è solo il primo aiuto al Milan... al resto ci penserà Rocchi con quarto uomo Farina :asd:
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OT:intanto il liverpool fa un altro 4a4..:esd: Per l'Arsenal quadripletta di Arshavin :eek:
ROMA - Sembra di essere tornati al tempo dell'interessamento alla Roma del miliardario George Soros. L'indiscrezione, evidenziata da alcuni organi di stampa, stavolta riguarda un gruppo finanziario svizzero-tedesco, il quale avrebbe compiuto passi chiave per rilevare dalla famiglia Sensi il club giallorosso. Una operazione a breve termine, coincidente con la presentazione del progetto per il nuovo stadio. Secondo quanto riportato, sarebbero già stati versati dei fondi nella stesura di un primo documento firmato dalle parti.
IL TITOLO VOLA - Dicevamo, sembra di essere tornati ai tempi dell'affare Soros. Ora come allora notizie che si rincorrono, freddate dalla puntuale smentita della società, come precisato in una nota: "La Compagnia Italpetroli non ha sottoscritto alcun contratto per la cessione del pacchetto di controllo della società calcistica As Roma. Sono del tutto fantasiose e prive di fondamento le ricostruzioni giornalistiche su una tempistica della vendita della quota". Tra voci e smentite, intanto il titolo vola: in Borsa infatti il titolo della società è primo in classifica, con una plusvalenza vicina al 20%, dopo esser stata a lungo sospesa al rialzo.
CONSULTO PER AQUILANI - Nuovi problemi per Aquilani. Il centrocampista verrà visitato domani ad Amsterdam alla caviglia destra. ''Il calciatore Alberto Aquilani - si legge in una nota del club - accompagnato dal medico sociale dell'As Roma dott. Del Signore, si recherà in Olanda, ad Amsterdam, per un consulto medico con il prof. Van Dijk". Visite già effettuate invece per Juan che ha un nuovo infortunio, sempre al flessore, ma ieri si è procurato una nuova piccola lesione su un punto diverso rispetto a quello che era in via di guarigione che al momento si ipotizza dovrebbe necessitare di una decina di giorni di stop, diagnosi che verrà aggiornata con nuovi controlli già in programma, come si legge sul sito della Roma. "Il calciatore Juan - fa sapere la società - è stato sottoposto nel pomeriggio di oggi ad esami strumentali che hanno evidenziato una minima discontinuità delle fibre più superficiali del bicipite femorale. Nei prossimi giorni ne verranno nuovamente valutate le condizioni".
e ancora...
Dietro la prevedibile (e obbligatoria) pioggia delle smentite, le prime conferme, i primi indizi importanti sul futuro della Roma. La notizia è che il documento firmato presso l'Unicredit sarebbe il rilevamento del 30% del credito vantato dalla banca nei confronti dell'Italpetroli, di cui detiene il 49%: un versamento di circa 50 milioni effettuato da un gruppo di imprenditori privati svizzeri e tedeschi guidato da Friedrich Christian Flick.
Un nome che in Italia dice poco, ma che in Germania è sinonimo di una delle più ricche e potenti dinastie finanziarie ramificata in industrie quali Mercedes e Osram, con alle spalle una storia romanzesca e purtroppo non priva di risvolti ombrosi come la forte associazione al regime hitleriano. Friedrich Flick, 65 anni, però, è lontano anni luce da questo passato ed è anzi famoso come uno dei più grandi collezionisti d'arte del mondo. Ora, a questa collezione vorrebbe aggiungere anche la Roma. La manovra di avvicinamento degli imprenditori venuti dal Nord appare chiara e molto più raffinata rispetto ad altri approcci (Soros insegna): il gruppo, ora, diventa il principale riferimento dei Sensi per i debiti di Italpetroli e, alla scadenza fissata per la restituzione del dovuto (dicembre 2010), agli investitori basterebbe acquisire il 2% in più della holding già detenuta da Unicredit (dal 49 al 51%) per diventare a tutti gli effetti i nuovi padroni anche della Roma. Molto più probabile, dunque, che presto le due parti si trovino sedute al tavolo della trattativa per gestire un passaggio di consegne che consenta ai Sensi di uscire in piedi dalla transazione.
