Cookie Consent by Free Privacy Policy website Eutanasia.
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Discussione: Eutanasia.

  1. #1
    Utopico L'avatar di macedone
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    Predefinito Eutanasia.

    Lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
    Da Piergiorgio Welby, Co-Presidente dell’Associazione Coscioni


    Caro Presidente,
    scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese.

    Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.
    La giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare. Una volta mi alzavo al più tardi alle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora la mia patologia, la distrofia muscolare, si è talmente aggravata da non consentirmi di compiere movimenti, il mio equilibrio fisico è diventato molto precario. A mezzogiorno con l’aiuto di mia moglie e di un assistente mi alzo, ma sempre più spesso riesco a malapena a star seduto senza aprire il computer perchè sento una stanchezza mortale. Mi costringo sulla sedia per assumere almeno per un’ora una posizione differente di quella supina a letto. Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la tv, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina.
    Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà.

    Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una “morte dignitosa”. No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte.

    La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili. La morte è altro. Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire. È un continuare a muoversi nel solco dell’occultamento o del travisamento della morte che, scacciata dalle case, nascosta da un paravento negli ospedali, negletta nella solitudine dei gerontocomi, appare essere ciò che non è. Cos’è la morte? La morte è una condizione indispensabile per la vita. Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo”.

    L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è “morte dignitosa”, ma morte opportuna, nelle parole dell’uomo di fede Jacques Pohier. Opportuno è ciò che “spinge verso il porto”; per Plutarco, la morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto e Leopardi la definisce il solo “luogo” dove è possibile un riposo, non lieto, ma sicuro.
    In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei, Olanda, Belgio, hanno introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di “approdo” alla morte opportuna.
    Una legge sull’eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L’associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l’impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. Anche nella diga opposta dalla Chiesa si stanno aprendo alcune falle che, pur restando nell’alveo della tradizione, permettono di intervenire pesantemente con le cure palliative e di non intervenire con terapie sproporzionate che non portino benefici concreti al paziente. L’opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare. Molti hanno assistito un famigliare, un amico o un congiunto durante una malattia incurabile e altamente invalidante ed hanno maturato la decisione di, se fosse capitato a loro, non percorrere fino in fondo la stessa strada. Altri hanno assistito alla tragedia di una persona in stato vegetativo persistente.
    Quando affrontiamo le tematiche legate al termine della vita, non ci si trova in presenza di uno scontro tra chi è a favore della vita e chi è a favore della morte: tutti i malati vogliono guarire, non morire. Chi condivide, con amore, il percorso obbligato che la malattia impone alla persona amata, desidera la sua guarigione. I medici, resi impotenti da patologie finora inguaribili, sperano nel miracolo laico della ricerca scientifica. Tra desideri e speranze, il tempo scorre inesorabile e, con il passare del tempo, le speranze si affievoliscono e il desiderio di guarigione diventa desiderio di abbreviare un percorso di disperazione, prima che arrivi a quel termine naturale che le tecniche di rianimazione e i macchinari che supportano o simulano le funzioni vitali riescono a spostare sempre più in avanti nel tempo. Per il modo in cui le nostre possibilità tecniche ci mantengono in vita, verrà un giorno che dai centri di rianimazione usciranno schiere di morti-viventi che finiranno a vegetare per anni. Noi tutti probabilmente dobbiamo continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento, e non è solo il cadere in uno stato di incoscienza.

    Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.
    Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico.

    Sono consapevole, Signor Presidente, di averle parlato anche, attraverso il mio corpo malato, di politica, e di obiettivi necessariamente affidati al libero dibattito parlamentare e non certo a un Suo intervento o pronunciamento nel merito. Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto.

    Il sogno di Luca Coscioni era quello di liberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, ai malati. Il suo sogno è stato interrotto e solo dopo che è stato interrotto è stato conosciuto. Ora siamo noi a dover sognare anche per lui.

    Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi.

    Piergiorgio Welby
    Visto che la cosa è piuttosto delicata...

    Cerchiamo di rimanere IT e di usare meno parolacce possibili.

    Grazie.

