2 interventi, in verità, il primo di pulitura del menisco e per sistemare il collaterale, il secondo per il crociato.
Qui a Firenze facciamo le cose per bene, quando ci rompiamo ci fracassiamo a 360° :asd:
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Ah, domenica sera la curva interista ha intonato "Se saltelli muore balotelli" e gli "uh uh uh" a Sissoko.
Vedo che la cazzetta ne ha parlato tanto :sisi:
...anche noi siamo diventati complici della cazzetta, da quando HT è diventato uno sponsor di suddetto foglio informativo o presunto tale...
eppure quest'anno sarebbe bastato meno dell'anno scorso per essere tra i protagonisti... :no:
e meno male che non ne parla, e chi se ne frega :D
è arrivata presto..:sbonk:Citazione:
Dopo 5 mesi CHIVU deferito per i gesti rivolti ai tifosi romanisti nella finale di COPPA ITALIA
Dopo 5 mesi, arriva il deferimento per Cristian Chivu. Il provvedimento e' scattato per i gesti compiuti dal difensore dell'Inter dopo la finale di Coppa Italia disputata il 5 maggio allo stadio Olimpico di Roma. ''Esaminati gli atti dell'indagine, il Procuratore federale ha deferito Commissione Disciplinare Nazionale il giocatore dell'Inter Christian Chivu 'per aver contravvenuto ai principi di lealta', correttezza e probita' avendo, al termine della finale di TIM CUP disputata a Roma in data 05/05/2010, rivolto platealmente e ripetutamente gesti volgari ed offensivi all'indirizzo dei tifosi della squadra avversaria''', si legge sul sito della Figc. Per responsabilita' oggettiva e' stata deferita anche la societa' nerazzurra.
La parola "scattato" mi sembra totalmente fuoriluogo...
Dipende, se parli di scatto alla Adriano è adatto :asd:
Montolivo e Save the Children: "Numeri incredibili, aiutiamo i bambini"
06/10/2010
Eglantyne Jebb, infermiera inglese, aveva 43 anni quando nel 1919 visitò Firenze, ancora sconvolta dalla PrimaGuerra mondiale e dalle sofferenze patite dai bambini. Fu in una strada di Firenze che vide la raffigurazione di un Gesù Bambino in fasce: quell’immagine divenne il simbolo di Save the Children, l’organizzazione non governativa presente oggi in 27 Paesi che si occupa della tutela dei minori. Novantuno anni dopo, il logo è finito sulle maglie della Fiorentina, prima squadra italiana a rinunciare ad uno sponsor ufficiale per sostenere un’associazione umanitaria. Il capitano della Fiorentina, Riccardo Montolivo, è orgoglioso di questa scelta. Problemi fisici lo hanno costretto a saltare il doppio impegno della Nazionale con Irlanda del Nord e Serbia, Save the Children gli fa battere forte il cuore.
Contento di essere il primo capitano italiano a pubblicizzare Save the Children?
«Credo che sia motivo di orgoglio per tutta Firenze questa scelta. La Fiorentina deve esserne fiera: sostenere Save the Children nobilita il nostro lavoro».
Che cosa l’ha impressionata di più di Save the Children?
«Le statistiche. Pensare che nei novanta minuti di una partita possano morire millecinquecento bambini sotto i cinque anni mi fa venire la pelle d’oca. Provate ad immaginare quale sia la cifra annuale».
Avete parlato tra voi giocatori di quest’iniziativa?
«Sì e posso garantire che siamo tutti felicissimi di essere i testimonial di Save the Children. Ci fa sentire più utili».
Da capitano della Fiorentina e giocatore della Nazionale quale messaggio lancia al mondo del calcio?
«La straordinaria forza comunicativa del calcio può essere usata a fin di bene. Veniteci dietro. Save the Children può essere il primo mattone».
Ha parlato di Save the Children in Nazionale?
«Alcuni compagni mi hanno chiesto informazioni. Chiellini, ad esempio».
C’è però anche un lato oscuro che chiama in causa il calcio: la tratta dei bambini africani.
«Vero ed è una piaga da affrontare con decisione. In Sudafrica, nel trasferimento dall’aeroporto a Città del Capo ho visto una bidonville e ho capito perché i ragazzi vogliano scappare e possano finire nelle mani di gente senza scrupoli»
La Gazzetta dello Sport
lillo, ti preferisco quando fai il moviolone a quando fai l'addetto stampa :esd:
il liverpool è stato venduto alla New England Sports Ventures (NESV), che possiede alcune compagnie, tra cui la squadra di baseball dei Boston Red Sox, New England Sports Network, Fenway Sports Group e Roush Fenway Racing....in attesa dell'approvazione della cessione da parte della Premier League...
ciao rinaudo!
Una visita a sorpresa. Privata. E tale avrebbe dovuto rimanere se Borgonovo non avesse deciso di renderla pubblica sulle nostre colonne, sedotto dalla umanità di Balotelli conosciuto tempo fa proprio in Gazzetta.
Ciao Mario, ciao Antony, amico di Balotelli da sempre. La punta del Manchester City si è presentata così, senza che io lo sapessi. D'altronde il suo carattere non è mai banale e sotto questo aspetto ci assomigliamo. Come va il ginocchio? Hai ricominciato ad allenarti? Mi è sembrato quasi timido nel rispondermi. Poi ragionando ho capito che un ragazzo di soli vent’anni, dotato di grande sensibilità, aveva bisogno di qualche minuto per metabolizzare il fatto di vedermi immobile in un letto con una macchina che mi permette di respirare. Vi dirò, cari lettori, che la cosa mi ha fatto molto piacere. Dimostra che il "bimbo" ha rispetto e sensibilità. Dovevo essere io a metterlo a suo agio, e così ho fatto. Alla fine, Mario è rimasto con me circa tre ore: abbiamo parlato con tanta semplicità proprio perché è un ragazzo semplice. E mi ha fatto capire che lui e le sue bravate sono solo autodifese, visto e considerato che ha solo vent'anni. Avevo scommesso con un mio amico che Prandelli non l'avrebbe convocato in Nazionale, per via della sua stupidera. Ma ora, col senno di poi, sono convinto che Cesare abbia visto giusto e sono felice che un talento così faccia parte della nazionale italiana. Il Balo stravede per il nuovo cittì, con lui in azzurro si sente a suo agio e protetto. Perciò se vogliamo che il talento di Balotelli ci dia delle soddisfazioni dobbiamo proteggerlo in modo che lui si senta sereno. Io, facendo così, ho visto un ragazzo normale con tanta voglia di vivere la sua vita come fanno tutti i ventenni di questo mondo. Devo ammettere che Mario mi ha trasmesso molto in quelle tre ore passate a casa mia, per una volta sono io che devo dire grazie. È molto attaccato alla famiglia e soprattutto ha personalità: mi ha confessato che entro i ventiquattro anni riuscirà a vincere il Pallone d'oro... Beh, meglio ragionare così che piangersi addosso. Mario, ti auguro di ottenere tutto il meglio dalla vita e ti ringrazio per aver mantenuto la promessa di venirmi a trovare. Un abbraccio.
Stefano Borgonovo - La Gazzetta dello Sport
Intanto per fortuna che non è venuto alla Roma, ma soprattutto "quando io ero uno dei più grandi allenatori italiani".Citazione:
Originariamente Scritto da http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Roma/06-10-2010/novellino-totti-non-mi-ha-voluto-roma-711374443585.shtml
Cioè, :rotfl:
Ma quando mai....