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Originariamente Scritto da
ilbarbadatre
(premessa: non ho detto che anche i tifosi di altre squadre non siano incivili)
ma perché tu anziché dire: "hai ragione, i nostri tifosi sono un po scalmanati", devi rispondere: "eh ma anche altri fanno casino"
cosa giustifichi? che se non siete i soli potete fare casino? o sei d'accordo con quell'accoltellato che dice che nel derby è normale che ci si prendano le coltellate?
Io ammetto assolutamente che la tifoseria del napoli è una tra quelle più "scalmanate", la mia risposta era in merito al fatto che hai detto magari la tifoseria fosse più civile e io l'ho recepito al fatto che dicevo della trasferta a roma.
Però credimi, pur ammettendolo, e ci tengo a ripeterlo, che la tifoseria napoletana è una di quelle più "scalmanate", ultimamente si è creata una sorta di mito da quando è successo il fatto di roma.
Prendi per esempio quello che è successo ad Udine: i responsabili di quei casini furono identificati in una decina di persone mentre gli altri 2000 tifosi entrarono nello stadio e videro la partita tranquilli, ma dato che appunto si è creato questa sorta di mito subito si è condannata l'intera tifoseria...
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Originariamente Scritto da
Dr_Velvet
Se ti può far piacere,il vicedirettore della gazzetta ha fatto allusioni su Bari-Roma,dicendo che non la considera una partita,perchè la roma aveva bisogno dei tre punti e c'erano le condizioni per prenderli.Quindi vi abbiamo venduto la partita..o voi l'avete comprata?:asd:
chi, Ruggero "lei non sa chi sono io" Palombo? :esd:
Uno dei più grandi cazzari che esistano :esd:
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se è per questo i genoani vengono a bari,dopo gli scontri del derby.
Noi a Genova non siamo andati,forse per dei furti in autogrill in una trasferta da 10000 persone circa(prendi 10000 abitanti a caso di una qualsiasi città e dimmi se statisticamente non vi sono ladri...).Questioni di lame insomma :asd:
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Originariamente Scritto da
azteca
floccari ha accoltellato una curva intera :esd:
anche 2 :sbonk:
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Originariamente Scritto da
Joey-sama
son più di 2 ;)
Questo è il terzo, quindi ce ne sono state 2 :D
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Il tragico caso Juve
Il processo farsa, il mostro Moggi, gli onesti. Anche se le restituissero gli scudetti, nulla ormai può più cambiare la sorte della Juve. E' diventata l’Inter del Duemila
di Emanuele Boffi
Il tragico caso Juve è cominciato con la richiesta di un sorriso. È iniziato, cioè, con un atto d’hubris, così come gli antichi greci chiamavano l’illusoria tracotanza degli umani che tentano vanamente con un atto d’imperio di cambiare ciò che sottostà alle leggi dell’immutabile e del necessario. Il tragico caso Juve ha avuto principio con la richiesta del giovane rampollo Elkann – l’estroverso e funambolico Lapo – di vedere in campo e sulle pagine dei magazine una squadra e una società più sorridente, più simpatica, più cool. Quando lo sventurato, il figlio dell’élite torinese, l’esperto di marketing e cittadino del mondo chiese «una Juve più smile» fu il principio della fine, l’abbrivio dell’inevitabile cataclisma, perché non puoi essere vincente e simpatico. Aut aut. O sei l’uno o sei l’altro, come gli ricordò l’allora amministratore delegato Antonio Giraudo: «Senza “smile” negli ultimi dieci anni abbiamo vinto cinque scudetti, giocato sedici finali di coppe vincendone otto, conquistato due Palloni d’Oro. La nostra società è una di quelle più solide dal punto di vista finanziario, senza che gli Agnelli in questi ultimi dieci anni abbiano dovuto mettere denaro». Invece Lapo voleva sfidare le leggi della natura e del calcio: voleva vincere sul campo e fuori. Pretendeva, lo sciagurato, di battere tutte le altre squadre e poi di riceverne pure il clap clap di un battimani: grazie che ce le avete suonate 4 a 0, cheese. Voleva, insomma, essere l’Inter di Moratti, la squadra che piace alla gente che piace, a Fiorello, a Valentino Rossi, a Gino Strada, a Michele Serra, a Gad Lerner. Voleva che la sua Juve avesse lo charme del perdente senza perdere, la fortuna sportiva senza rimetterci la fortuna economica. Non si capacitava del perché lui, che aveva rilanciato l’immagine Fiat con la semplice idea di farne scrivere il logo a caratteri maiuscoli su una felpa, non potesse fare la stessa cosa con la squadra di famiglia. Lapo non capiva perché il giocattolo sportivo del nonno dovesse essere la squadra di cui, nei bar dello sport, si diceva che rubasse, e al cui palmarès si associasse il muso brutto sporco cattivo di un team manager adiposo e di un amministratore delegato col portamento di un impiegato delle poste. È così che è iniziato il tragico caso Juve, e non c’è dio dell’Olimpo né giudice di tribunale che oggi possa inviare un qualche deus ex machina a indicare una via di redenzione.
