ha fatto bene Larrivey.Chi mena per primo,mena due volte :asd:
JUVENTUS-Napoli-CAGLIARI-Inter-BRESCIA-Genova-LAZIO-Fiorentina
(in maiuscolo le partite in casa)
Bel calendario per i Bari.Prevedo 6 punti in queste 8 partite :suspi:
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ha fatto bene Larrivey.Chi mena per primo,mena due volte :asd:
JUVENTUS-Napoli-CAGLIARI-Inter-BRESCIA-Genova-LAZIO-Fiorentina
(in maiuscolo le partite in casa)
Bel calendario per i Bari.Prevedo 6 punti in queste 8 partite :suspi:
Per il Napoli saranno belle le ultime 2 giornate Napoli Inter e Juventus Napoli...
1° GIORNATA (29 agosto): Roma-Cesena
2° GIORNATA (12 settembre): Cagliari-Roma
3° GIORNATA (19 settembre): Roma-Bologna
4° GIORNATA (22 settembre): Brescia-Roma
5° GIORNATA (26 settembre): Roma-Inter
6° GIORNATA (3 ottobre): Napoli-Roma
7° GIORNATA (17 ottobre): Roma-Genoa
8° GIORNATA (24 ottobre): Parma-Roma
sembra tranquillo :sisi:
il derby alla 10° poi 11°-12° fiore juve :sbrat:
http://tv.repubblica.it/sport/la-dop...eo=&pagefrom=1
che pirla :rotfl:
ma :rotfl:
Trezeguet a casa per risentimento (probabilmente inventato) ad una caviglia.
Grosso, Salh (excalibur), Camoranesi...RESTANO A CASA PER SCELTA TECNICA.
Ed anche quelli partiti (Legrottaglie, Grygera e Poulsen) credo che se restassero sul pullman sarebbe lo stesso.
E spero che quest'andazzo si ripeta all'infinito nell'annata in corso.
Sarete pagati ma dovrete soffrire le pene dell'inferno.
Secondo me Trezeguet t'ha fregato la tipa.
a me legrottaglie come terzo difensore pare utile, la difesa con chiellini-bonucci-legrottaglie è ben più forte della scorsa stagione :sisi:
io l'unico che spero se ne vada davvero di quell'elenco è camoranesi... ormai si capisce che non ha più voglia ed è solo dannoso =/
gli altri possono essere utili :sisi:
poulsen non gioca perchè ha iniziato dopo ad allenarsi, credo... sennò non c'è verso di rinunciare al xabi alonso di danimarca :p
ROMA - In fuga dagli stadi. Dopo aver abdicato nel modo peggiore al Mondiale, l'Italia registra un crollo del numero degli abbonamenti. Se si eccettua l'Inter, campione d'Europa e d'Italia, e il Bari, tutte le altre squadre sono alle prese con un'emorragia di tifosi: ne mancano, rispetto ad un anno fa di questi tempi, almeno 40 mila all'appello. Uno su cinque, in media, non ha rinnovato la tessera. Il caso più eclatante riguarda la Lazio: appena 1.600 abbonati (l'80% in meno rispetto al 30 luglio 2009), cifra misera anche per un club di serie C. La Juventus segna una riduzione del 22,5%. Se il disamore si può capire, dopo la stagione scorsa dei bianconeri, nel caso della Roma, protagonista invece di un campionato comunque esaltante, il deficit del 30% è più eclatante. La Fiorentina piange un crollo addirittura del 45%, mentre il Milan, che la crisi l'aveva avvertita dodici mesi in anticipo con un dimezzamento dei fedelissimi nel 2009, conferma la tendenza negativa: 15.000 sottoscrizioni, il 14% in meno.
Il mondiale in Sudafrica ha contribuito a deprimere gli appassionati, ma sono altri elementi ad influire maggiormente: la crisi economica, naturalmente, ma anche un calciomercato che certo non accende entusiasmi in nessuna tifoseria. Anzi. Le magre campagne acquisti di questi mesi non invogliano al sacrificio economico: se risparmia il presidente, figuriamoci il tifoso. Maltrattato per tutto l'anno e di nuovo blandito e corteggiato quando si tratta di metter mano al portafoglio, chiedendo un atto di fede cieca. Le leggi
anti-violenza sono un altro deterrente, sia per il pubblico "normale" che per quello militante. Sempre più i disagi. Alle code domenicali ai tornelli, alle gradinate inospitali e ai servizi scadenti, si aggiunge ora anche la tessera del tifoso. Meglio vedere la partita in tv, che oltre tutto si può acquistare a prezzi sempre inferiori: i pacchetti alle pay tv sono più convenienti, rispetto al passato.
