“Giù dal carro, giù dal carro!”. Ormai su Telelombardia o Antenna 3 sta diventando un tormentone, pronunciato sia da chi sta in studio così come da coloro che inviano mail o telefonano da casa. “Chirico, giù dal carro!”.
Tradotto, per chi si è perso le puntate precedenti: dopo tutto ciò che ti sei permesso di dire e fare contro Ranieri (vedi t-shirt con scritta Please, mr Tinkerman Go Home!) ora guardati bene dal godere di questo primo posto della tua Juve, guai a te a salire sul carro dei vincitori. Si esigono, come minimo, le dovute scuse al mister, accompagnate magari da genuflessioni e preghiere, tipo “o divino Claudio, abbi pietà di questo tapino che ti mancò di rispetto invocando persino la tua immediata epurazione”. Insomma: tutti gli juventini d’Italia possono fieramente festeggiare il ritorno in vetta alla classifica, io no. Come se all’improvviso, in questo Paese, fosse stato abolito il sano, democratico e legittimo diritto di critica.
No, cari i miei censori, non chiedo scusa a Ranieri. E mica per superbia o per orgoglio, men che meno per una questione di principio o di rivalsa personale nei confronti del tecnico bianconero – a cui, e non lo dico per ottenerne indulgenza, ho sempre riconosciuto serietà e preparazione – semplicemente perché ritengo di aver fatto bene. Proprio così, di aver fatto la cosa giusta. Perché erano, e continuano ad essere ancora oggi, inspiegabili 27 giorni di astinenza dalla vittoria della Signora Juventus. La medesima Juve che, poi, dopo le sonore strigliate pronunciate in diretta tv dal sottoscritto – e accompagnate, se non ricordo male (vero, crocerossine dell’ultim’ora?) dal consenso della stragrande maggioranza di tifosi bianconeri – ha infilato il fantastico settebello di vittorie. Sottolineo: la medesima Juve, falcidiata come quella della crisi dagli infortuni. Senza Buffon, Camoranesi, Trezeguet, Zanetti, Zebina, Legrottaglie per diverse partite e tutti gli altri aggiuntisi strada facendo. Ma - soprattutto - senza uno straccio di gioco.
Chi adesso mi spinge giù dal carro e snocciola sentenze mi spieghi perché, tutto d’un tratto, quella stessa squadra ha ritrovato compattezza, grinta, rabbia, determinazione e un’autorevolezza nel modo di stare in campo sconosciute fino a Napoli. E perché mister Ranieri non sbaglia più né formazione né cambi? Se era deficiente prima, ora non può essere diventato Einstein. Se l’è riconosciuto da solo.
Allora ve lo dico io: bisognava suonare la sveglia, servivano quattro bei moccoli gridati a muso duro all’allenatore in modo da fargli capire che così non poteva andare avanti, che il terzo posto dell’anno scorso non poteva essere un alibi (e resto dell’idea che poco fece per puntare a qualcosa di meglio), che doveva piantarla di litigare coi senatori e darsi una mossa. La doccia scozzese ha sortito l’effetto voluto. E un “bravo” adesso gli spetta di diritto. Pure la buonanima di mio padre mi rimproverava di brutto se non davo esami all’Università, minacciando di cacciarmi di casa: bene, mi chiusi in casa, diedi tutti gli esami e mi laureai a pieni voti. Il mio piccolo scudetto lo vinsi anche grazie a quelle sculacciate. Adesso, da tifoso appassionato di Nostra Signora, mi sono sentito in dovere di fare un bel “cazziatone” al nostro mister, e a quanto pare è servito.
Quanto al carro, state tranquilli, non ci salgo. Troppo lento, troppo affollato tipo carro-bestiame. Preferisco seguire in auto, con bandiera bianconera fuori dal finestrino. Perché, se permettete, sulla mia macchina faccio quello che mi pare.
Marcello Chirico
Direttore di Nerosubiancoweb.com