Un chiaro caso di illecito strutturato
Chi oggi finge di scandalizzarsi per Calciopoli 2, mente sapendo di mentire. Era già tutto chiaro allora, nel 2006, l’anno che fu per il calcio quello che fu il 1993 per la politica. Tredici anni dopo le mani, furono ancora la magistratura e la stampa a pulire i piedi, col consenso di chi, da quella depurazione, s’illudeva di trarne solo vantaggi e nessuna rogna. Il campo, quello su cui rotolava la palla rotonda, diceva questo: c’erano due squadre invincibili, la Juventus della triade (Moggi, Giraudo, Bettega) e di Del Piero e Ibrahimovic e il Milan di Berlusconi e Galliani, di Kakà e Maldini che spadroneggiavano in Italia e in Europa. Poi c’era l’Inter di Moratti, una squadra campione solo nei triangolari d’agosto cui da anni andava male tutto quel che poteva andare male. Il 5 maggio, Kanu, Gresko, Recoba, Vampeta, dobbiamo continuare? L’Inter era la squadra dei tifosi che per consolarsi correvano in libreria a comprare le barzellette sugli interisti di Severgnini (l’autoironia è l’arma del perdente), i cui supporter gettavano motorini dal secondo anello di San Siro ed esponevano striscioni di incitamento ai propri giocatori il cui più benevolo era questo: «Non sappiamo più come insultarvi». La Juventus, invece, era la squadra che vinceva perché, come ha spiegato German Camoranesi, «quando entravamo in campo, gli altri si pisciavano addosso». Fu nell’estate del 2006, a pochi mesi dal Campionato del Mondo, che andò in scena Calciopoli, un assurdo processo sportivo in cui la Juventus – e, in minor grado, Milan, Fiorentina e Lazio – pagarono per non avere commesso il fatto. A dirlo non è Tempi, Giampiero Mughini, o gli sfegatati del sito ju29ro.com, ma quegli stessi giudici che allora decisero la sanzione sull’onda di un sentimento popolare e di una campagna di stampa cui non dispiacque materializzare in sentenza il luogo comune più diffuso: la Juventus vince le partite “perché paga l’arbitro”.
A spiegarlo furono quegli stessi che la condannarono. Come Mario Serio, giudice della Corte di appello federale: «Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d’onda». O come Piero Sandulli, il presidente di quella Corte, che dichiarò: «Nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. è stata una condanna etica». A un quotidiano Sandulli ha anche detto che nelle partite del campionato 2004-2005 «non ci sono illeciti. Era tutto regolare. L’unico dubbio era sulla partita Lecce-Parma». Lecce-Parma. Ma allora perché la Juve è andata in B?
