diritti umani - lo stato delle cose
so che il post é pesantemente OT, ma non troppo (almeno per chi ha voglia di sforzarsi un po' e uardare il fondo sotto la superficie apparente)
ma visto che si é parlato di violazioni ai diritti umani, posto qualche link sullo stato delle cose sulla pena di morte e sulla condizione dei più deboli (donne e bambini)
avrei potuto anche intitolarlo "la radice del terrorismo e dell'odio"
tanto per far capire che certi orrori non sono appannaggio di una sola cultura.
tanto per interrogarsi su chi viola veramente i diritti umani a questo mondo.
siccome sono certo che qualche pitecantropo vorrà buttarla sulla politica prego chi é minimamente senziente a non cascare in tranelli e provocazioni
daltronde non si è mica obbligati a leggere
fra
pena di morte nel mondo
la pena di morte oggi
la pena di morte nei paesi islamici
la pena di morte in cina
la pena di morte in europa
la legislazione americana (la pena di morte é prevista anche per ritardi mentali dal 1976 al 2000 34 esecuzioni)
condanne di minori
Qualche cifra sulla condizione della donna nel mondo:
Il 70% dei poveri e i 2/3 degli analfabeti nel mondo sono donne. Solo il 14% delle posizioni professionali direttive sono occupate da donne, il 10% dei seggi parlamentari e il 6% delle cariche ministeriali.
Eppure la speranza di vita delle donne è aumentata il 20% più velocemente di quella degli uomini nel corso degli ultimi decenni. Questi risultati sono dovuti al miglioramento della rete di assistenza sanitaria.
Oggi il 34% delle donne nel mondo è ancora analfabeta, contro il 19% degli uomini.
Le donne sono ancora fortemente discriminate sul mercato del lavoro, infatti molto spesso il loro viene nascosto o poco o affatto remunerato. In Africa il 70% del lavoro agricolo è assicurato dalle donne che si occupano inoltre della vendita dell’80% dei prodotti alimentari.
Bambine e adolescenti
Un’indagine ufficiale condotta in Cina ha indicato che il 12% di tutte le gravidanze di feti di sesso femminile termina con un aborto. In tutta l’Asia meridionale i bambini sono molto più numerosi delle bambine. In Pakistan, ad esempio, uno studio rivela che il 71% dei bambini sotto i due anni di età ricoverati in ospedale sono maschi, le femmine se si ammalano ricevono meno cure. Spesso i genitori scelgono di mandare a scuola i figli maschi perché le femmine sono più utili in casa nei lavori domestici.
In Afganistan, Burkina Faso, Mali, Nepal, Nigeria e Yemen, circa tre quarti delle ragazze non hanno completato alcun tipo di istruzione; in Bangladesh, Guinea, Marocco e Senegal la percentuale supera la metà. In Bangladesh, però, grazie alle scuole pilota del BRAC (Bangladesh Rural Advancement Committee) finanziate dall’UNICEF e da alcuni Paesi europei, molte bambine hanno l’opportunità di studiare.
Quello dei matrimoni e delle gravidanze precoci è un grave problema: in Bangladesh 71,8% delle ragazzine tra i 15 e i 19 anni sono già sposate; la mortalità da parto in questa fascia di età è doppia rispetto alla media.
Si verifica spesso una profonda discrepanza tra i diritti garantiti a livello politico e quelli effettivamente praticati nella convivenza civile. Ciò è tanto più vero per le donne che ancora in molte realtà, soprattutto nel Sud est asiatico, imparano a loro spese che i diritti politici significano in realtà diritti dei membri maschi della società.
Mai più violenza sulle donne in tutto il mondo!
di Irene Khan, Segretaria Generale di Amnesty International
"In Asia e Medio Oriente le donne vengono uccise in nome dell'onore. Nell'Africaoccidentale le ragazze sono sottoposte amutilazioni genitali femminili in nomedella tradizione. Nell'Europa occidentale le donne migranti e rifugiate sonoattaccate perché non accettano le usanze sociali della comunità che le ospita. Nella regione meridionale dell'Africa le ragazze sono stuprate e infettate con il virus dell'HIV/AIDS perché coloro che abusano di loro sono convinti che fare sesso con una vergine li guarirà dalla malattia.
Infine, nei paesi più ricchi e più sviluppati del mondo, le donne vengono picchiate a morte dal proprio partner.