    Ho citato Welby sia per un fatto temporale, sia, e soprattutto, perchè mi ha colpito la lucida analisi, condivisibile o meno, che ha fatto.
    Ultima modifica di macedone; 29-09-2006 alle 00:57
    abbasta co'sto feisbuc
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    disse la vecchia signora "30 sul campo 20 di bocca"


  2. #2
    MODERATORE L'avatar di slaine
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    Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata?

    totalmente d'accordo.
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  3. #3
    ADMIN L'avatar di teppic
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    L'eutanasia è un di quei problemi che non capisco.

    Cioè, non capisco come la si possa non approvare...
    Damn the soul of your dead ancestors


  4. #4
    Titanico L'avatar di Nails74
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    Facendo finta di non accorgersi che poi di fatto l'eutanasia già avviene.....
    Stag 34: IV.12
    Stag 28/33: 5°,3°,5°,2°,1°,1° in V.173
    Stag 24/27: 5°,5°,2°,1° in VI.589
    Stag 23 2° in VII.121

    A mio parere, la grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza in ogni angolo del mondo c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi. Ma il calcio, oggi, è sempre più un'industria e sempre meno un giocoZdenek Zeman

    http://www.papclems.com/loghi/zemandland12.gif
    by papclems

  5. #5
    MODERATORE L'avatar di slaine
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    Citazione Originariamente Scritto da Teppic
    Cioè, non capisco come la si possa non approvare...
    basta anteporre il dogma ad un pò di buon senso e non voglio neanche tirare in ballo l'esperienza del dover assistere al lento spegnersi di una persona con cui, a mente fredda, capisci si è fatto "accanimento terapeutico"
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  6. #6
    Sovrannaturale L'avatar di francamdar
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    da cattolico riconosco solo a Dio il pontificato sulla vita umana:
    così non riconosco a nessun uomo (neanche a se stessi) il diritto di toglierla.
    capisco tutte le altre visioni e ne comprendo le motivazioni, comunque subordinate al valore (e alle valenze) che si danno alla vita stessa.


    edit:
    Citazione Originariamente Scritto da macedone
    Cerchiamo di rimanere OT e di usare meno parolacce possibili.
    lapsus freudiano??
    Ultima modifica di francamdar; 28-09-2006 alle 18:58

  7. #7
    MODERATORE L'avatar di slaine
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    da cattolico riconosco solo a Dio il pontificato sulla vita umana:
    così non riconosco a nessun uomo (neanche a se stessi) il diritto di toglierla.
    normalmente sono d'accordo con gran parte delle tue convinzioni.
    Su questo no.
    Ho una cultura fondamentalmente laica e spesso mi pongo anche la domanda su cosa sia "Dio". Subordinare a lui per interoposta persona (mi riferisco al dogma dell'infallibilità del papa che non mi pare sia stato modificato nella sostanza di recente) la decisione su cosa fare della MIA vita è semplicemente qualcosa che non posso accettare.
    Non mi permetterei mai di giudicare cosa fare della vita di qualcun altro, ma della mia voglio poter pensare di essere libero di morire con dignità.

    Perchè alla fine di questo si tratta: di morire in modo degno.
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  8. #8
    Splendido L'avatar di samleroy
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    Citazione Originariamente Scritto da Teppic
    L'eutanasia è un di quei problemi che non capisco.

    Cioè, non capisco come la si possa non approvare...
    Se non sbaglio più che eutanasia stan riconsiderando il testamento biologico, ossia la decisione presa in completa autonomia e lucidità di non accanirsi con le cure nell'eventualità che qualcosa di brutto accada. E questo credo sia il punto da considerare maggiormente perchè... come sempre il mondo è pieno di persone, di casi, di motivazioni, ma nella pluralità ci sono persone disposte a tutto, senza scrupoli...mi spiego: alla base del vietare gli esperimenti di clonazione su embrioni umani c'è anche il fatto che potrebbe portare a una positiva clonazione di cellule di organi per combattere malattie come cancro e distrofia ma come sempre un mezzo potrebbe essere utilizzato per altri fini, meno nobili, come clonare persone cercando di migliorarne i geni alla ricerca di un altro essere. Anche se sarei favorevole a certi esperimenti per non negare neanche 1 possibilità di salvezza a povera gente che lotta per la vita va considerato il fatto che occorrerebbe un regime di pieno e totale controllo su uno strumento potente come la genetica. E così alla base del vietare la pena di morte c'è anche la considerazione che sbagliando sentenza anche solo 1 volta su 1 miliardo si condannerebbe una persona totalmente innocente alla cruda attesa dell'esecuzione. E nel vietare un'offesa non proporzionale alla difesa anche verso intrusi nella propria casa ci sta il fatto che qualcuno così troverebbe il modo di regolare i conti in modo legale. E così,credo, nel vietare l'eutanasia ci sta il fatto che in realtà uno potrebbe non essere spacciato o avere anche solo 1 possibilità su un milione di svegliarsi ma venir dato per ormai morto per altri motivi..

