Romamania I due Juan
Si chiama Juan, eppure sono due.
Uno è il 'Juan giallorosso', difensore sicuramente di buon livello ma di cristallo. Quest'anno ha collezionato appena 20 presenze in campionato, infortuni e ricadute a ripetizione. E' stata una lesione al collo del piede nel primo anno da romanista a farlo rimanere lontano dai campi tre mesi, quest'anno invece ha saltato tutto il girone di ritorno per una lesione al bicipite femorale. In due anni sei gol con la Roma, equamente suddivisi tra campionato e Champions e tante urla di dolore.
L'altro è il 'Juan verdeoro'. Calciatore straordinario, sempre presente, leader della difesa della Nazionale brasiliana, due gol decisivi nelle ultime due partite, entrambi di testa: la settimana scorsa contro l'Uruguay per per le qualificazione ai prossimi mondiali e quest'oggi contro l'Egitto nell'esordio in Confederation Cup. E' un simbolo: sorridente e solido.
Sono due abbiamo detto, eppure sono la stessa persona. Qual è l'inghippo? Semplice. In Brasile sono più bravi di noi nelle cure, nei metodi di lavoro e nel recupero infortunati.
Il caso in Italia non è soltanto Juan. Esplicative infatti, durante l'ultima stagione, sono state anche le dichiarazioni di Kakà e di Maicon, le quali sottolineavano come in una settimana in Brasile avessero risolto tutti quei problemi fisici che in mesi di cure a Milano non erano riusciti a superare.
La risposta a questa dicotomia è una: 'Centro Reffis' di San Paolo. In questa struttura medica esistono attrezzature all'avanguardia che permettono ai calciatori di recuperare in fretta dagli infortuni e sopratutto non avere ricadute. Le società di calcio e la Roma in particolare, visto l'elevato numero di infortuni muscolari nell'ultimo anno, dovrebbero iniziare a studiare i metodi di lavoro dei medici brasiliani.
Illuminante sull'argomento è stato proprio Luciano Spalletti durante una conferenza stampa nel periodo del mercato di riparazione. Il tecnico di Certaldo rispondendo a chi gli chiedeva se avesse chiesto rinforzi alla società, per sopperire al numero elevato degli indisponibili, spiegava piuttosto come sarebbe stato auspicabile utilizzare quei soldi in maniera più intelligente investendo in attrezzature mediche di primo livello, in modo da prevenire altri infortunati e conservare il patrimonio già in rosa.
Soltanto seguendo questa logica il delicato 'Juan giallorosso' un giorno potrà essere all'altezza dell'indistruttibile 'Juan verdeoro'...
Valerio Nasetti