Chi ha avuto la pazienza di leggere le sentenze dei tribunali e non soltanto quelle vergate su carta dai quotidiani rosa salmone, lo sa dal 2006. Contro la dirigenza juventina c’erano prove di non rispetto dell’articolo 1 del codice di giustizia sportiva (lealtà sportiva), ma non di violazione dell’articolo 6 (illecito sportivo), l’unico la cui violazione prevede la retrocessione. I giudici, già nel 2006, lo avevano appurato con certezza, tanto che, come spiegò sempre Sandulli, «l’illecito associativo non esisteva, era una falla del sistema giuridico che è stato da noi introdotto». È il famoso «illecito strutturato» di cui parlò Francesco Saverio Borrelli, chiamato dall’allora commissario straordinario Guido Rossi – ex dirigente Telecom, ex cda Inter – a condurre le indagini: «è un caso di illecito strutturato», spiegò l’eroe di Mani Pulite. Un’arcana formula che si potrebbe tradurre più o meno così: non abbiamo prove che la Juventus abbia comprato partite, né arbitri, né guardalinee, né calciatori. Abbiamo appurato che «non esisteva alcuna cupola», che la celebre favola delle “ammonizioni mirate” a favore dei bianconeri era appunto una favola, che non vi è stata mai alcuna «alterazione del sorteggio arbitrale», che l’arbitro Gianluca Paparesta non fu mai chiuso in uno spogliatoio da Moggi. Ecco, sebbene non ci sia una-prova-una che la Juventus abbia rubato le partite, sebbene sia illogico pensare che si possa alterare un campionato senza alterare i match, abbiamo condannato la Juventus alla serie B, alla non assegnazione del campionato 2004-05 e alla revoca dello scudetto 2005-06 (non oggetto d’indagine). Tutto questo durante un processo in cui abbiamo eliminato un grado di giudizio, in cui abbiamo concesso agli avvocati difensori solo tre giorni per preparare la difesa e un quarto d’ora per esporla e in cui non abbiamo ammesso come prove i filmati delle partite o altre prove documentali, ma solo alcune intercettazioni da noi selezionate senza dare la possibilità ai presunti colpevoli di accedere a tutte quelle disponibili (171 mila). Insomma, quel che si dice un processo equo. È scritto così nella sentenza: «è concettualmente ammissibile l’assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara». Deve essere questo che si intende per “illecito strutturato”: sei colpevole perché è ammissibile che tu lo sia.
Già allora ci fu chi tentò di insinuare che Calciopoli era una farsa e che dietro l’operazione piedi puliti si stava svolgendo una pedicure tutta a favore di telecamere e istinti belluini di piazza. Oltre al giornale che tenete in mano, avanzarono sospetti alcuni giornalisti come Piero Ostellino sul Corriere della Sera, Christian Rocca sul Foglio, Giampiero Mughini nella trasmissione tv Controcampo. Probabilmente l’avrebbe voluto fare anche la firma numero uno del giornalismo sportivo italiano, quel Giorgio Tosatti di cui, con sospetto tempismo, furono pubblicate telefonate con Moggi, forse anche per vendetta contro le aspre critiche che Tosatti aveva mosso al pm Raffaele Guariniello, quello che aveva indagato invano sulla stessa Juventus. Ma non solo giornalisti, anche Giuseppe De Biase, il giudice che condusse le indagini sul calcio scommesse negli anni Ottanta, uno che di diritto sportivo se ne intende certamente più dell’avvocato d’affari Guido Rossi, disse senza mezzi termini: «La sentenza su Calciopoli è un aborto giuridico». E il giornalista Enzo Biagi, non esattamente un garantista a tutto tondo, aggiunse: «Una sentenza pazzesca costruita sul nulla».
Con Lippi non vinceremo mai
A tentare di discolparsi ci provarono anche i vari “mostri”, inutilmente. Il designatore Paolo Bergamo, quello accusato di essere troppo amico di Moggi, spiegò dal principio che lui «parlava con tutti i dirigenti». L’arbitro Massimo De Santis rivelò che le intercettazioni delle telefonate usate dall’accusa per dimostrare che esistevano degli accordi tra dirigenti delle squadre e arbitri erano «tutte successive alle partite». Moggi non fece mai finta di non essere quello per cui veniva pagato a peso d’oro: un dirigente maneggione, autoritario, svelto. Prima che Berlusconi fosse, Moggi fu. Fu lui il primo a usare l’espressione «non sono un santo» e ad ammettere di aver infranto gli obblighi di lealtà e correttezza sportiva, il già citato articolo 1 «quello che nel mondo del calcio, che è business, forse non infrangono solo i magazzinieri». Perché che tutti parlassero con tutti, era già noto nel 2006, eppure solo Moggi fu dipinto come un ciarliero farabutto. «Ci sono 42 società tra serie A e B, tutte parlano, l’unica società sordomuta era l’Inter», ha detto Moggi.
