citazione Originariamente Scritto da Lettera di Arjan El Fassed Nelson Mandela al giornalista Thomas Friedman sull’apartheid in Israele

    "Caro Thomas (Friedman), so che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva israeliana, devi sapere quello che io penso.
    Da dove cominciare?
    Che ne dici del 1964?
    Lascia che ti citi le mie parole durante il processo contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora:

    "Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto contro la dominazione dei neri.
    Ho vissuto con l'ideale di una societa' libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in armonia e con uguali opportunita'.
    E' un ideale che spero di realizzare.
    Ma, se ce ne fosse bisogno, e' un ideale per cui sono disposto a morire".

    Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della democrazia.

    Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione alla situazione in Palestina o, piu' specificamente, ai rapporti tra palestinesi ed israeliani. Questo accade perche' tu, erroneamente, ritieni che il problema palestinese sia iniziato nel 1967. Sembra che tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del 1948, la componente piu' importante dei quali e' il Diritto al Ritorno dei profughi palestinesi.

    Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano per uno "stato", ma per la liberta', l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani.

    Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranita' israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.

    Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione". Il valore della separazione e' misurato in termini di abilita', da parte di Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure.

    Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano gia' due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprieta' ed alla terra. La proprieta' palestinese non e' riconosciuta come proprieta' privata perche' puo' essere confiscata. Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entita' ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano.

    Lo stato palestinese non puo' essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perche' Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico.

    L'apartheid e' un crimine contro l'umanita'. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprieta' e della loro liberta'. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini.

    La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare di una pace giusta e durevole in Medio oriente.

    Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non saro' piu' indulgente con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la democrazia, ti sosterro'. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterro'. Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica, noi ci opporremo a te.

    Quando deciderai cosa fare, chiamami."
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