
Originariamente Scritto da
Dampyr
La disavventura è capitata alla terna guidata da Gabriele Gava, "colpevole" di una direzione di gara non all'altezza nel sentitissimo Shkumbini-Flamurtari
Erano stati invitati dalla Federcalcio albanese a dirigere la partita di semifinale della Coppa albanese di calcio tra Shkumbini e Flamurtari, ma sono stati costretti a sospendere l'incontro e a cercare rifugio dalla fitta sassaiola fatta partire dagli ultrà della squadra di casa. E' accaduto mercoledì nello stadio di Peqin, nell'Albania centrale, alla terna arbitrale italiana composta dall'arbitro Gabriele Gava e dai suoi assistenti Gianantonio Pugiotto e Gianluca Cariolato.
L'aggressione è avvenuta a dieci minuti dal termine dell'incontro, quando il pareggio stava condannando la squadra di casa dello Shkumbini all'eliminazione dal torneo (all'andata aveva vinto il Flamurtari 1-0). Ad accendere la 'miccia' è stato uno dei dirigenti dello Shkumbini, che ha aggredito il guardalinee Pugiotto prima verbalmente e poi anche fisicamente, spintonandolo.
I tifosi sugli spalti hanno fatto il resto, cominciando a lanciare sassi contro la terna. Ad avere la peggio è stato Pugiotto, colpito alla schiena con un pezzo di cemento (della grandezza di un mattone). Cariolato invece è stato colpito da una pietra a una mano. E' andata meglio all'arbitro Gava (designato per dirigere domenica prossima Juventus-Lecce), che è riuscito ad evitare che un sasso lo colpisse alla testa.
Secondo quanto riportano i testimoni, la polizia presente allo stadio non avrebbe fatto nulla per placare la furia degli ultrà. Al coro dei tifosi accaniti si è anzi aggiunto anche Dashnor Sula, un parlamentare della maggioranza che sostiene il premier Sali Berisha. Pronte le pubbliche scuse della Federcalcio albanese, che ha ringraziato i tre arbitri "venuti come amici, ma non trattati come tali".
Nel pomeriggio di oggi è arrivata anche la reazione della ambasciata italiana a Tirana. "L'ambasciata d'Italia sottolinea la gravità dell'episodio che ha colpito cittadini italiani impegnati in una manifestazione sportiva ufficiale in territorio albanese e l'inadeguatezza delle misure di sicurezza a tutela dei partecipanti all'evento sportivo, ed in particolare, a protezione dello staff arbitrale italiano oggetto di aggressione", si legge nella nota diffusa dalla rappresentanza diplomatica italiana. C'è chi non riesce a essere profeta in patria. E chi, come i nostri arbitri, non trova nemmeno fortuna altrove.
fonte:Eurosport
