tecnicamente si è indipendente...Pelè è tutto del Porto (girato dall'inter come contropartita per quaresma) che lo aveva dato in prestito in inghilterra a gennaio
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pelè è ottimo..:sisi:
che operazioni amisci..:esd:
quel poco che ho visto a me è piaciuto..:sisi:
:esd:
NOTIZIA FLASH
Maldini: "La Champions senza Kakà è un'utopia"
L''ex capitano del Milan: "La cessione di Ricky è un brutto colpo". Poi attacca Galliani
Tra poco l’approfondimento
(gazzetta)
sì,sì...approfondiamo :esd:
Ma sto Mosca dei poveri. :esd:
bella questa storia del "tra poco l'approfondimento" per decuplicare i contatti del sito:sisi:
direi che funziona :esd:
ma non capisco Maldini (che sicuramente ha ragione): ha fatto l'aziendalista per anni arrivando alla spaccatura con la curva e adesso, 10 giorni dopo aver smesso fa polemica sulle scelte della società :suspi:
magari punta al posto di galliani:asd:
secondo me Maldini,essendo uno della vecchissima guardia,è legato alla figura di Berlusconi e molto meno a quella di Galliani.Il pelatone poi non lo ha difeso dopo la porcheria che hanno combinato i tifosi nella partita di addio...
Insomma secondo me Maldini è aziendalista perchè Galliani gli sta sulle balle ma per il bene del Milan non l ha detto a nessuno per anni :D
Certo che il calciomercato quest'anno è partito proprio bene...
Kakà ceduto in un batter d'occhio, Pirlo disposto a raggiungere Carletto al Chelsea, Pato già con mezzo piede lontano da Milanello, Maicon che se ne vuole andare, Ibrahimovic che forse va, Lavezzi si sente tradito...
Insomma...tutti che se ne vogliono andare dall'Italia se non arrivano cospicui aumenti di stipendio.
Andiamo bene...ora di fine Agosto rimarrà qualche campioncino?
E cmq...maledetti procuratori :sisi:
Maldini: "Senza Kakà
la Champions è utopia"
Nella conferenza stampa d'addio a San Siro, l'ex capitano rossonero non nasconde la sua profonda delusione per la cessione del brasiliano: "E' un cambiamento epocale". Poi torna sulle contestazioni di Milan-Roma e sul suo attacco alla società: "Credo che Galliani l'abbia presa come una cosa personale"
MILANO, 10 giugno 2009 - Una valle di lacrime. Il giorno dopo l'addio di Kakà, Paolo Maldini si congeda dal calcio senza nascondere un certo pessimismo. "Per il Milan è un cambiamento epocale - afferma nella conferenza stampa di San Siro -. Pensare di vincere la Champions League senza Kakà può essere utopistico". Il capitano rossonero uscente si esprime così sulla trattativa che ha portato il brasiliano al Real Madrid. "Kaká è uno dei primi cinque giocatori del mondo, è il primo di questo livello che viene ceduto. E gli altri quattro non si muovono". Pausa e aggiunge: "Quando si è ritirato Franco Baresi, io mi sono sentito perso: vedevo tutto nero. Poi, però, il Milan ha saputo ripartire. Questa società è sempre andata avanti alla grande: capisco il momento, ma se sarà gestita come è stata gestita sinora la storia continuerà".
gli ultra' e galliani — Inevitabile tornare su quel Milan-Roma e le farneticanti contestazioni da parte di un manipolo di ultrà. Ma anche sul suo sentirsi solo e abbandonato dalla società. "Beh, mi aspettavo qualcosa di diverso. Credo che Galliani l'abbia presa come una cosa personale. Ma la società, il Milan, non credo sia identificabile in una sola persona, ha i suoi dirigenti e le sue persone. Le parole di Berlusconi mi hanno invece messo a mio agio, con il cuore in pace, ha detto le cose che avrei voluto sentire". E a proposito del patron, Maldini è convinto che Berlusconi non perderà di vista la squadra: "La filosiofia è semopre la stessa; il Milan resta uan società appetibile".
ronaldinho e pato — I suoi scarpini appesi al chiodo, gli addii di Ancelotti e di Kakà. Colpi al cuore. Ma come sarà il futuro del Milan? Anche Paolo Maldini è titubante, evidentemente perché influenzato dagli ultimi avvenimenti, come mai era accaduto in società. "Ronaldinho potrebbe diventare un leader - dice -, ma sta a lui; dovrà avere più resposabilità". E Pato? Le sirene che lo spingono verso altri lidi terrorizzano ancora di più i tifosi: "Non credo che se ne andrà. La speranza è di poterlo vedere ancora molti anni al Milan. Lui ancora si deve rendere conto del suo talento: ha solo 19 anni".
pirlo — Poi torna agli obiettivi. Non sorride come d'abitudine: "Cosa ci vuole per il Milan? Non conosco le prospettive di mercato del club. Questa era una quadra che con tre ritocchi poteva ritornare granei, ma senza Kakà ci vuole molto di più. Dobbiamo aspettare e vedere. E poi Leonardo è alla prima esperienza e dovrà mettersio alla prova. E' una scommessa, anche se nel passato il Milan le ha sapute vincere". E Pirlo? Le voci che lo danno al Chelsea aumentano. "L'entusiamsmo è fondamentale per raggiunge i risultati. In questo momento forse manca, ma la campagna acquisti è appena iniziata. Per me Andrea vuole restare, poi non so qualde sia il pensiero della società. Lui ci penserà non 10 ma 100 volte prima di andarsene". Ma per Maldini per fare un grande mercato occorrono anche i grandi nomi: "Le difficolta - sostiene - è scegliere i giocatori che ti fanno fare il salto di qualità, ma ce ne sono piochi".
