Testimonianze da Varsavia di Antonello Angelini
Varsavia.
Io ne ho viste cose che voi umani non potete nemmeno immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione , e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannheuser…
Era il monologo finale di Blade Runner, ed è stato anche il monologo finale di tanti simpatizzanti della Lazio al ritorno dalla trasferta di Varsavia... “Abbiamo visto cose che voi in Italia non potete nemmeno immaginarvi” .
Vincenzo, padre di famiglia, sposato, lavoro stabile, tutt’altro che un ultras o un violento era andato a Varsavia con alcuni amici . “Abbiamo colto l’occasione della partita per passare alcuni giorni tra amici” . Lui l’ha scampata perché si è infilato in una strada secondaria, ma i suoi amici sono tornati giorni dopo con una condanna sulle spalle, 36 ora passate tra commissariato, cella e processo. “Pensa che ci eravamo portati il costume, visto che avevamo preso un hotel 5 stelle lusso con piscina e sauna“ . Quella che doveva essere una “zingarata" fuori porta tra amici, lontani per 3 giorni da mogli e figli è diventata un incubo per loro e per le famiglie in Italia.
"C’era un appuntamento per andare tutti assieme allo stadio scortati dalla polizia, all’Hard Rock Cafè in centro. La polizia invece di scortarci allo stadio ha fatto entrare tutti in un vicolo e li ha messi tutti faccia a terra per un paio d’ore al freddo. “Poi tutti caricati sulle camionette e divisi in vari commissariati” racconta un altro, padre di famiglia e imprenditore nel campo del vino. “Siamo stati sino alle 8 del mattino in piedi per identificazione, passaporto, impronte, nome della madre, del padre. Poi denudati completamente per la perquisizione. Un poliziotto mi ha detto in inglese che non capiva nemmeno lui e che di solito facevano una identificazione veloce e via”. Invece stavolta è andata diversamente e alle 8 di mattina finite le interminabili procedure di identificazione li hanno messo in galera con altri detenuti. A lui è toccato un compagno di cella tedesco, al suo amico un ucraino. Poi alle 16 processo e la interprete gli ha detto che “...se vi dichiarate colpevoli di SCHIAMAZZI NOTTURNI sarete liberati oggi stesso e non dovrete tornare il 14 dicembre per il processo”. Schiamazzi notturni alle quattro del pomeriggio, è vero che era già buio ma insomma... Tra l’altro tra i fermati dalla polizia polacca c’erano anche due turisti toscani per nulla interessati alla partita di calcio, un disabile e alcune donne. Difficile che si siano macchiati di lancio di sassi, detenzione di coltelli o altro. Il solo fatto che la maggior parte si sia dovuta dichiarare colpevole di “schiamazzi notturni” significa che non avevano davvero fatto nulla.
E come in ogni film di polizia che si rispetti c’è il poliziotto buono, ma anche quello cattivo, che diceva ad un tifoso della Lazio sempre in inglese : “Stanotte galera Bwnga Bwnga". Alla fine del “processo” barzelletta la ammenda di 100 euro è stata compensata con la notte in galera. Ma per altri non è andata così: alcuni sono ancora in Polonia, altri hanno dovuto pagare ammende di 200 0 300 o 500 euro , e moltissimi si sono dovuto dichiarare colpevoli di reati ridicoli come aver indossato un passamontagna che magari era una sciarpa e un cappello. Oltre al fatto che moltissimi di quelli rilasciati o condannati per reati ridicoli hanno dovuto pagare di nuovo il biglietto aereo, non hanno visto la partita e nemmeno dormito nell’hotel già pagato.
Uno dei tifosi ci racconta anche che il suo amico dal commissariato era al telefono con un dirigente della Lazio il quale gli ha passato l’ambasciatore in persona che è stato quindi avvertito in tempo reale del problema. Ovviamente nulla è accaduto, nessuno dell’ambasciata o del consolato si è visto (probabilmente troppo impegnato per l’imminente arrivo di Letta in Polonia) e il genio del nostro ministro degli esteri ha minacciato ulteriori sanzioni per i tifosi della Lazio condannati. Ma accertare le responsabilità, no? Io mi chiedo perché cittadini italiani debbano essere trattati all’estero differentemente dai francesi, inglesi o americani... Almeno facciamo luce sul comportamento della polizia polacca prima di qualunque altra cosa. Brava a Meloni che ha proposto una interrogazione parlamentare.
Abbiamo assistito alle più banali delle generalizzazioni stile “qualcosa avranno fatto altrimenti non li arrestavano” oppure “quando qualcuno fa casino ci vanno di mezzo tutti è normale” o ancora “perché la polizia polacca avrebbe dovuto avercela con gli italiani?” e “i laziali sono famosi come fascisti”. Noi abbiamo fatto un lavoro di due giorni sentendo vari testimoni, mettendo assieme fatti e logica, chiamando avvocati e interpreti in Polonia oltre che l'ambasciata. Per noi intendo pochi purtroppo: Roberto Renga, alcuni de “il Tempo “ e “ Il Messaggero”. Guarda caso solo giornali di Roma come se fosse un problema locale. Ebbene non lo è. E’ un problema italiano e molto più generale. Di rispetto per cittadini italiani, di ambasciata e ministro che sono in letargo e di mass-media che approfondiscono poco lasciandosi andare a generalizzazioni.
@AntonelloAng