Basta prediche o la Regione taglierà sulle «emergenze» che stanno a cuore alla Chiesa. Giancarlo Galan ha risposto così ai vescovi veneti che gli rinfacciavano scandalizzati d'avere stanziato 436.800 euro più Iva per prendere per sé e gli assessori 13 auto blu extra-lusso. I soldi pubblici li amministra o no lui? E lui li dà a chi gli pare. Quindi, se c'è da risparmiare, comincerà dal «sociale». La furente invettiva del governatore forzista, vergata sotto il titolo «La befana delle auto blu, il cronista fifty-fifty del giornale filoprodiano e quei tre vescovi dediti al peccato dell'ira e dell'arroganza», è un documento politico da conservare. Dopo avere attaccato il Corriere e chi ci scrive sia pure stando sul generico (forse perché memore della condanna a pagare 260 mila euro a due giornalisti della Rai bollati come soviet, offesa affannosamente negata in tribunale spiegando che i soviet erano «espressione di quella democrazia reale che ancora oggi viene rimpianta da molti» e «l'aggettivo sovietico non ha certo valenza diffamatoria» il presidente dice tre cose:
1) Che la vecchia autoblu lui l'ha spremuta «fino a quando il mezzo ha raggiunto i 300 mila chilometri».
2) Che quella delle autoblu esageratamente lussuose è «una storiella» così come sono «falsità demagogiche» le rivelazioni del Corriere del Veneto sulla grandeur delle sedi regionali a Bruxelles e a Roma.
3) Che dietro le denunce c'è (e ti pareva) un «burattinaio» impegnato in una «campagna d'inverno, probabilmente organizzata per anticipare le prossime scadenze elettorali in Veneto». Opinioni. Da archiviare sotto la voce «complotti e complottardi» insieme a lamentele esattamente rovesciate quali quelle di governatori di sinistra come Antonio Bassolino o Agazio Loiero. E facili da confutare ricordando come dentro la stessa maggioranza di centro-destra veneta sia stato un pezzo della Lega (e prima ancora della sinistra o dei giornali) a sollevare «perplessità» intorno sia alle nuove autoblu sia alla decisione di comprare una sede regionale da 4,3 milioni di euro a Bruxelles e di cercarne una (di prestigio, vicino al Parlamento e di almeno 700 metri quadri per un costo stimato in oltre 7 milioni) sul Tevere. La parte più interessante dello sfogo galaniano, però, è quella in cui il governatore azzurro attacca i vescovi di Padova (Antonio Mattiazzo), di Rovigo (Lucio Soravito De Franceschi) e di Vittorio Veneto (Giuseppe Zenti), che avevano osato criticare la decisione della giunta di varare una gara per il noleggio a lungo termine di 13 nuove autoblu con richieste così esigenti (3.000 di cilindrata, trazione integrale, lunghezza non inferiore a 480 cm, navigatore satellitare, selleria in pelle, climatizzatore automatico, cristalli laterali e lunotti scuri) da restringere di fatto la scelta alle grandi berline extra-lusso, tutte straniere. Scelta che, insieme col recente aumento delle pensioni dei consiglieri regionali, monsignor Zenti aveva bollato come una «corsa a chi arraffa di più» contro la quale la gente deve «ribellarsi».
Liquidati i vescovi come «dediti al peccato dell'ira e dell'arroganza», Galan chiude con parole che, se fosse trapanese e non padovano, gli guadagnerebbero una vignetta con la coppola. Testuale, su carta intestata: «Ai tre vescovi che il quotidiano filo-prodiano presenta e fa parlare come persone in preda all'ira e al più savonaroliano livore, farò pervenire nei prossimi giorni una proposta di rigoroso e severo risparmio, da attuarsi a spese del sociale e di tutte quelle altre emergenze, urgenze e necessità di tipo solidaristico che la Regione del Veneto meglio e più di altre Regioni finanzia da anni». Cosa, cosa? Vuol dire che per mettere in riga chi critica il rifiuto di normali, belle e dignitose berline nel nome delle auto più costose sul mercato dopo le Bentley, le Rolls Royce e le Porche Carrera, lui andrà per dispetto a risparmiare sui fondi alle organizzazioni no-profit, ai centri che aiutano i disabili, alle associazioni che assistono gli anziani o i ragazzi alla deriva? Abbiamo capito bene? Pare di sì. Tanto più che il governatore chiude augurandosi minacciosamente una rivolta di chi rischia questi nuovi tagli contro gli improvvidi moralizzatori: «Sono certo che dal restante mondo cattolico del Veneto verrà data a quei tre vescovi la risposta che si meritano». E adesso stiamo a vedere. Ma è possibile che lo scontro, fra la giunta veneta e un pezzo della Chiesa, sia solo all'inizio.
Gian Antonio Stella
07 gennaio 2007
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...7/stella.shtml
Aspetto i commenti degli amministrati da codesto genio (di uno in particolare ).