La smentita di Italpetroli non si è fatta attendere: "Con riferimento (...) - si legge nella nota ufficiale- Compagnia Italpetroli S.p.A., nella sua qualità di controllante indiretta di A.S. Roma, congiuntamente a quest'ultima, precisa che non è stato sottoscritto alcun contratto, di qualsivoglia natura, avente ad oggetto la cessione della propria partecipazione in A.S. Roma, né è stato versato alcun corrispettivo in collegamento con accordi aventi tale oggetto. In particolare, si precisa che del tutto fantasiose e prive di fondamento appaiono tanto la ricostruzione di una tempistica della cessione del pacchetto di maggioranza in collegamento con le iniziative e gli incontri istituzionali citati dall'articolo in questione, quanto la richiamata presunta "regia di Unicredit".
Al di là dell'obbligo di una presa di posizione del genere, non c'è niente di falso in quanto comunicato: i contatti tra Flick e Sensi non ci sono ancora stati. Ma l'appuntamento, evidentemente, non potrà tardare più di tanto.
si ma a noi che ce frega..piu gol vediamo e meglio è..:asd:
No, ma facciamo partire gli altri con un po' di vantaggio regalando i gol perche' siamo troppo forti: il primo palla persa dentro l'area, il secondo al limite dell'area (entrambe in maniera idiota), il terzo un rinvio sbagliato che finisce sul dischetto del rigore e il quarto un contropiede 2 contro 1 dopo un calcio d'angolo in cui mancava che salisse solo il portiere. :p
Alla fine da tifoso sono incazzato come una iena, da sportivo dico che una squadra come il Liverpool (e con lo stadio del Liverpool) che comunque vada, nonostante le mazzate passa 90 minuti ad assediare l'avversario e fa comunque 4 gol al Chelsea o all'Arsenal, non al Barletta, non esiste e mai esistera'. Mi pare che nelle ultime 8 partite abbiano segnato 29 gol (togliendo Chelsea e Fulham fanno 27 gol nelle rimanenti 6). :p
Comunque dopo aver visto il partitone fra Juve e Inter qualcuno si chiede ancora perche' le italiane non vincono niente? Qualunque squadra italiana messa al posto dell'Arsenal ieri sarebbe tornata a casa con 4-5 pere sul groppone e buonanotte (se dio esistesse sarebbe dovuta finire così lo stesso, ma siccome la difesa del Liverpool non ci crede...)
ce vedemo sotto lo stadio... :rotfl:
Il fatto è che io sono contentissimo di andare... dopo l'arsenal questo è il secondo crocevia della stagione, dentro o fuori...
quello che volevo dire io è che Firenze non è per noi la trasferta più semplice della serie A... per diversi motivi... oltre alla rivalità è una di quelle vicine... il settore ospiti è piccolino e si vede pure male... :no:
davvero non capisco il metro con cui ci hanno bloccato genova, bologna, torino con la juve, reggio... e poi ci mandano a Firenze... boh...
Ripeto, io le aprirei tutte e poi mi metterei a punire veramente i facinorosi, però mi stupisco della mancanza di uniformità...
Si, ma non e' che ci sia arrivato tramite un'azione elaborata: se 2 idioti perdono palla al limite dell'area, un altro gliela rinvia sui piedi e al 90° sono tutti avanti per cercare di segnare non si puo' parlare propriamente di difesa di merda, al massimo di episodi culosi.
E quindi siccome sono errori individuali sono meno gravi? sono sempre goal presi... poco importa se succede perchè uno si fa fregare la palla o perchè tutto il reparto sbaglia il fuorigioco...