Questo tipo di violenza si diffonde perché sono troppi i governi pronti a chiudere un occhio e a lasciare che la violenza sulle donne abbia impunemente luogo. In troppi paesi, le leggi, le politiche e le usanze sono discriminatorie nei confronti delle donne: negano loro glistessi diritti degli uomini, rendendole così più vulnerabili di fronte alla violenza. La proliferazione delle armi di piccolo calibro, la militarizzazione in atto in molte società e l'attacco al cuore dei diritti umani nell'ambito della "guerra al terrorismo" non fa che peggiorare il calvario di molte donne. I diritti umani sono universali: la violenza sulle donne è un abuso dei diritti umani su scala universale. Donne di continenti e paesi diversi, di religioni, culture e retroterra sociali differenti, istruite o analfabete, ricche o povere, sia che vivano in guerra o in tempo di pace, sono legate dal filo comune della violenza subita da gruppi armati o dalloStato, dalla comunità o dalla loro stessa famiglia."
La violenza contro le donne in Francia: un affare di stato
"Gli atti di violenza all’interno della coppia riguardano, secondo dati del 2003, una donna su dieci in Francia."
Guatemala: in aumento gli omicidi di donne nel 2006
"Nell’ultimo rapporto Guatemala: No protection, no justice: killings of women (AMR 34/019/2006, 18 luglio 2006), Amnesty International denuncia l’aumento, per il quarto anno consecutivo, degli omicidi di donne in Guatemala, e l’assenza di un’efficace azione giudiziaria da parte delle autorità.
Solo nel 2005, almeno 665 donne sono state uccise brutalmente in Guatemala. Molte sono state sequestrate, altre sottoposte a sofferenze estreme prima di essere uccise. I loro corpi sono stati mutilati, squartati e violati. Nei pochi casi sottoposti a indagine, i procedimenti mancano solitamente d’efficacia: le prove non vengono raccolte e conservate in modo adeguato, per ogni singolo caso vengono messe a disposizione scarse risorse e i testimoni non vengono protetti."
Tratta di donne e prostituzione forzata
"# L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) stima che circa 50.000 donne della Repubblica Dominicana lavorino nel commercio sessuale in Austria, Curacao, Germania, Grecia, Haiti, Italia, Paesi Bassi, Panama, Porto Rico, Spagna, Svizzera, Venezuela ed alcuni paesi caraibici. Nella Repubblica Dominicana, nell’industria del sesso all’estero è considerato un’alternativa per le donne impoverite che non sono in grado di trovare opportunità occupazionali nel proprio paese.
# Una ricerca dell’OIM presenta dati che suggeriscono che il numero di donne vittime di tratta dall’Europa orientale e centrale verso l’Europa occidentale sia aumentato nel corso degli anni ’90; in Belgio, nel 1993 il numero di vittime provenienti dall’Europa centrale ed orientale che ha chiesto assistenza era il doppio rispetto al 1992. Nei Paesi Bassi, tra il 1992 ed il 1994, questo numero è triplicato. Nei Paesi Bassi, più di tre quarti delle vittime di tratta avevano meno di 25 anni (molte avevano dai 15 ai 18 anni) e lavoravano tutte come prostitute.
# Un’altra ricerca dell’OIM, basata sui dati forniti dalle autorità statistiche italiane, fornisce alcune indicazioni sulla portata della tratta di donne a scopo di sfruttamento sessuale. Nel 1994 in Italia 737 persone sono state accusate di aiutare, essere complici di, incitare e sfruttare la prostituzione. Più di un terzo degli accusati erano stranieri, prevalentemente dell’Europa centrale ed orientale."
Rapporto 2000 della Relatrice della Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite - Speciale sulla violenza contro le donne
COMMISSIONE DIRITTI UMANI
56 sessione (29 Febbraio 2000)
Punto 12 (a) in agenda dell’agenda provvisoria
L’influenza della discriminazione razziale sul traffico di persone, in particolare di donne e bambini
"Il traffico di persone è un fenomeno che colpisce e coinvolge tutte le regioni e la maggior parte dei Paesi del mondo. Mentre le vie del traffico cambiano continuamente, un fattore rimane invariabile: il divario economico tra i paesi di origine e i paesi di destinazione. Come per ogni forma di migrazione illecita, il traffico implica inevitabilmente un flusso di persone che si muovono da un paese più povero ad uno più ricco. Il traffico di donne provenienti dal Sud-Est asiatico si dirige verso l’America del Nord ed altri paesi del Sud-Est asiatico; quello di donne africane verso l’Europa Occidentale. La dissoluzione dell’ex Unione Sovietica ed il conseguente cambiamento dell’equilibrio economico e politico hanno causato un drammatico aumento del traffico di donne provenienti dall’Europa Centrale ed Orientale.