    Se c'è una cosa su cui riflettere al limite credo sia appunto questo testamento biologico più che l'eutanasia di per sè ma...anche qui ci sarebbe la necessità di un regime di controllo molto accurato.
    Stagione 39: 6° in VI.937 ; Stagione 38: 4° in VI.937; Stagione 37: 4° in VI.937; Stagione 36: 2° in VI.937; Stagione 35: 4° in VI.937; Stagione 34: 2° in VI.937; Stagione 33: 6° in VI.937; Stagione 32: 2° in VII.796; Stagione 31: 1° in VIII.449; Stagione 30: 3° in VIII.449; Stagione 29: 2° in VIII.449; Stagione 28: 4° in VIII.449

  9. #9
    Formidabile L'avatar di _kraMer_
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    da cattolico riconosco solo a Dio il pontificato sulla vita umana:
    così non riconosco a nessun uomo (neanche a se stessi) il diritto di toglierla.
    capisco tutte le altre visioni e ne comprendo le motivazioni, comunque subordinate al valore (e alle valenze) che si danno alla vita stessa.
    Questa non è la vita che, a tuo giudizio, ci ha dato Dio. Questa è vita che ci da la scienza, attraverso l'accanimento terapeutico. Quell'uomo, per volere di Dio, senza la scienza sarebbe già morto da un pezzo. Quindi il discorso si pone all'inverso se mai: è giusto che l'uomo prolunghi l'esistenza che Dio gli vuole togliere?

    Ovviamente, da non credente ti dico si; ma tu, da credente, per le stesse tesi che hai sostenuto ora, dovresti dire no.

  10. #10
    Sovrannaturale L'avatar di Gilardino20
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    da cattolico riconosco solo a Dio il pontificato sulla vita umana:
    Guarda anche io credo in Dio ma in certi casi bisogna aprire gli occhi

    D'altronde siamo in Italia e i politici (la maggior parte) pensano all'approvazione delle gerarchie vaticane

  11. #11
    Utopico L'avatar di macedone
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    da cattolico riconosco solo a Dio il pontificato sulla vita umana:
    così non riconosco a nessun uomo (neanche a se stessi) il diritto di toglierla.
    capisco tutte le altre visioni e ne comprendo le motivazioni, comunque subordinate al valore (e alle valenze) che si danno alla vita stessa.
    E la sofferenza umana in tutto ciò che ruolo ha?

    Cioè non viene affatto considerata, perchè?

    Per chi parla di testamento biologico, il problema sostanziale è questo:
    ammettiamo che si scelga contro l'accanimento terapeutico, la persona la si fà morire di fame e di sete? Visto che qualunque altro intervento non sarebbe possibile.

    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    edit:

    lapsus freudiano??


    Correggo...
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  12. #12
    Buono
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    Citazione Originariamente Scritto da macedone
    E la sofferenza umana in tutto ciò che ruolo ha?

    Cioè non viene affatto considerata, perchè?

    Per chi parla di testamento biologico, il problema sostanziale è questo:
    ammettiamo che si scelga contro l'accanimento terapeutico, la persona la si fà morire di fame e di sete? Visto che qualunque altro intervento non sarebbe possibile.
    il testamento biologico mi sembra la solita soluzione "pastetta all'italiana".
    voglio dire: si parla di eutanasia perché si ritiene di dover evitare al malato terminale la sofferenza che inevitabilmente egli provi, nonché, se è un atto volontario deciso non dai parenti ma dal paziente stesso in piena coscienza, per porre fine ad un'esperienza che egli stesso ritiene lesiva della dignità umana; ora, ditemi voi se staccare le macchine e lasciar morire di sete e di fame una persona voglia dire alleviarne le sofferenze o concedergli una morte dignitosa
    anche agli animali morenti si fanno le punture letali, e un uomo invece deve morire come un cane di strada?
    se non ricordo male l'anno scorso Terry Schiavo è "sopravvissuta" per 5 giorni di agonia dopo che le avevano staccato le macchine che l'alimentavano: 5 giorni!!!!

    questo è un tema troppo complicato però, e credo di non essere l'unico che si senta lacerato in due quando lo affronta, senza riuscire a pervenire ad una posizione netta: da un lato razionalmente non posso non pensare a quanto ho scritto sopra, dall'altro c'è sempre e comunque la formazione cattolica che mi frena...