Eppure tutti hanno fatto finta di credere che il calcio fosse corrotto per colpa di uno solo. I quotidiani, con la Gazzetta dello Sport in testa, cavalcarono la piazza. Candido Cannavò scrisse che «la vergogna era ormai venuta allo scoperto» ed era «impossibile nasconderla sotto una foglia di fico». Gianni Mura su Repubblica chiese di fare «piazza pulita» per liberarsi di «uno scandalo che è peggio di tutti gli altri, è il più ramificato ed il più simile (ammazzamenti esclusi) ai metodi mafiosi». Gigi Garanzini sulla Stampa intimò di mandare via «i mercenari padroni del vapore». Per Gad Lerner trattavasi di «amici degli amici, figli dei padrini, più o meno come nella mafia». Lo sdegno si fece politico con Antonio Di Pietro che assicurò trattarsi di un nuovo caso «Tangentopoli. E ci sono le prove. Queste intercettazioni sono importanti. Hanno lo stesso valore della mazzetta scoperta a Mario Chiesa». L’allora ministro dello Sport, Giovanna Melandri, si disse pronta a «restituire al calcio italiano l’onore che merita». Il fu radicale Daniele Capezzone propose «Zdenek Zeman come presidente della Figc». Essendo alle porte il Mondiale, l’Italia del pallone chiese la testa degli azzurri della Juventus: «Lippi, Buffon e Cannavaro devono tornarsene a casa» (Manifesto); «La Nazionale farebbe meglio a starsene a casa» (La Padania); «La Nazionale è la Nazionale italiana, non la Nazionale della Gea. Lippi deve dimettersi» (Beppe Grillo); «Che questa fosse una squadra mediocre, lo penso da tempo e per una banale ragione. E se Lippi è un genio del pallone, almeno a un Nobel può aspirare anche il mio portinaio di Milano» (Vittorio Zucconi, Repubblica). L’associazione di consumatori Codacons pretese un risarcimento per ciascun italiano di 2.500 euro, l’Adusbef e Federconsumatori chiesero «l’allontanamento dell’attuale ct della nazionale, Marcello Lippi. Le due associazioni consumatori chiedono un Ct al di sopra di ogni sospetto». Marco Travaglio rivelò di essere a conoscenza del sistema da tempo e di aver già anni prima scritto un libro sul terribile «Lucky Luciano».
Oggi che Moggi ha portato in aula le “intercettazioni degli altri” (pagandone la sbobinatura di sua tasca, si badi), la stampa italiana ha con qualche imbarazzo o minimizzato o riaffilato la ghigliottina come Oliviero Beha sul Fatto (“Moratti a processo come Moggi”). I tifosi juventini del sito giùlemanidallajuve.com hanno annunciato di aver pronto un dossier sulle errate scelte societarie dall’estate 2006 a oggi. In rete si trovano dettagliate ricostruzioni di presunte lotte tra famiglia Agnelli e famiglia Elkann per il patrimonio Fiat in cui la società Juventus sarebbe stato l’agnello sacrificale. Da più parti si è iniziato a chiedere che lo scudetto che fu tolto ai bianconeri e assegnato ai nerazzurri, sia restituito.
Ma chi l’ha comprato Poulsen?