da grande — "Il mio futuro? La gestione della vita familiare - afferma -. Ho avuto proposte di vario tipo. Dal Milan ancora niente, ma ci sarà tempo per parlare di questo. Scarsa riconoscenza? Non credo. Adesso ci sono altre priorità; il dialogò rimarra. Diciamo che se ci sarà la condizione di lavorare con un ruolo di responsabilità sarà difficile dire di no. Una cosa è certa: non voglio fare l'uomo di facciata. Adesso aspetto il raduno della squadra per vedere l'effetto che fa stare dall'altra parte".
Il Velluto anticipato come un babbo. :rotfl:
Blitz di Perez in incognito un mese fa. Il danno d’immagine
Le bugie, la fretta e la miopia
di una cessione decisa a maggio
La fantomatica telefonata di Berlusconi a Kaká non c’è mai stata
Kakà durante un allenamento allo stadio di Recife, in Brasile (Reuters)
Kakà durante un allenamento allo stadio di Recife, in Brasile (Reuters)
La cessione di Kaká al Real Ma*drid ha lasciato in eredità tante cose spiacevoli: le bugie, la fret*ta, la miopia dell’entourage berlu*sconiano. Picconate all’immagi*ne del Milan sedimentata negli anni per colpa di un affare gesti*to in maniera contraddittoria.
Le bugie. Se ne sono racconta*te anche più del necessario. Ber*lusconi, ad esempio, avrebbe po*tuto risparmiarci l’ultima, quella della fantomatica telefonata a Kaká per convincerlo a restare «perché nulla è ancora definito». Il contatto tra il patron rossone*ro e Riccardo sarebbe dovuto av*venire lunedì ma, ovviamente, non se n’è avuta notizia semplice*mente perché non c’è mai stato. Era soltanto un disperato tentati*vo di salvare capra e cavoli in vi*sta dell’incombente consultazio*ne elettorale. Un’entrata fuori tempo visto che, stando ad am*bienti contigui al Pdl, la rinuncia a Kaká potrebbe essere costata at*torno ai 2,5 punti percentuali, vo*ti negati dagli elettori-tifosi infe*rociti con il premier. A migliorare le cose non ha contribuito neppure la tattica adottata da Adriano Galliani. Do*po avere dichiarato (la domeni*ca) «faremo di tutto per trattene*re Kaká», poco più di 24 ore do*po il vicepresidente milanista ha caricato il papà del giocatore sul*l’aereo e lo ha portato a Madrid. A proposito di bugie, in queste ore è emerso un particolare in*quietante, che la dice lunga sulla volontà di Berlusconi di fare cas*sa: ai primi di maggio Florentino Perez, il vecchio/nuovo boss del Real, è stato in Italia in incognito e in quell’occasione ha raggiunto l’accordo con il Milan.
La fretta. È quella che, esem*plificata dal blitz madrileno di Galliani, ha caratterizzato le mos*se del club rossonero e che ora ri*schia di penalizzarlo. La fretta, si sa, è una cattiva consigliera. Ber*lusconi ha infatti sacrificato il suo giocatore migliore, quello rimpianto nei lunghi mesi dell’in*fortunio «perché fa la differen*za », per rimediare a due suoi evi*denti errori: il ritorno di She*vchenko e l’impuntatura su Ro*naldinho che, in termini di rosso di bilancio, hanno inciso per al*meno la metà. Ora che non si può più tornare indietro, che ha prevalso la linea più scontata (vendere anziché sforzarsi di in*crementare il fatturato), la prima domanda da porsi è la seguente: siamo certi che i risparmi realiz*zati con la vendita di Kaká saran*no superiori ai costi che questa cessione ha già causato in termi*ni di popolarità e immagine (del suo proprietario e del club) e che certamente ancora causerà? Diffi*cile infatti che uno sponsor pos*sa fare finta di niente: il Milan senza Kaká non può valere quel*lo imperniato su di lui.
La miopia. È notorio che, da sempre, in ambito familiare Ber*lusconi si sia dovuto confrontare con l’ostruzione della figlia Mari*na, concettualmente contraria agli investimenti calcistici del pa*dre. L’errore di Marina (ma pure di Pier Silvio) Berlusconi, che ov*viamente non possono essere ri*tenuti estranei a quanto è accadu*to in questi giorni, è quello di non avere considerato il Milan una sorta di «costo di produzio*ne ». Da sempre, infatti, il club rossonero produce immagine e risultati: impoverirlo equivale a demolire la trave portante di una casa, con relative conseguenze. Ed essere dirigente non significa semplicemente far quadrare i bi*lanci, ma pure avere la capacità di intuire in anticipo i danni di certe scelte, in apparenza rispar*miose. Non avere saputo com*prendere la specificità e il ruolo del calcio nel complesso ambito berlusconiano, è colpa grave del*la famiglia e dell’entourage del premier. Così la sensazione, net*tissima, è che si vada verso un fu*turo di vacche magre. Fossimo in Leonardo ci faremmo il segno della croce.
corriere.it