Il traffico di persone aumenta anche durante e dopo prolungati conflitti sociali. La ex-Iugoslavia è diventata, oltre ad una delle principali destinazioni del traffico di persone, anche un punto di transito importante ed un centro di smistamento per le donne provenienti dall’Europa Centrale ed Orientale. I fatti suggeriscono che, durante la crisi del Kosovo, donne e ragazze sono state rapite da bande armate o comunque sottratte dai campi profughi in Albania settentrionale. Molte organizzazioni internazionali hanno riportato che il traffico di persone verso e dal Kosovo ed altre parti della ex-Iugoslavia è oggi in aumento a seguito di una crescente domanda da parte di lavoratori stranieri benestanti, comprese le forze di pace delle Nazioni Unite, che ricorrono alla prostituzione."
Consolidare le conquiste, e andare avanti:
i diritti umani delle donne a cinque anni da Pechino (maggio 2000)
UFFICIO DELL'ALTO COMMISSARIO PER I DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE
infanzia negata:
Stop all'uso di bambini soldato
Unicef: Dati e statistiche economico-sociali (2003)
Rapporto UNICEF "La condizione dell'infanzia nel mondo 2006"
infanzia negata in ecuador in uganda in brasile in brasile nelle ande a calcutta in thailandia
etc, etc, etc, etc
Unicef: Dati e statistiche economico-sociali
Dati chiave sull' infanzia (2003)
Numero di bambini nel mondo: 2,2 miliardi. Numero di bambini che vivono in povertà: oltre 1 miliardo
Bambini nei paesi in via di sviluppo che vivono in case prive di servizi igienici e acqua potabile: rispettivamente, 1 su 3 e 1 su 5. Bambini di paesi in via di sviluppo che non hanno accesso all'assistenza sanitaria: 1 su 7
Bambini sotto i 5 anni che muoiono ogni giorno a causa di malattie prevenibili: 29.158
Totale dei bambini morti nel 2003: 10,6 milioni
Speranza di vita media per un bambino nato in Giappone: 85
Speranza di vita media per un bambino nato in Zambia: 33
Percentuale dei bambini sottopeso alla nascita in Sudan: 31
Percentuale dei bambini sottopeso alla nascita nella Repubblica di Corea: 4
Totale dei bambini nati in Canada nel 2003: 319.000
Totale dei bambini uccisi in Ruanda nel 1994: 300.000
Percentuale di decessi infantili tra i 3,6 milioni di persone uccise in guerra dal 1990: 45%
Aumento medio del tasso di mortalità infantile 0-5 anni durante una guerra “tipica” di 5 anni: 13%
Numero dei bambini in Belgio: 2 milioni
Numero dei bambini sfruttati nell'industria del sesso: 2 milioni
Costo di produzione di una mina antiuomo: meno 3 dollari USA
Costo di bonifica di una mina antiuomo: fino a 1.000 dollari USA
Numero stimato di nuovi contagi da HIV nel 2003: 5 milioni
Numero di contagi tra individui con meno di 25 anni: 2,5 milioni
Numero dei bambini orfani a causa dell'AIDS: 15 milioni; di questi 8 su 10 vivono nell'Africa Sub-Sahariana
Percentuale di persone affette da HIV/AIDS che vivono nei paesi in via di sviluppo: oltre il 90%; percentuale di queste che necessita di trattamenti con farmaci anti-retrovirali ma che non vi ha accesso: 93%
Telefoni ogni 100 persone in Svezia: 162
Telefoni ogni 100 persone in Bangladesh: 1
Percentuale di spesa pubblica destinata alla sanità dai governi dei paesi industrializzati: 15%
Percentuale di spesa pubblica destinata alla sanità nell'area dell'Asia Meridionale e del pacifico: 1%
Spesa militare globale nel 2003: 956 miliardi di dollari
Costo addizionale annuo necessario per finanziare gli Obiettivi di sviluppo del millennio: 40-70 miliardi
Paesi che hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia: 192
Paesi che non hanno ratificato la Convenzione sui diritti dell'infanzia: 2
Informazioni chiave: HIV/AIDS
La morte e la malattia di milioni di adulti a causa dell'AIDS si ripercuote con effetti disastrosi sulla vita dei bambini. Allo stesso tempo, un numero crescente di bambini sta morendo di AIDS.