Chi non leggesse coi paraocchi le intercettazioni di oggi come quelle di ieri, invece, ne dovrebbe trarre la medesima conclusione: trattavasi di lobbying estremo, pressione per ottenere qualche occhio di riguardo, chiacchere da bar, sciocchezze e millanterie. Che da tutto questo ne derivasse un risultato pratico, concreto, fattuale non è dimostrato da alcuna prova. Né ieri né oggi. A meno di pensare che la palla, anziché essere rotonda sia quadrata e che bastino le battutacce da bandito al telefono per far di Darko “scarpa di piombo” Pancev un Alessandro “Pinturicchio” Del Piero.L’aspetto paradossale di tutta la vicenda è che anche se lo scudetto 2005/06 fosse restituito, anche se dagli almanacchi fosse cancellato che la Juventus è stata in serie B, anche se Moratti riconoscesse che non era esattamente un comportamento «da onesti» che l’ex presidente Giacinto Facchetti telefonasse agli arbitri prima delle partite, anche se tutto ciò accadesse, questo non renderebbe meno tragico il destino della società Juventus. Perché è stata la Juventus a scaricare Moggi e oggi è quasi patetico il tentativo di riabilitarlo senza ammetterlo. È stata la Juventus, tramite il suo avvocato Cesare Zaccone, a definire la retrocessione in B una soluzione equa. È stata la Juventus a vendere i suoi campioni all’Inter. È stata la Juventus a comprare Poulsen, Felipe Melo, Grosso. È la Juventus oggi la squadra che non termina la stagione con lo stesso allenatore, che viene contestata dai suoi supporter, che perde con l’Udinese e il Fulham, che vive di continui litigi negli spogliatoi, che trasforma i campioni in brocchi, che ad aprile inizia a parlare di calciomercato. Il tragico destino della Juve del 2010 è questo: è l’Inter del 2000. E non c’è nemmeno uno smile che la faccia sorridere.
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Giuro che l'ho letto tutto.
Il mio commento è: da quando in qua perdere con l'Udinese è sintomo di pochezza? :look:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
AleGarion
Giuro che l'ho letto tutto.
Il mio commento è: da quando in qua perdere con l'Udinese è sintomo di pochezza? :look:
questa te l'appoggio tutta,perchè l'ho pensata subito leggendo l'articolo :sisi:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
AleGarion
Giuro che l'ho letto tutto.
Il mio commento è: da quando in qua perdere con l'Udinese è sintomo di pochezza? :look:
Da quando l'udinese è sestultima :p (esiste come parola? :suspi: )
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scusa e allora la roma che ha pareggiato col livorno praticamente retrocesso?
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Citazione:
Originariamente Scritto da
luca89
scusa e allora la roma che ha pareggiato col livorno praticamente retrocesso?
C'è una piccola differenza tra i due campionati :p
E poi su, era un esempio, non fatene il centro dell'articolo :sisi:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
luca89
scusa e allora la roma che ha pareggiato col livorno praticamente retrocesso?
all'andata ci abbiamo pure perso in casa... :doh:
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Boh, mi sembrava strano vista l'ormai consolidata tradizione di rifilare scoppole alla Juve quando meno se l'aspetta :asd:
In ogni caso, volendo commentare l'articolo: si è oramai sentito tutto e il contrario di tutto, tant'è che le persone comuni (me incluso) non sanno più chi ha fatto cosa e quando. Il sistema marcio c'era, su questo siamo tutti d'accordo (spero). Che i protagonisti non fossero solo quelli additati 4 anni fa lo si sta capendo (forse) ora, vedremo come finirà il processo.
Però da qui a dire "lo facevano tutti quindi non era un male" ce ne passa. Piuttosto sarebbero da punire anche quelli che l'han fatta franca al primo giro, e ristabilire, pur parzialmente, eventuali torti inflitti.
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Citazione:
Originariamente Scritto da
aed1248
all'andata ci abbiamo pure perso in casa... :doh:
poi abbiamo pareggiato noi .Ma noi l'abbiamo venduta :esd:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Dr_Velvet
poi abbiamo pareggiato noi .Ma noi l'abbiamo venduta :esd:
bari... :sisi:
come attributo... :asd:
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quello lì in mezzo da solo soffre di solitudine, io completerei l'opera :esd:
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a me sembra un fotomontaggio... o meglio un ritocco fatto malissimo...
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Citazione:
Originariamente Scritto da
goldrake11
questa è un'altra cazzata che hanno fatto: solo la semifinale andata e ritorno e poi tutte le altre partita unica, voglio anche capire che gli ottavi possano essere fatti a partita unica con la squadra con miglior piazzamento a giocare in casa, ma per rendere leggermente più interessante la coppa avrebbero potuto fare anche i quarti a partita doppia per poi fare la finale unica....
