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La Roma non è mai andata vicina al fallimento con Zeman, casomai ci andò con Ciarrapico, prima che Sensi e Mezzaroma la rilevassero... e fino a prova contraria la roma è stata l'unica società a rientrare del debito con l'erario....
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Oltre 200 milioni di euro: il debito accumulato dalla serie A nei confronti del Fisco ammonta per l'esattezza a 214,2 milioni. Cui vanno aggiunti i 6 milioni non ancora versati agli enti di previdenza. Somme che, per certi versi, impallidiscono se confrontate ai 630 milioni che i club spagnoli di prima e seconda divisione devono alle casse di Madrid, come ha denunciato qualche giorno fa il Governo di Josè Luis Zapatero, super tifoso del Barcellona.
Eppure i debiti tributari iscritti negli ultimi bilanci approvati dalle 20 società del massimo campionato tricolore rappresentano una dote tutt'altro che trascurabile, specie in tempi di vacche magre per i conti pubblici.
C'è da dire che in gran parte si tratta di somme che i club devono versare all'Erario a titolo di Irap o per le ritenute Irpef sugli stipendi pagati ai calciatori nei mesi precedenti alla chiusura dei bilanci. Somme che quindi costituiscono una voce del passivo in qualche modo fisiologica. Oltre un determinato livello, però, trattenendo queste risorse i club realizzano - salvi gli eventuali crediti d'imposta vantati verso lo Stato - una sorta di auto-finanziamento.
Rispetto ai bilanci approvati da quasi tutti i club al 30 giugno 2008 (Milan, Fiorentina, Samp e Torino chiudono il rendiconto con l'anno solare), i debiti tributari sono cresciuti di quasi 20 milioni.
Alla fine del 2007 il calcio italiano professionistico versava in una condizione peggiore, avendo maturato con il Fisco debiti per quasi 755 milioni, 376 dei quali imputati alla sola serie A. Il quadro non proprio brillante dei conti - riferiti ai periodi d'imposta dal 2001 al 2005 - era emerso grazie alla risposta fornita in commissione Finanze del Senato dall'allora sottosegretario all'Economia, Massimo Tononi, a un'interrogazione del presidente, Giorgio Benvenuto. Sul passivo fiscale pesavano i mancati pagamenti di società fallite o in ristrutturazione come il Parma (in rosso con l'Erario per 81,5 milioni), il Napoli (-47 milioni), Fiorentina (-43 milioni) e Torino (-38 milioni). Soldi che solo in minima misura, come spesso accade a seguito di procedure fallmentari, le Entrate hanno potuto recuperare.
Oggi, ai poli opposti della classifica delle società-contribuenti si collocano Cagliari e Lazio. Il club di Massimo Cellino, tra le sorprese sportive di questa stagione, deve al Fisco "solo" 123mila euro. La Lazio di Claudio Lotito invece sta ancora smaltendo il maxi-accordo transattivo sottoscritto nel maggio 2005 con l'agenzia delle Entrate relativo alle imposte Irpef e Iva dovute a tutto il 31 dicembre 2004 e non versate dalle precedenti gestioni per 108,7 milioni (ai quali vanno aggiunti gli interessi legali per un totale di 140 milioni). A carico della società biancoceleste restano debiti tributari superiori agli 80 milioni.
Tra le "grandi" del campionato italiano, la più virtuosa si dimostra la Juventus che ha accantonato poco meno di 6 milioni tra ritenute e altri tipi di imposte non versate. Inter e Milan che hanno il monte ingaggi più cospicuo della serie A hanno debiti tributari, rispettivamente, per 21 e 18,6 milioni di euro. Per entrambe le milanesi, peraltro, le proprietà sono state costrette anche quest'anno a varare aumenti di capitale per coprire perdite d'esercizio che nel caso di nerazzurri hanno sfiorato i 150 milioni. La Roma ha chiuso in attivo il bilancio per 19 milioni di euro a fronte di debiti tributari per quasi 18. Mentre tra le "provinciali" spiccano le posizioni fiscali negative di Atalanta (per 9,6 milioni) e Chievo (8,1).
ho vinto qualche cosa???? :p