  13. #13
    Barroso L'avatar di Dr_Velvet
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    Citazione Originariamente Scritto da _kraMer_
    Questa non è la vita che, a tuo giudizio, ci ha dato Dio. Questa è vita che ci da la scienza, attraverso l'accanimento terapeutico. Quell'uomo, per volere di Dio, senza la scienza sarebbe già morto da un pezzo. Quindi il discorso si pone all'inverso se mai: è giusto che l'uomo prolunghi l'esistenza che Dio gli vuole togliere?

    Ovviamente, da non credente ti dico si; ma tu, da credente, per le stesse tesi che hai sostenuto ora, dovresti dire no.
    io nn sono credente,sono tra quelli che si definiscono "agnostici".
    tu hai appena affermato che l'uomo e la scienza sono in grado di ritardare o "contrastare" una decisione divina;ma ,mettendomi nei panni di un cattolico ,non dovrei credere all esistenza di un progetto divino e alla sua forza?

    Tornando all eutanasia, direi che è vero che spesso è frutto di accanimento terapeutico,ma su questo punto le cose si complicano terribilmente.Seguendo le lezioni all università,ho notato nel corso di sei anni che i professori ripetono spesso la frase :"FATE COSì O VI BECCATE LA DENUNCIA".Ciò dipende dal fatto che i medici negli ultimi decenni si sono dovuti confrontare( per fortuna,secondo me) con le aspettative crescenti dei pazienti e per questo si è venuto a creare uno squilibrio tra quello che realmente si può fare e le attese della gente.Si ha timore di dare l'impressione di non aver fatto abbastanza,si è condizionati piu di quanto si possa immaginare dalla paura di azioni legali da parte dei parenti dei pazienti deceduti e chi non ha ampie coperture assicurative viene visto nell ambiente come un folle.

    Rimane poi un altro problema,anche questo di natura pratica e secondo me di una certa importanza.Nella cattolicissima italia credo sarà difficile trovare medici disposti ad esegure l'eutanasia(visto che si ha difficoltà a farsi prescrivere persino la pillola del giorno dopo..);di certo nn si può obbligare nessuno a farlo,visto che si tratta cmq di uccidere qualcuno.Se voi foste malati chiedereste a un vostro parente di farvi un iniezione letale o spegnere le macchine?avreste il coraggio di caricarlo di un peso del genere?
    Io sinceramente no e chiedere di farlo ad un medico solo perchè è uno sconosciuto mi sembra un modo per aggirare il problema.

    Infine un'osservazione su una situazione almeno apparentemente inspiegabile.Nel caso di molte malattie(es: neoplasie) esistono farmaci che consentono una morte naturale ma priva di sofferenza per i pazienti in stato terminale;la terapia del dolore è una consuetudine in molti paesi europei,dove vengono seguiti protocolli collaudatissimi e quindi efficaci.In italia invece questa strada è poco seguita.
    Un mio prof di anestesia e rianimazione sostiene che ciò è da imputare alla concezione del dolore e della sofferenza che ha la gente(inclusi i medici purtroppo) ,una concezione condizionata dalla religione.Io temo che come al solito si tratti di budget,contenimento delle spese,ecc...
    Ma che ca**o è sto BVSG ??? (cit.)
    Accadde nel BVSG:
    Citazione Originariamente Scritto da BVSG
    Barreto accarezza così elegantemente il pallone che il pallone si arrapa.
    Citazione Originariamente Scritto da Teppic
    Totti Merda

  14. #14
    Magnifico L'avatar di Nabarez
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    Citazione Originariamente Scritto da _kraMer_
    Questa non è la vita che, a tuo giudizio, ci ha dato Dio. Questa è vita che ci da la scienza, attraverso l'accanimento terapeutico. Quell'uomo, per volere di Dio, senza la scienza sarebbe già morto da un pezzo. Quindi il discorso si pone all'inverso se mai: è giusto che l'uomo prolunghi l'esistenza che Dio gli vuole togliere?

    Ovviamente, da non credente ti dico si; ma tu, da credente, per le stesse tesi che hai sostenuto ora, dovresti dire no.
    Credo che kraMer abbia preso il punto..
    dove sta la vita che ci ha dato Dio? Questa é vita artificale..mantenimento in vita da parte dei medici.. sembriamo noi gli dei invece..
    Sono assolutamente d'accordo all'eutanasia..sembra che la decisione di mantenere in vita un moribondo ci spetti come rispetto alla vita (e il dolore dove stá... e il senso di tutto ció?), mentre la decisione di lasciare andare le cose come dovrebbero andare (e attenzione: non parlo di decisione di uccidere qualcuno ok??, ma solo di lasciare le cose come stanno..nei casi piú disperati ovviamente..) sembra essere solo nelle mani di Dio...non mi sembra coerente..

    dove NON c'é speranza, non ci deve essere accanimento medico..

    P.S.
    Per la faccenda Terry Schiavo: direttamente da Wikipedia..

    She died thirteen days later at a Pinellas Park hospice on March 31, 2005, at the age of 4

  15. #15
    MODERATORE L'avatar di slaine
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    Citazione Originariamente Scritto da rui_papo_6
    questo è un tema troppo complicato però, e credo di non essere l'unico che si senta lacerato in due quando lo affronta, senza riuscire a pervenire ad una posizione netta: da un lato razionalmente non posso non pensare a quanto ho scritto sopra, dall'altro c'è sempre e comunque la formazione cattolica che mi frena...
    il problema grosso è proprio questo.
    L'eutanasia, così come l'aborto, è un atto così "intimo" che trovo veramente difficile pensare di poter decidere per un'altra persona.
    E' un pò come quella frase....è facile fare il frocio col culo di un altro!
    Ora non vorrei essere tacciato di facile cinisco (per quanto...) ma io vorrei essere in grado di decidere per me, vorrei cioè che le leggi mi consentano di scegliere come porre fine ad un'esistenza che per me potrebbe essere diventata troppo penosa. Io solo posso sapere quanto "penosa" sarebbe la mia vita e solo io posso sapere cosa voglio farne.

    Insomma, libero arbitrio: suona familiare?
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    trad. "andare verso l'oscuro e verso l'ignoto attraverso ciò che è ancor più oscuro e ignoto."

  16. #16
    ADMIN L'avatar di teppic
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    Citazione Originariamente Scritto da samleroy
    E così,credo, nel vietare l'eutanasia ci sta il fatto che in realtà uno potrebbe non essere spacciato o avere anche solo 1 possibilità su un milione di svegliarsi ma venir dato per ormai morto per altri motivi..
    Ma io chiedo di poter decidere almeno per la mia vita, non per quella degli altri.


    Citazione Originariamente Scritto da slaine
    Ora non vorrei essere tacciato di facile cinisco (per quanto...) ma io vorrei essere in grado di decidere per me, vorrei cioè che le leggi mi consentano di scegliere come porre fine ad un'esistenza che per me potrebbe essere diventata troppo penosa. Io solo posso sapere quanto "penosa" sarebbe la mia vita e solo io posso sapere cosa voglio farne.

    Insomma, libero arbitrio: suona familiare?
    Difatti il punto è proprio questo. Nonostante io non capisca chi è contrario rispetto le sue convinzioni, quello che non accetto è che si decida per me.

    Per quanto riguarda il testamente biologico, è una cosa che non ha senso, perchè decidere a mente lucida è una cosa, ma credo che trovarsi in quella condizione sia una cosa che non si può neanche immaginare, e se si chiede di essere lasciati morire penso che lo si faccia perchè quella condizione è diventata insopportabile.
    Damn the soul of your dead ancestors


  17. #17
    Martin Mystere L'avatar di aed1248
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    Io sono dell'idea che una persona ha tutto il diritto di vivere o scegliere di morire, sempre che questo non vada ad interagire direttamente con gli altri. Il problema da risolvere è quello del momento in cui questa decisione deve essere presa... e quindi se il soggetto è in grado di poterlo fare nel momento in cui il dilemma eutanasia si pone in essere.
    In questo mondo devi essere matto, sennò impazzisci...