L'unica possibilità che hanno di rendere interessante la coppa è garantire un posto in champions alla squadra vincitrice
Citazione:
Originariamente Scritto da
aed1248
a me sembra un fotomontaggio... o meglio un ritocco fatto malissimo...
A me pure
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Ketamina
Allora è vera la foto, visto che in questa c'è pure j.cesar :rotfl:
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Vado a cazziare il fornitore del fake :mazza:
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Citazione:
Originariamente Scritto da
azteca
Allora è vera la foto, visto che in questa c'è pure j.cesar :rotfl:
il dubbio era per l'abbigliamento più che altro, un po' pesante per la giornata di ieri :p
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Citazione:
Originariamente Scritto da
Joey-sama
il dubbio era per l'abbigliamento più che altro, un po' pesante per la giornata di ieri :p
mmmmmh... sagace questo joey :cool:
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Originariamente Scritto da
dj501
L'unica possibilità che hanno di rendere interessante la coppa è garantire un posto in champions alla squadra vincitrice
mah secondo me la chempions è esagerata, mi basterebbe vedere la stessa formula che c'è oggi, ma che le partite si giochino in casa della squadra peggio piazzata in classifica nell'anno precedente....anche perchè, lo stadio di una squadra meno blasonata, contro una grande si riempirebbe di sicuro, viceversa ho qualche dubbio ;)
ma naturalmente andrei contro i grandi poteri del calcio, che una coppa come in inghilterra, non la vogliono proprio fare :rolleyes:
:look:
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«Una brutta storia», aveva detto Mourinho martedì sera. «Un suicidio pubblico», ha rincarato la dose Moratti ieri. Per il pulcino nero non ci sono alibi di alcun tipo. Balotelli l’ha fatta grossa facendo infuriare mezzo mondo, compreso il presidente del Coni Petrucci. Ma come si permette? L’Inter batte con due gol di scarto il Barcellona che non subiva un simile passivo dai tempi di Noè, e lui rovina la festa nerazzurra con un comportamento da calci nel sedere? E non solo metaforicamente. Succede quando Materazzi lo ferma nel tunnel dicendogli «vai pure al Milan se ci tieni tanto...» e «lo prende a calci» ha aggiunto ieri a Telelombardia il procuratore del giocatore, Mino Raiola (che ha poi escluso che Mario si scusi). Stankovic l’ha invece paragonato ai suoi figli più grandi di 11 e 10 anni, un bambino. Il capitano Zanetti gli ha urlato di tutto perdendo l’abituale aplomb da gentleman. Un manipolo di tifosi, avvertiti da una gola profonda, s’è intrufolato nel garage interno e ha cercato di fargli la festa. E lui è stato costretto a rifugiarsi nel pullman prima di uscire in auto da San Siro fra i fischi e le manate di quanti non gli avevano perdonato l’indolenza in campo, il gestaccio contro la curva, il ripudio dei colori sociali. L’unico a prenderne le difese è stato l’ex compagno Ibrahimovic: «Non sapevo che avesse buttato via la maglia al fischio finale. Ho visto però Materazzi che a fine gara, invece di festeggiare la vittoria con la squadra, ha inseguito Mario nel tunnel e l’ha aggredito come non mi era mai capitato in tutta la carriera. Al posto di Mario lo avrei steso... ».
E adesso? La strategia della società è chiara. Basta riprendere le parole di Moratti: «Quello di Mario è stato un suicidio pubblico», il prologo. E poi: «È un ragazzo che ha le sue problematiche in cui non voglio entrare. Sicuramente prenderemo dei provvedimenti, l’importante è che si reintegri nella squadra e con il gruppo. Non è impossibile ricucire il rapporto con i tifosi. Sia chiaro che vogliamo tenerlo perché ha un talento straordinario». In soldoni l’Inter non può sacrificare sull’altare del giovanotto neanche un’oncia delle possibilità di vincere campionato e Champions League. Ecco perché Mourinho ha annunciato il suo impiego nel prossimo turno di campionato per lasciare a riposo Milito e Pandev che hanno fatto il pieno di acido lattico. In soldoni niente sospensione dalla rosa, ma multa salatissima, la più alta possibile in base ai regolamenti, con contorno di scuse vere, sentite, profonde nei confronti del popolo nerazzurro. Il d-day scatterà fra oggi e domani. O Balotelli si genuflette o rischia grosso di fronte a una tifoseria che a dir poco è infuriata ed è pronta a fischiarlo per tutta la partita con l’Atalanta. «Che chieda scusa e giochi», il diktat della società.