L'AIDS è oggi, a livello mondiale, la principale causa singola di morte per le persone d'età compresa tra i 15 e i 49 anni di vita. Nel 2003, 2,9 milioni di persone sono decedute a causa dell''AIDS, tra cui quasi mezzo milione di bambini sotto i 15 anni d'età. Nello stesso anno, circa 4,8 milioni di persone sono state contagiate dall'HIV, di cui 630.000 erano bambini.
Alla fine del 2003, circa 2,1 milioni di bambini sotto i 15 anni risultavano affetti da HIV/AIDS, la maggior parte contagiati durante la gravidanza, il parto o attraverso l'allattamento. Botswana, Zimbabwe e Swaziland, che presentano tassi di HIV tra i più alti al mondo, hanno registrato il secondo, terzo e quarto più alto picco di mortalità infantile tra il 1990 e il 2002. A livello globale, circa il 4% dei decessi infantili sono causati dall'AIDS.
L'impatto sui bambini della malattia emerge in tutta la sua drammaticità dall'ondata di orfani causati dall'AIDS: in appena 2 anni, tra il 2001 e il 2003, il numero dei bambini che hanno perso entrambi i genitori a causa dell'HIV/AIDS è aumentato da 11,5 milioni a 15 milioni, l'80% dei quali vive nell'Africa Sub-sahariana.
Circa il 90% dei bambini orfani vive in famiglie allargate, la maggior parte delle quali sono già sottoposte a una pressione notevole; molti altri milioni vivono in famiglie i cui membri sono malati o stanno morendo.
La malattia o la morte di una madre o di un parente, negli anni più delicati per lo sviluppo del bambino, mette a repentaglio la soddisfazione dei suoi più elementari bisogni. La malattia priva i bambini delle loro famiglie, la prima e fondamentale difesa contro violenze e abusi.
I bambini che hanno perso i genitori hanno minori opportunità di andare a scuola, minori probabilità di seguire il grado d'istruzione che gli compete, mentre è per loro maggiore il rischio dell'abbandono scolastico. I bambini orfani sono inoltre più a rischio, rispetto ai non orfani, di cadere vittime delle peggiori forme di lavoro minorile, si tratti di lavori agricoli, domestici, di sfruttamento sessuale o mendicità in strada. Un'indagine conoscitiva ha rivelato che, in Zambia, almeno la metà dei bambini indotti alla prostituzione avevano perso entrambi i genitori, un quarto risultava orfano di un genitore.
Soprattutto nell'Africa sub-sahariana, l'HIV/AIDS sta paralizzando intere comunità, dal momento che le fondamentali risorse umane " agricoltori, insegnanti, medici, personale militare e di polizia " cadono malati e muoiono. L'impatto sugli insegnanti e sul sistema educativo, per fare solo un esempio, si traduce per i bambini in minori opportunità d'istruzione scolastica.
Informazioni chiave: GUERRA
Sempre più spesso i bambini divengono bersaglio dei conflitti armati: quasi la metà delle 3,6 milioni di persone uccise in guerra durante gli anni '90 " con esattezza il 45% dei morti totali - sono bambini.
Molti altri milioni di bambini sono rimasti gravemente feriti o sono stati resi disabili in modo permanente; hanno sopportato violenze sessuali, traumi psicologici, fame e malattie. Circa 20 milioni di bambini sono stati strappati dalle loro case e comunità d'origine a causa della guerra.
Centinaia di migliaia di bambini sono stati costretti ad assistere o a prendere parte ad atti di violenza. Non tutti i bambini rapiti o reclutati nei conflitti imbracciano le armi: molti sono ridotti a schiavi sessuali, sono costretti a cucinare negli accampamenti militari, sfruttati come portatori o per altri lavori pesanti, usati come messaggeri o come spie. Le bambine sono le più vulnerabili.
La violenza sessuale viene spesso utilizzata in modo deliberato come arma di guerra. In Bosnia-Erzegovina e in Croazia, donne e bambine sono state violentate sistematicamente, come politica bellica. Della violenza sessuale come arma si è fatto largo uso nei conflitti della Repubblica Democratica del Congo, della Sierra Leone, della Liberia e nel Darfur, con aggressioni e abusi che proseguono nei campi d'accoglienza per gli sfollati dalla guerra.
Molti paesi in guerra registrano un alto tasso di HIV, fatto che contribuisce a creare le condizioni per un rapido aumento dei contagi. Nel Ruanda 2.000 donne, la maggior parte delle quali sopravvissute a violenze sessuali, hanno effettuato il test per l'HIV nei 5 anni successivi al genocidio: l'80% sono risultate sieropositive; molte non erano sessualmente attive prima della violenza subita.
Le reti di protezione su cui i bambini fanno affidamento vengono spesso meno durante i conflitti armati. Le istituzioni che dovrebbero assicurare il rispetto della legge, le scuole e i centri sanitari, le famiglie e le comunità locali perdono la struttura e la potestà che hanno in tempo di pace.
Durante una guerra della durata media di 5 anni, la mortalità infantile 0-5 anni cresce del 13%. Nei primi 5 anni di pace, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni è all'incirca dell'11% superiore al livello prebellico. La Sierra Leone, dopo dieci anni di guerra, presenta in assoluto il più alto tasso di mortalità 0-5 anni del mondo: 284 bambini che, ogni 1.000 nati vivi, non superano il 5° anno di vita.
Le mine antiuomo sono responsabili di 15.000-20.000 vittime all'anno, e circa 1/5 di esse sono bambini. I bambini sono particolarmente a rischio di restare feriti o uccisi a causa delle mine, perché le loro dimensioni ridotte, la forma insolita e i colori le fanno sembrare dei giocattoli.
Informazioni chiave: POVERTA'
Oltre la metà dei bambini del mondo vive priva di beni e servizi di base:
*1 bambino su 6 soffre gravemente la fame; 1 su 7 non usufruisce di alcuna forma d'assistenza sanitaria; 1 bambino su 5 non ha accesso all'acqua potabile; 1 su 3 non dispone di servizi igienici e sanitari all'interno della propria abitazione.
*Oltre 640 milioni di bambini vivono in case con pavimenti di fango o in condizioni di sovraffollamento estremo; più di 300 milioni di bambini non hanno accesso all'informazione (TV, radio, stampa).
*Oltre 120 milioni di bambini sono tagliati fuori dalla scuola primaria: la maggior parte sono bambine.
La povertà mina alle fondamenta la capacità di una famiglia o di una comunità di provvedere ai bisogni dei bambini. A livello globale:
*180 milioni di bambini sono vittime delle peggiori forme di lavoro minorile.
*1,2 milioni di bambini cadono ogni anno preda del traffico di minori.
*2 milioni di bambini, la maggior parte dei quali sono bambine, sono sfruttati nell'industria del sesso.
I bambini che vivono nelle zone rurali vedono raddoppiare il rischio di restare privi di beni e servizi di base; rispetto ai loro coetanei dei centri urbani, hanno una probabilità tre volte maggiore di non poter frequentare la scuola.
Gli indicatori che misurano la povertà in base al reddito non spiegano adeguatamente come i bambini vivano la povertà: India e Senegal presentano livelli simili di reddito pro capite, ma i bambini indiani sono più a rischio di malnutrizione, mentre quelli senegalesi rischiano maggiormente di restare privi d'istruzione.
Nonostante un'economia globale in espansione, le disuguaglianze di reddito sono cresciute sia tra le nazioni sia all'interno dei singoli Stati. Nei paesi in via di sviluppo, i bambini delle famiglie appartenenti al quintile più povero della popolazione hanno oltre il doppio delle probabilità di morire prima del 5° anno di vita rispetto ai bambini del quintile più ricco.
Le sanzioni economiche possono produrre effetti devastanti sull'infanzia: tra il 1990 e il 2002, il tasso di mortalità sotto i 5 anni è più che raddoppiato in Iraq, passando da 50 a 125 bambini morti ogni 1.000 nati vivi. Ad Haiti, la malnutrizione acuta è crescita dal 3,4% del 1990 al 7,8% del 1994-'95, mentre l'iscrizione scolastica è precipitata dall'83% del 1990 al 57% del 1994.
Nei paesi ricchi, la povertà infantile è aumentata considerevolmente: solo 4 paesi industrializzati " Canada, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti " presentano, rispetto alla fine degli anni '80, un numero inferiore di bambini che vivono in famiglie a basso reddito. Nel 2000, solo Finlandia, Norvegia e Svezia avevano una povertà infantile inferiore al 5%