  18. #18
    Sovrannaturale L'avatar di francamdar
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    Il caso welby, come diceva giustamente kramer è più un caso di accanimento terapeutico che di eutanasia, ma nonostante ciò va a toccare le stesse problematiche.
    Dal mio punto di vista la vita è sacra e a nessuno (neanche a se stessi) può essere concessa l’autorizzazione di sopprimerla.
    Non penso che ogni vita sia solamente sacra ma anche profondamente amata, voluta e preziosa agli occhi di Dio e che abbia orizzonti eterni che confinano con l’infinito: per questo penso che la vita vada onorata, rispettata e difesa, anche e soprattutto in un tempo secolarizzato come questo.
    Credo che ogni percorso umano, anche se attraversato dal dolore, dalla povertà, dalla precarietà, dall’ingiustizia, dallo svilimento, dal vuoto ontologico e da limiti individuali, sia inscritto in un progetto di Amore e di realizzazione. Questo percorso quasi sempre si allontana dai nostri schemi e dai nostri progetti ma ciò nonostante sono certo che raggiungerà gli obiettivi voluti dall’Altissimo: “Dio sa scrivere dritto sulle righe storte tracciate dall’uomo”, senza prescindere dal libero arbitrio e dai diritti di autodeterminazione. Nella mia vita queste convinzioni (per me certezza) trovano riscontro quotidiano nell’esperienza e hanno fonte dalla luce che proviene dallo scandalo della croce di Gesù Cristo: lì trovo il senso della sofferenza, la forza per perdonare (me stesso, amici e nemici) e il valore profondo dell’esistenza.
    Ultima modifica di francamdar; 29-09-2006 alle 13:12

  19. #19
    ADMIN L'avatar di teppic
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    Citazione Originariamente Scritto da francamdar
    Dal mio punto di vista la vita è sacra e a nessuno (neanche a se stessi) può essere concessa l’autorizzazione di sopprimerla.
    Dal TUO punto di vista. Perchè impedire agli altri di pensarla in altro modo?
    Damn the soul of your dead ancestors


  20. #20
    Sovrannaturale L'avatar di francamdar
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    Citazione Originariamente Scritto da Teppic
    Dal TUO punto di vista. Perchè impedire agli altri di pensarla in altro modo?
    il maiuscolo é inutile, mi sembra di avere ben espresso e ripetuto che si trattasse di convinzioni personali e che non fosse mia intenzione l'imporre il mio pensiero ne condizionare nessuno: quello che ho espresso é stato solo per indicare da quali dinamiche nascono i miei principi e rispondere alle domande di cui sopra. (mi sembrava fosse chiaro, temo di essermi sbagliato)

    sull'impedire omicidio, suicidio, eutanasia la risposta é semplice: lo stato non può concedere il diritto di togliere/si la vita, perché sarebbe in totale contrapposizione alla sua identità e funzione d'essere.
    da un punto di vista personale cercherò sempre di impedire suicidio ed eutanasia, perchè credo che nascano soprattutto da momenti di buio, di depressione, di disamore, di vuoto, di perdita di speranza, di cecità dell'anima. credo che la risposta sia nell'amare ogni vita e non nel "cancellare il problema".

    ti racconto una storia vera: un medico milanese appena arrivato a calcutta nell'ospedale fondato da madre Teresa, venne mandato nella corsia dei "terminali" e indirizzato da uno a cui rimanevano pochi istanti ancora; con l'efficentismo tipico dei milanesi tornò da madre Teresa dicendole -"quest'uomo é praticamente già morto. non c'é più niente da fare" e Teresa di rimando -"c'é ancora una cosa da fare: torna lì e amalo! che almeno muoia con qualcuno che gli vuole bene".
    c'era veramente ancora una cosa da fare, la più importante!!

    in un mondo in cui la vita ha valore solo se é vincente, produttiva, efficente; per me é giusto e doveroso ricordarci e affermare che la vita ha comunque un valore assoluto e diritto ad essere amata: anche quando diventa inutile, piegata e piagata, senza speranza e prostrata, difficile da essere vissuta, impossibile da essere salvata.
    Ultima modifica di francamdar; 29-09-2006 alle 14:14

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