In due anni Mario non è cambiato d’una virgola. L’ad Paolillo ricorda come il ragazzo giocò di malavoglia la finale del campionato Primavera contro la Sampdoria dopo aver vinto lo scudetto dei grandi. Allora come martedì sera fu più di danno che di aiuto. A nulla portò un confronto con i dirigenti, a niente servì l’ammenda di prammatica. Balotelli non cresce, vive il calcio senza empatia, in modo drammaticamente autoreferenziale. Si ha l’impressione che non capisca la fortuna capitatagli addosso e che rischi di perdersi. «Se rido io che sono in una sedia a rotelle, perché non lo fa lui?», s’è chiesto lo sfortunatissimo Borgonovo, colpito dalla Sla, alla presentazione del suo libro. «Ma io sorrido, sono sereno e voglio diventare il più forte calciatore del mondo», la risposta di Balotelli. Che sia la volta buona? Intanto pensi al presente. In nessun’altra società troverà un presidente che lo coccola come Moratti e un tecnico che vuole insegnargli a stare al mondo come Mourinho. «Non c’è destino, ma soltanto dei limiti. La sorte peggiore è subirli», scriveva Pavese in tempi non sospetti.
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ma che non chieda scusa, poi vediamo se prevale la logica di farlo giocare lo stesso... milito si merita riposo a prescindere
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alla luce del comportamento di Balotelli in questi due anni e del modo in cui è stato accettato da stampa(gazzetta?) e tifosi,
chiedo che venga riesaminato il caso Cassano,la cui media-stronzate settimanali è ormai non superiore a quella dell'attaccante interista :esd:
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Cassano in confronto è un modello da imitare
Questo è veramente da licenziare e non far giocare mai piu'
Cosi vediamo come si puo' permettere la vita che fa ora. Ha davvero bisogno di ritrovare il contatto con la vita de noiartri
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Citazione:
Originariamente Scritto da
dj501
Cassano in confronto è un modello da imitare
Questo è veramente da licenziare e non far giocare mai piu'
Cosi vediamo come si puo' permettere la vita che fa ora. Ha davvero bisogno di ritrovare il contatto con la vita de noiartri
quoto in pieno :sisi:
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murigno, siccome non è stronzo,apre l'allenamento ai tifosi per la prima volta da agosto
Imprevisti i fischi a Balotelli :asd:
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intanto una grandissima genialata del CASMS...
biglietti del settore ospiti (sampdoriano) in vendita per tutti, tranne che per i residenti in liguria... :suspi:
ergo, ritenendo plausibile che fuori dalla Liguria non ci siano orde di sampdoriani che vanno in trasferta e che tolti i biglietti di curve, distinti e tevere questi sono i più economici...
Si rischia di vedere la partita con 50-100 sampdoriani in mezzo a 6000 romanisti...
non che la cosa sia preoccupante, però magari organizzarla un pelino meglio... forse si poteva fare...
@argomento balotelli:
siamo proprio sicuri che questi atteggiamenti siano tutta farina del suo sacco, eh...
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Originariamente Scritto da
Dampyr
il profilo è ampiamente migliorato
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Pare che il milan voglia zebina :esd:
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Originariamente Scritto da
Dampyr
Pare che il milan voglia zebina :esd:
ah allora non hanno parlato di trezeguet
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Originariamente Scritto da
ilbarbadatre
ah allora non hanno parlato di trezeguet
Anche di trezeguet :read:
E di Melo :sbav:
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il gesto di Totti è uguale al gesto di Mourinho :sisi:
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Originariamente Scritto da
Dampyr
Pare che il milan voglia zebina :esd:
adesso inizia ad avere l'età giusta... ;)
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Originariamente Scritto da
danybig82
il gesto di Totti è uguale al gesto di Mourinho :sisi:
Tra l'altro lui non ha contribuito ad accendere gli animi... :nono: