L CALCIO NELLA BUFERA
Scommesse, le mani dei Parisi sul Bari
nell'inchiesta coinvolti tre ex difensori
Il clan ha riciclato i milioni guadagnati con la droga. Il ruolo di Bellavista e del ristoratore De Tullio, già ascoltato daii carabinieri e dal procuratore capo Laudati. Flusso di telefonate anomalo dallo stadio. Il sospetto è che lo scorso campionato sia stato falsato: la società parte lesa
di GIULIANO FOSCHINI
Scommesse, le mani dei Parisi sul Bari nell'inchiesta coinvolti tre ex difensori Un centro scommesse
Il clan Parisi aveva messo le mani sul Bari calcio. Il campionato della scorsa stagione - è questo il sospetto della procura nazionale antimafia - sarebbe stato alterato da decisioni e investimenti di uomini vicini al gruppo di Savinuccio che avevano investito sul calcio più che sul traffico di sostanze stupefacenti. Quattro le partite sospette. Tre i giocatori avvicinati. Due gli intermediari: il ristoratore Nicola De Tullio e l'ex calciatore Antonio Bellavista. Nessuno dei due al momento è indagato ma De Tullio è stato sentito dai carabinieri. Agli atti dell'indagine sono stati già depositati flussi telefonici su una serie di utenze, alcune delle quali intestate a calciatori che nella scorsa stagione hanno giocato con la maglia biancorossa. Ci sono anche tagliandi di scommesse e fotocopie di assegni versati a persone vicine a calciatori. A indagare, vista la delicatezza dell'indagine, è direttamente il procuratore capo Antonio Laudati insieme con i carabinieri del nucleo investigativo.
L'indagine è la prima in Italia che mette direttamente in collegamento il mondo del calcio con la mafia. L'ipotesi è chiara: il clan Parisi ha deciso di investire sul mondo del calcio riciclando il denaro frutto principalmente del traffico di sostanze stupefacenti. Lo ha fatto comprando agenzie di scommesse (la Paradise bet), come ha dimostrato il lavoro della guardia di finanza nell'indagine Domino. Avvicinando imprenditori apparentemente insospettabili (il ristoratore Nicola de Tullio, arrestato e poi rilasciato qualche
mese fa dalla procura di Napoli con l'accusa di aver fatto giocare uomini vicini alla camorra) che sono diventati titolari di punti vendita. E soprattutto coinvolgendo nell'affare calciatori ai quali veniva chiesto di alterare i risultati e veniva data loro la copertura per scommettere.
L'indagine nasce dopo la denuncia di un bookmaker austriaco, Skysport 365, che segnala flussi anomali sulla partita Bari-Livorno di Coppa Italia del primo dicembre del 2010. "Troppe - dicono da Skysport - le giocate "live", fatte cioè direttamente durante la partita, sulla vittoria con molti gol di scarto del Bari". Laudati chiede ai carabinieri i flussi telefonici. E scopre che, effettivamente, alla fine del primo tempo partono una serie di telefonate dalla zona dello stadio in alcune città del centro-nord Italia. Caso strano, proprio le città dove si registra il maggior numero di scommesse su quelle partite. Le giocate non superano mai i duemila euro, in modo tale da non incorrere nella legge anti riciclaggio. Ma vengono spacchettate in schede dall'importo (e dalla vincita, quindi) identica. I carabinieri hanno già acquisito tutte le matrici delle schede e interrogato i gestori di alcuni centri scommesse. Partendo da questo sono state fatte una serie di indagini patrimoniali su diverse persone e acquisiti i tabulati telefonici. I risultati sono stati chiari: ci sono una serie di contatti con uomini vicini al clan Parisi e alcuni calciatori. In particolare si tratta di tre difensori (non sono indagati) che in questa stagione non militano più nel Bari. Persone a loro vicine avrebbero anche intascato assegni secondo gli investigatori sospetti.
Dopo la gara con il Livorno, i carabinieri hanno però continuato a monitorare i flussi delle scommesse incrociandoli con i tabulati telefonici e seguendo da vicino il movimento degli uomini dei Parisi. Gli incroci sono stati tanti, anzi troppi. È così che sono finite nell'inchiesta altre tre partite del campionato. Una in particolare delicatissima per la classifica, quel Bari-Chievo che di fatto sancisce la retrocessione del Bari. In questa gara, così come nelle altre due (Parma-Bari che però termina non secondo pronostico e Bologna-Bari) si registrano flussi anomali di giocate e contatti sospetti tra giocatori e uomini del clan. L'indagine al momento non è chiusa. È possibile che la procura di Bari decida un coordinamento con i colleghi di Cremona e Napoli che lavorano su fatti simili. La società è assolutamente estranea alla vicenda: è stata, al contrario, già individuata come parte lesa nel procedimento.
(01 dicembre 2011)