La tessera del tifoso, obbligatoria per sottoscrivere abbonamenti e acquistare biglietti di settore ospiti, ha incontrato la dura opposizione di gran parte del mondo ultras. Sono 13 le curve di serie A che hanno scelto per protesta di non abbonarsi, ritenendo la tessera una forma di schedatura, una limitazione alla libertà. A Roma rimarrà deserta mezza Curva Sud, cuore del tifo giallorosso, se il trend verrà confermato. A Napoli - dove gli abbonamenti non sono ancora in vendita - il dissenso dovrebbe spopolare entrambe le curve del San Paolo. Gruppi divisi a Firenze e Palermo, contrari ma tesserati a Verona. La tifoseria dell'Inter è l'unica ad aderire per convinzione, anche se il record di sottoscrizioni è del Milan: oltre 210.000 in un anno.
La media spettatori sulle tribune italiani (25.192 nella scorsa stagione), nonostante una crescita del 17% negli ultimi 5 anni, sembra così destinata a rimanere al di sotto di quella dei grandi paesi calcistici europei: Germania (42.490) e Inghilterra (34.088) sono lontanissime, la Spagna (27.654) resta avanti e la vittoria mondiale la terrà al riparo da rimonte. Campionati che pure godono di una copertura televisiva simile alla nostra e di leggi ancor più repressive per le tifoserie. Quindi sarebbe forse il caso di interrogarsi una volta di più - anziché nascondersi dietro al paravento della tv - sulla qualità dello spettacolo che le società allestiscono e sulla vivibilità dei luoghi in cui, si fa per dire, goderselo. (31 luglio 2010)
repubblica.it
ROMA - In fuga dagli stadi. Dopo aver abdicato nel modo peggiore al Mondiale, l'Italia registra un crollo del numero degli abbonamenti. Se si eccettua l'Inter, campione d'Europa e d'Italia, e il Bari, tutte le altre squadre sono alle prese con un'emorragia di tifosi: ne mancano, rispetto ad un anno fa di questi tempi, almeno 40 mila all'appello. Uno su cinque, in media, non ha rinnovato la tessera. Il caso più eclatante riguarda la Lazio: appena 1.600 abbonati (l'80% in meno rispetto al 30 luglio 2009), cifra misera anche per un club di serie C. La Juventus segna una riduzione del 22,5%. Se il disamore si può capire, dopo la stagione scorsa dei bianconeri, nel caso della Roma, protagonista invece di un campionato comunque esaltante, il deficit del 30% è più eclatante. La Fiorentina piange un crollo addirittura del 45%, mentre il Milan, che la crisi l'aveva avvertita dodici mesi in anticipo con un dimezzamento dei fedelissimi nel 2009, conferma la tendenza negativa: 15.000 sottoscrizioni, il 14% in meno.
Il mondiale in Sudafrica ha contribuito a deprimere gli appassionati, ma sono altri elementi ad influire maggiormente: la crisi economica, naturalmente, ma anche un calciomercato che certo non accende entusiasmi in nessuna tifoseria. Anzi. Le magre campagne acquisti di questi mesi non invogliano al sacrificio economico: se risparmia il presidente, figuriamoci il tifoso. Maltrattato per tutto l'anno e di nuovo blandito e corteggiato quando si tratta di metter mano al portafoglio, chiedendo un atto di fede cieca. Le leggi
anti-violenza sono un altro deterrente, sia per il pubblico "normale" che per quello militante. Sempre più i disagi. Alle code domenicali ai tornelli, alle gradinate inospitali e ai servizi scadenti, si aggiunge ora anche la tessera del tifoso. Meglio vedere la partita in tv, che oltre tutto si può acquistare a prezzi sempre inferiori: i pacchetti alle pay tv sono più convenienti, rispetto al passato.
La tessera del tifoso, obbligatoria per sottoscrivere abbonamenti e acquistare biglietti di settore ospiti, ha incontrato la dura opposizione di gran parte del mondo ultras. Sono 13 le curve di serie A che hanno scelto per protesta di non abbonarsi, ritenendo la tessera una forma di schedatura, una limitazione alla libertà. A Roma rimarrà deserta mezza Curva Sud, cuore del tifo giallorosso, se il trend verrà confermato. A Napoli - dove gli abbonamenti non sono ancora in vendita - il dissenso dovrebbe spopolare entrambe le curve del San Paolo. Gruppi divisi a Firenze e Palermo, contrari ma tesserati a Verona. La tifoseria dell'Inter è l'unica ad aderire per convinzione, anche se il record di sottoscrizioni è del Milan: oltre 210.000 in un anno.
La media spettatori sulle tribune italiani (25.192 nella scorsa stagione), nonostante una crescita del 17% negli ultimi 5 anni, sembra così destinata a rimanere al di sotto di quella dei grandi paesi calcistici europei: Germania (42.490) e Inghilterra (34.088) sono lontanissime, la Spagna (27.654) resta avanti e la vittoria mondiale la terrà al riparo da rimonte. Campionati che pure godono di una copertura televisiva simile alla nostra e di leggi ancor più repressive per le tifoserie. Quindi sarebbe forse il caso di interrogarsi una volta di più - anziché nascondersi dietro al paravento della tv - sulla qualità dello spettacolo che le società allestiscono e sulla vivibilità dei luoghi in cui, si fa per dire, goderselo. (31 luglio 2010)
repubblica.it