Di tutti gli 8 goal ce ne sono un paio su cui evidentemente il portiere e la difesa non potevano farci granchè, ma gli altri... neanche la difesa del toro è così disastrata...
i difensori fanno parte della difesa, se i difensori sono incapaci e fanno quelle cappelle, la difesa è una difesa di merda
Speriamo bene per la Roma... merita un quadro societario solido con investimenti oculati. Non dico milioni buttati stile sceicchi, ma buoni acquisti.
Si, sono meno gravi. Un difensore puo' sbagliare, senza togliere niente alla fase difensiva di una squadra.
Evidentemente in questo periodo dell'anno sono in vena di cappelle... peccato che abbiano scelto il periodo sbagliato, ma su partite sporadiche come queste non ci costruirei un giudizio.
Se i difensori del Liverpool sono diventati improvvisamente incapaci non si capisce come abbiano fatto a essere, fino a ieri, la miglior difesa della Premier.Citazione:
i difensori fanno parte della difesa, se i difensori sono incapaci e fanno quelle cappelle, la difesa è una difesa di merda
Sarà che vedo sempre le partite sbagliate della premier...
Questa, la champions, mi ricordo anche un manchester che ne prese 3 dall'hull city :suspi:
e mi sembra un dato di fatto che in quanto a fase difensiva e qualità di difensori e sopratutto portieri dall'altra parte della manica stiano peggio che da noi
Allora qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè il Milan che giUoca a calcio ha un paio di reti e basta in più di juve e inter...
E lo stesso si potrebbe guardando i goal segnati delle prime squadre della premier che giUocano a calcio pure loro...
Dato che si parla anche dei campionati esteri, vi segnalo l'impresa di Pepe...
Al di là che sia rigore o meno, guardate la reazione verso l'avversario :eek: :suspi:
io ti volevo solo dire che reina ieri non è che potesse moltissimo su 3 gol del russo... per il resto concordo con te...
Io credo che alla roma facciano comodo solo un po' di soldi in più... la società non ha nulla da invidiare al resto d'italia...
Basta vedere gli ultimi bilanci e il rapporto acquisti/cessioni... a parte Samuel ed Emerson (che la roma dovette cedere per risanare le casse) nessun altro giocatore ceduto ha disputato grosse stagioni lontano da Roma...
Io spero solo che si possa veramente partire con lo stadio, per giocarcela quasi alla pari (economicamente parlando) con le altre big italiane... il resto lo dirà il campo...
ma è veramente completamente impazzito..mai vista una cosa del genere...:eek::eek:
poteva veramente fargli male...:sisi:
comunque il giocatore avversario prima si butta sul rigore, poi rotola a terra con la faccia tra le mani, l'unico punto dove non lo ha preso...che schifezza!:sisi:
se fai una roba del genere in terza categoria ti rifilano 1 annetto di squalifica
ma ha pure fatto un'allegra camminata sulla sua gamba :suspi:
Muy interessante...
Spagna: Liga a rischio bancarotta
13:01 del 22 aprile
IL CALCIO E LA CRISI
Ora la Liga è a rischio bancarotta.
Spagna, club indebitati: fine della vida loca. Il governo chiede leggi più severe sui bilanci.
Il Valencia la squadra più in difficoltà: rischia di dover vendere.
Il grande bluff, i campionati più spettacolari naufragano nei debiti e se la Premier inglese è finita nelle discussioni parlamentari con l’accusa di «doping finanziario», la Liga spagnola si prende i rimproveri del governo per la cattiva gestione e trova persino un pentito, Francisco Izco, presidente dell’Osasuna.
La sua società è tra le cinque che possono vantarsi di avere una situazione finanziaria decente, le altre 15 dovranno rivoluzionare il loro assetto per reggere l’onda d’urto della crisi economica, ma Izco usa il plurale: «Abbiamo organici faraonici che non ci possiamo permettere, da anni viaggiamo al di sopra delle nostre possibilità. Il pallone vive dentro questo mondo e deve fronteggiare come tutti un momento difficile, chi non è solido fallirà». Ci va giù pesante e non è un caso che sia proprio lui ad alimentare le accuse che negli ultimi mesi hanno travolto il calcio spagnolo: da modello a sistema da censurare in una sola stagione. Gente come Izco può spiegare che la trasformazione è stata più lenta: «È da almeno tre anni che noi presidenti di piccole e media società proviamo a far capire che non c’è stata reazione davanti ai cali di entrate. Sono diminuiti gli incassi, i guadagni dai diritti tv, le sponsorizzazioni e i più hanno tirato dritto». Tra i più c’è il caso Valencia, esempio limite del ribasso improvviso. Società da imitare, da esportare, cresceva giovani, comprava talenti, due volte in finale di Champions League, prima sorpresa poi vera nobile con Barcellona e Real Madrid. Senza lo stesso portafoglio. È crollata, da febbraio non paga gli stipendi e ha sospeso la costruzione del nuovo stadio, faraonico progetto abbandonato allo stato di cantiere e fotografia dell’eccesso.
Il club voleva investire 200 milioni di euro per 75 mila posti più museo sociale e centro commerciale. Sostenevano di poter rientrare vendendo gli ettari extra a chi era interessato ad aprire attività intorno al nuovo e maestoso Mestalla. Non esistevano compratori e bloccando l’affare andato a male, il Valencia è riuscito è tirare il fiato e raccattare un prestito da 50 milioni di euro per evitare di perdere la proprietà del cartellino dei calciatori. Adriano Galliani, per mesi, ha risposto alle insistenti offerte del Real Madrid per Kakà con seccato fatalismo: «Resisteremo, però dobbiamo abituarci all’idea che la Spagna potrà sempre più facilmente portarci via i giocatori migliori: lì pagano di più, hanno meno tasse». Lì non pagano per niente e Liga e Seconda divisione devono al fisco 627 milioni, neanche la cifra più preoccupante.
Già da gennaio circola uno studio di José Maria Gay, professore di economia all’università di Barcellona: si intitola «l’insolvenza del calcio spagnolo» e dice che i debiti dei 20 club toccano quota 3 miliardi, il 40 per cento dei quali è stato contratto negli ultimi due anni.
Sciambola. Quando è uscito il fascicolo, la Spagna stava in piena recessione, era l'ennesima nota stonata nel quadro nel neopessimismo nazionale e anche se nessuno lo ha sottovalutato si è perso nei bilanci collettivi. Oggi è il governo che bussa e mette in discussione il sistema societario usato dalla maggior parte delle squadre registrate come Sad, sociedades anonimas deportivas. Solo Barcellona, Real Madrid, Osasuna e Athletic Bilbao si reggono ancora su centinaia di soci proprietari, gli altri hanno scelto un piccolo gruppo di azionisti che sono accusati di aver sfruttato le leggi per ottenere prestiti. Avviavano procedure di bancarotta per tagliare i costi senza poi ristrutturare o limitare le spese. Proprio come è successo in Inghilterra, il problema è entrato in parlamento e non sotto forma di generica denuncia: c’è una richiesta di nuove regole per tenere sotto controllo quelli che i giornali spagnoli chiamano «I club della vida loca». Tutti sono stati leggeri, solo Barcellona e Real Madrid se lo potevano permettere e restano società forti, con un potere di acquisto reale. In pratica non sono santi, hanno maneggiato e sperperato solo che possono pagare i loro peccati. Il resto è in pericolo.
Dopo l’uscita di Izco, Gay, il professore autore del rapporto «Insolvenza», ha reso noti altri numeri sulla mala educacion della Liga. L’Espanyol per esempio mette a bilancio stipendi faraonici per 57 dipendenti «non appartenenti allo staff sportivo, cioè 25 in più rispetto a squadre di pari livello». Finanza creativa degli anni di fiesta.
(La Stampa)
Direi che è ora di regole a livello europeo :rolleyes: