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Visualizza Versione Completa : Censura sui siti, blog e social network



bellin1
11-06-2009, 12:28
Il web rischia di essere investito dal fallout della legge sulle intercettazioni. Il Governo ha posto la fiducia su un maxi-emendamento che prevede di fatto l'obbligo di rettifica da parte dei gestori di siti e blog. Entro 48 ore da un'eventuale richiesta bisognerà insomma rettificare commenti, post e informazioni liberamente pubblicate online. Il rischio è di incorrere in una sanzione di migliaia di euro.

Insomma, si tratterebbe di un obbligo capace di prescindere persino dal carattere amatoriale o professionale della fonte. Quest'ultimo elemento, a lungo, è stato considerato una sorta di spartiacque: solo una realtà editorialmente ed economicamente strutturata potrebbe rispondere in maniera adeguata ad una richiesta di tale specie.

Un "amatore", un blogger, sarebbe obbligato a dare seguito alla richiesta, senza alcuna possibilità di difesa. La stessa cosa varrebbe per una piattaforma di social networking, impossibilitata a gestire il confronto tra "offeso" ed utente.

Secondo gli esperti si tratta di una chiara violazione dei diritti digitali, poiché la specifica legge non si occupa della "diffamazione" (già ampiamente regolamentata dal Codice Penale) bensì del "disturbo" provocato da affermazioni spiacevoli.


fonte: tom's hardware

Kite
11-06-2009, 17:32
Cosa si intende per disturbo? E qual'è il confine tra disturbo e diffamazione?
Sarebbe interessante leggere il testo dell'emendamento e capire bene di cosa si tratta e chi sono gli interessati...

Dampyr
11-06-2009, 17:53
C'è il testo esatto?

Ricky
11-06-2009, 18:00
Cosa si intende per disturbo? E qual'è il confine tra disturbo e diffamazione?
Sarebbe interessante leggere il testo dell'emendamento e capire bene di cosa si tratta e chi sono gli interessati...

La diffamazione è una cosa oggettiva: pubblicare notizie false su qualcuno.
Il disturbo è molto più soggettivo: a me può dare fastidio che tu pubblichi notizie vere e documentate. In pratica il più forte, chi si potrà permettere gli avvocati migliori, avrà il sopravvento sui più piccoli


C'è il testo esatto?


Lo trovi Qui (http://http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=88618&idCat=120)

Kite
11-06-2009, 18:24
Qua si dice chiaramente che chi è in possesso di intercettazioni, di qualsiasi tipo, non può diffonderle e/o pubblicarle in nessun modo.
A me non sembra una limitazione della libertà, nè si tratta di disturbo o meno: qua si vieta solamente di mettere in pubblico cose relative ad altre persone...

Magari poi non ho letto bene eh

ingegnerlillo
11-06-2009, 18:57
Da repubblica.it

L’innovazione legislativa - l’abbiamo già scritto - sposta in modo subdolo e decisivo la linea del conflitto. Era esterna e impegnava alla luce del sole la redazione, l’autorità giudiziaria, i lettori. Diventa interna e vede a confronto, in una stanza chiusa, le redazioni e le proprietà editoriali. La trovata trasferisce il conflitto nel giornale. L’editore ha ora un suo interesse autonomo a far sì che il giornale non pubblichi più quelle cronache. Si portano così le proprietà a intervenire direttamente nei contenuti del lavoro redazionale. Le si sollecita, volente o nolente, a occuparsi della materia informativa vera e propria, sindacando gli atti dei giornalisti. Il governo, nel progetto inviato al Parlamento, pretende addirittura che l’editore debba adottare “misure idonee a favorire lo svolgimento dell’attività giornalistica nel rispetto della legge e a scoprire ed a eliminare tempestivamente situazioni di rischio”. È evidente che solo attraverso un controllo continuativo e molto interno dell’attività giornalistica è possibile “scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio”. Di fatto, l’editore viene invitato a entrare nel lavoro giornalistico e a esprimere un sindacato a propria tutela.

Ecco dunque i frutti intossicati della legge che oggi sarà approvata, senza alcuna discussione, a Montecitorio: la magistratura avrà meno strumenti per proteggere il Paese dal crimine e gli individui dall’insicurezza quotidiana; si castigano i giornalisti che non tengono il becco chiuso anche se sanno come vanno le cose; si punisce l’editore spingendolo a mettere le mani nella fattura del giornale. E quel che conta di più, voi - cari lettori - non conoscerete più (se non a babbo morto) le storie che spiegano il Paese, i comportamenti degli uomini che lo governano, i dispositivi che decidono delle vostre stesse vite. Sono le nuove regole di una “ricreazione” che non finisce mai.

Ricky
12-06-2009, 00:18
senza contare che un giudice "scomodo" potrà essere sollevato dal suo incarico molto più facilmente visto che l'opinione pubblica non ne saprà mai niente.
Non c'è altro nome per questa legge se non CENSURA

PS: già quest'anno eravamo crollati nella classifica dei paesi con la maggior libertà di stampa, dopo questa legge staremo sopra giusto ad iran e corea del nord

bellin1
12-06-2009, 20:17
Per gentile concessione di Guido Scorza, esperto professionista di Internet e relative argomenti giuridici di cui vi invitiamo a visitare i siti http://www.politicheinnovazione.eu/ e il suo sito personale http://www.guidoscorza.it/

D'ora in poi, tutti "i gestori di siti informatici", saranno obbligati a procedere, entro 48 ore dalla richiesta, alla rettifica di post, commenti, informazioni ed ogni altro genere di contenuto pubblicato.

Non dar corso tempestivamente all'eventuale richiesta di rettifica potrà costare molto caro a blogger, gestori di newsgroup, piattaforme di condivisione di contenuti e a chiunque possa rientrare nella vaga, generica e assai poco significativa definizione di "gestore di sito informatico": la disposizione di legge, infatti, prevede, in tal caso, una sanzione da 15 a 25 milioni di vecchie lire.

Tanto per esser chiari e sicuri di evitare fraintendimenti quello che accadrà all'indomani dell'entrata in vigore della nuova legge è che chiunque potrà inviare una mail a un blogger, a Google in relazione ai video pubblicati su YouTube, a Facebook o MySpace o, piuttosto al gestore di qualsiasi newsgroup o bacheca elettronica amatoriale o professionale che sia, chiedendo di pubblicare una rettifica in testo, video o podcast a seconda della modalità di diffusione della notizia da rettificare. È una brutta legge sotto ogni profilo la si guardi ed è probabilmente frutto, in pari misura, dell'analfabetismo informatico, della tecnofobia e della ferma volontà di controllare la Rete degli uomini del Palazzo.



Provo a riassumere le ragioni di un giudizio tanto severo.

L'intervento normativo in commento mira, nella sostanza, a rendere applicabile a qualsiasi forma di comunicazione o diffusione di informazioni online - avvenga essa in un contesto amatoriale o professionale e per scopo personale, informativo o piuttosto commerciale - la vecchia disciplina sulla stampa dettata con la Legge n. 47 dell'8 febbraio 1948 e, in particolare, il suo art. 8 relativo ad uno degli istituti più controversi introdotti nel nostro ordinamento con tale legge: l'obbligo di rettifica.

La legge sulla stampa, tuttavia - come probabilmente è noto ai più - costituisce una delle poche leggi vigenti scritte e discusse direttamente in seno all'assemblea costituente ormai oltre sessant'anni fa ed ha, pertanto, già mostrato in diverse occasioni un'evidente inadeguatezza a trovare applicazione nel moderno mondo dei media che poco o nulla ha a che vedere con quello avuto presente dai padri costituenti.

Si tratta, per questo, di una legge che avrebbe richiesto un intervento di "aggiornamento" urgente, competente ed approfondito o, piuttosto, meritato di essere mandata in pensione dopo oltre mezzo secolo di onorato servizio. Contro ogni legittima aspettativa, invece, Governo e Parlamento hanno deciso di affidarle addirittura la disciplina della Rete ovvero della protagonista indiscussa di una delle più grandi rivoluzioni del mondo dell'informazione nella storia dell'uomo. Difficile, in tale contesto, condividere la scelta del Palazzo.

Ma c'è di più.

Sono anni che si discute ad ogni livello - nelle università, nelle aule di giustizia e, persino, in Parlamento ed a Palazzo Chigi - della possibilità e opportunità di estendere in tutto o in parte la disciplina sulla stampa e, in particolare, le disposizioni dettate in materia di obbligo di registrazione delle testate, a talune forme di comunicazione e diffusione delle informazioni online senza che, sin qui, si sia arrivati ad alcuna conclusione sicura e condivisa.

La brutta ed ambigua riforma dell'editoria introdotta con la legge n. 62 del 2001, il famoso DDL Levi ribattezzato l'ammazza blog presentato e poi ritirato, il DDL Cassinelli ovvero il "salvablog" tuttora in attesa di essere discusso alla Camera dei Deputati e la "storica" condanna dello storico Carlo Ruta per stampa clandestina pronunciata dal Tribunale di Modica in relazione alla pubblicazione del blog dello studioso siciliano sono solo alcuni dei provvedimenti e delle iniziative che hanno, negli ultimi anni, alimentato - in Rete e fuori dalla Rete - un dibattito complesso ed articolato senza vincitori né vinti.

L'entrata in vigore della nuova disciplina sulle intercettazioni vanificherà e polverizzerà il senso di questo dibattito stabilendo, una volta per tutte, che la disciplina sulla stampa - o almeno una parte importante di essa - si applica a qualsiasi forma di comunicazione e diffusione di informazioni nel cyberspazio.

Difficile resistere alla tentazione di definire dilettantistica, approssimativa ed irresponsabile la scelta del legislatore che è entrato "a gamba tesa" in questo dibattito ultradecennale ignorandone premesse, contenuti e questioni e che ora rischia di infliggere - non so dire se volontariamente o inconsapevolmente - un duro colpo alla libertà di manifestazione del pensiero nel cyberspazio modificandone, per sempre, protagonisti e dinamiche.

Nel Palazzo, domani, qualcuno - nel tentativo di giustificare questo monstrum giuridico liberticida e anti-Internet - dirà che è giusto pretendere anche da blogger, gestori di piattaforme di condivisione di contenuti e titolari di qualsiasi altro tipo di sito Internet la pubblicazione di una rettifica laddove loro stessi o i propri utenti pubblichino contenuti non veritieri o ritenuti lesivi dell'altrui reputazione o onore. Libertà fa rima con responsabilità è il ritornello che sento già risuonare nel Palazzo.

Il problema non è, tuttavia, il ritornello che non si può non condividere, quanto, piuttosto, le altre strofe della canzone per restare nella metafora ovvero le modalità attraverso le quali il legislatore ha preteso di raggiungere tale ambizioso risultato. Provo a riassumere il mio punto di vista.

The web is not the press (or tv) si potrebbe dire con uno slogan e non è, pertanto, possibile né opportuno applicare ad ogni forma di comunicazione online la speciale disciplina dettata per l'informazione professionale. Dovrebbe essere evidente ma così non è.

Gestire le richieste di rettifica, valutarne la fondatezza e, eventualmente, darvi seguito è un'attività onerosa che mal si concilia con la dimensione "amatoriale" della più parte dei blog che costituiscono la blogosfera e rischia di costituire un elemento disincentivante per un blogger che, pur di sottrarsi a tali incombenti e alle eventuali responsabilità da ritardo (una multa da 25 milioni di vecchie lire per aver tardato a leggere la posta significa la chiusura di un blog!), preferirà tornare a limitarsi a leggere il giornale o, piuttosto postare solo su argomenti a basso impatto mediatico, politico e sociale e, come tali, insuscettibili di "disturbare" chicchessia.

Allo stesso modo, il gestore di una piattaforma di condivisione di contenuti o, piuttosto, di social networking che, per definizione, non produce le informazioni che diffonde, ricevuta una richiesta di rettifica non potrà, in nessun caso, in 48 ore, verificare con l'autore del contenuto la veridicità dell'informazione diffusa e, quindi, l'effettiva sussistenza o meno dell'azionato diritto di rettifica.

Risultato: o si doterà - peraltro non a costo zero - di una struttura idonea a pubblicare d'ufficio tutte le rettifiche ricevute o, peggio ancora, deciderà di rimuovere tutti i contenuti che formino oggetto di un altrui istanza di rettifica tanto per porsi al riparo da eventuali contestazioni circa la forma, i caratteri e la visibilità della rettifica stessa.

Sembra, in altre parole, evidente che la nuova legge produrrà quale effetto pressoché immediato quello di abbattere sensibilmente la vocazione all'informazione diffusa che ha, sin qui, costituito la forza del web come primo spazio davvero libero - o quasi-libero - di divulgazione di quello straordinario patrimonio di pensieri e notizie che, sin qui, i media professionali non hanno in parte potuto e in più parte voluto lasciar filtrare per effetto dei forti ed innegabili condizionamenti che i poteri politici ed economici da sempre esercitano sulle testate giornalistiche cartacee, radiofoniche o televisive che siano.

Da domani, quindi, i nemici della libertà di informazione avranno un pericoloso strumento per far passare la voglia a tanti blogger nostrani di dire la loro ed ad altrettanti "giornalisti diffusi" di raccontare storie inedite via Facebook, YouTube o MySpace.

Ma c'è ancora di più.

Il senso dell'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa risiede nella circostanza che in sua assenza il cittadino che si senta diffamato o avverta l'esigenza di "rettificare" un'informazione diffusa da un giornale non potrebbe farlo o meglio resterebbe esposto all'arbitrio del direttore della testata, libero di pubblicare o non pubblicare la rettifica.

Non è così, tuttavia, nella più parte dei casi in Rete dove - salvo eccezioni - chiunque può pubblicare una precisazione, un commento, un altro video o, piuttosto, condividere un link su un profilo di Facebook per replicare e/o rettificare l'altrui pensiero.

È questo il bello dell'informazione non professionale online ed è questa una delle ragioni per le quali l'informazione in Rete è - sebbene ancora per poco - più libera di quanto non lo sia quella tradizionale.

E per finire, dopo il danno la beffa.

Mentre, infatti, la nuova legge impone a chiunque utilizzi la Rete per comunicare o diffondere contenuti e/o informazioni gli obblighi caratteristici dei produttori professionali di informazione, continua a non riconoscergli pari diritti: primo tra tutti l'insequestrabilità di ogni contenuto informativo diffuso a mezzo Internet alla stessa stregua di un giornale.

In questo modo si sarebbe, almeno, potuto dire "onori e oneri" mentre, così, l'informazione in Rete finisce con l'essere svilita ad un'attività pericolosa, onerosa e mal retribuita o, nella più parte dei casi, non retribuita affatto.

Guido Scorza
www.politicheinnovazione.eu

variac
12-06-2009, 22:08
Ma tutta sta censura è sulle intercettazioni, se postate nei blog etc a quanto ho capito. Se è x ogni cosa mi serve un riassunto di 3 righe con il quote dell'articolo, qui ci so papiri non ho voglia di leggere.

Ricky
13-06-2009, 00:48
La censura totale è sulle intercettazioni, mentre ai bolg e a qualsiasi altro mezzo di comunicazione del web si applicherà la legge sulla stampa (datata 1948) che impone l'obbligo di rettifica entro 48h pena una multa di 25 milioni di vecchie lire.
Chiaro che un blogger, piuttosto che rischiare una multa così salata, è invogliato a lasciar perdere :(

Kite
13-06-2009, 18:06
Infatti. Sulle intercettazioni sono d'accordissimo, dato che mille volte le inchieste sono state mandate alle ortiche per colpa di giornalisti avventati che pubblicano subito il tutto coperti dal famoso "diritto di informazione". Se sono elementi delicati non vanno pubblicati, soprattutto se sono conversazioni tra persone, che, volenti o nolenti, sono private.

Per quanto riguarda la legge sulla stampa io vedrei prima cosa viene censurato, invece che attaccare subito la legge. Chi non metterà nulla di provocatorio o scabroso o contro il comune pudore non rischia niente, non è che se copio un articolo del corriere della sera che non piace a Berlusconi mi chiudono il blog e mi multano :)

smargiasassi
16-06-2009, 10:20
.... sono d'accordo sull'onere a controbattere ad una richiesta di rettifica. ma quanto costa fare la richiesta di rettifica?
non penso che basti che in un blog scrivo: "ehi bello, mi hai fatto rodere, rettifica questo post"!
penso che servirà un avvocato, o qualcosa del genere, quindi anche questo avrà dei costi. e quindi, non penso che queste richieste di rettifiche cadranno come la pioggia.
voi pensate che se uno scrive su facciadalibro che un suo conoscente c'ha le corna, quest'altro richiederà ufficialmente la rettifica?

inoltre non confondiamo la libertà di informazione con la possibilità di pubblicare i segreti degli altri.
a me non me ne frega niente se berlusconi è fotografato nudo a casa sua o se mi trascrivono una telefonata di chissà quale politico. ci pensano i giudici a valutare queste cose.
io dalla rete, in particolare, voglio ricavare commenti inediti, idee originali che non siano viziate dall'informazione standard, denunce su cose che altri non si degnano di trattare.
non voglio gossip, ma idee, e difficilmente le idee sono rettificabili.

Ricky
16-06-2009, 11:12
ma quanto costa fare la richiesta di rettifica?
non penso che basti che in un blog scrivo: "ehi bello, mi hai fatto rodere, rettifica questo post"!
penso che servirà un avvocato, o qualcosa del genere, quindi anche questo avrà dei costi. e quindi, non penso che queste richieste di rettifiche cadranno come la pioggia.


ma devi considerare una cosa: per il potente di turno (chi ha parlato del nano? :suspi:) spendere qualche migliaia di € in avvocati non è niente mentre per un semplice blogger anche tirarne fuori poche centinaia sarebbe un esborso impossibile da affrontare.


a me non me ne frega niente se berlusconi è fotografato nudo a casa sua o se mi trascrivono una telefonata di chissà quale politico. ci pensano i giudici a valutare queste cose.
L'opinione pubblica è l'unica cosa che impedisce ai politici di agire come meglio credono.
Già negli ultimi anni col controllo dei mezzi d'informazione si sta controllando l'opinione pubblica (il declino è iniziato col primo governo Berlusconi, ma non si è arrestato neanche quando al potere c'era la "sinistra"), questa legge è semplicemente un altro passo verso il baratro.



non voglio gossip, ma idee, e difficilmente le idee sono rettificabili.
è difficile farsi delle idee proprie se non conosci i fatti :rolleyes:

PALO
16-06-2009, 11:30
Solita legge bufala e contraddittoria, inapplicabile per meri motivi pratici e che, siccome viene scritta da gente che non ha la minima idea di come funzionino certi mezzi, verrà ricusata e annullata dalla Corte Costituzionale.

Come è già successo con altre dello stesso tipo. :rolleyes:


Come al solito i "paladini di internet" che vedono nella Rete la panacea di tutti i mali si scagliano contro la censura, senza aspettare che questa buffonata faccia la fine di quella legge che in teoria avrebbe obbligato qualunque sito ad avere un direttore editoriale. Salvo poi venire smentita dai fatti e dalle modalità di applicazione.

smargiasassi
16-06-2009, 18:43
ma devi considerare una cosa: per il potente di turno (chi ha parlato del nano? :suspi:) spendere qualche migliaia di € in avvocati non è niente mentre per un semplice blogger anche tirarne fuori poche centinaia sarebbe un esborso impossibile da affrontare.

le cose sono molto semplici:
1. chi scrive sul blog ha delle fonti serie, quindi scrive cose davvero scomode (vedi intercettazioni o altro). allora ne assume le conseguenze.
2. sul blog si riportano altre fonti e si esprimono opinioni. Nessuno andrà mai su un blog che ricopia un estratto da un articolo di giornale per chiedergli la rettifica. si andrà sempre alla fonte originale.

detto papale papale, sono i blog dei vari grillo e travaglio che rischiano, non i nostri. ma mi sembra anche giusto che se un grillo scrive qualcosa, ne è responsabile. e grillo o travaglio possono tirare fuori qualche migliaia di euro per la questione.



L'opinione pubblica è l'unica cosa che impedisce ai politici di agire come meglio credono.
Già negli ultimi anni col controllo dei mezzi d'informazione si sta controllando l'opinione pubblica (il declino è iniziato col primo governo Berlusconi, ma non si è arrestato neanche quando al potere c'era la "sinistra"), questa legge è semplicemente un altro passo verso il baratro.

i fatti sono fatti e il gossip è gossip. chi è che non sa delle schifezze che fa il nostro amato premier? purtroppo è tutto alla luce del sole! il problema, secondo me, non è la mancanza di informazione, ma come l'informazione distorce le notizie importanti! ci fanno digerire tutto!
se l'opinione pubblica non si scandalizza perchè mills è stato corrotto da qualcuno che non può essere processato, di cosa si deve scandalizzare? che qualcuno si è fatto fare un lavoretto da una ministra?
e poi le intercettazioni vanno rese pubbliche alla fine del processo, non prima!!!!!!! chiunque sia l'imputato!



è difficile farsi delle idee proprie se non conosci i fatti :rolleyes:
lo sai i fatti che contano per me quali sono? esempio: dei 72 seggi italiani alle europee, ben 32 sono ancora vacanti. 9 eletti per legge non possono essere parlamentari europei (membri del governo e parlamentari); 18 eletti ricoprono altre cariche e devono decidere entro 6 mesi cosa fare; altre persone per un totale di 5 seggi si sono iscritte a più circoscrizioni, quindi lasciano scoperti appunto 5 seggi.
è più grave questa cosa qui, o che berlusconi ha usato l'aereo pubblico come taxi?
questi sono fatti che possono generare idee. e sono fatti che nessuno ti può contestare.
se il giornalismo è fatto seriamente, c'è poco da fare leggi. se invece l'unico metodo per attaccare i potenti è quello di procurarsi le notizie coperte da segreto istruttorio (o come si chiama) o metodi affini.... allora siamo lontani dalla libertà di informazione.

spero si sia capito che non mi vanno giù tante cose, ma mi sembra che si prendono delle piccolezze per distogliere l'attenzione da altri problemi mooolto più importanti.

Ricky
16-06-2009, 20:36
le cose sono molto semplici:
1. chi scrive sul blog ha delle fonti serie, quindi scrive cose davvero scomode (vedi intercettazioni o altro). allora ne assume le conseguenze.
2. sul blog si riportano altre fonti e si esprimono opinioni. Nessuno andrà mai su un blog che ricopia un estratto da un articolo di giornale per chiedergli la rettifica. si andrà sempre alla fonte originale.

detto papale papale, sono i blog dei vari grillo e travaglio che rischiano, non i nostri. ma mi sembra anche giusto che se un grillo scrive qualcosa, ne è responsabile. e grillo o travaglio possono tirare fuori qualche migliaia di euro per la questione.

Sul punto 2 ti do ragione, ma sull'1 dai per scontato che solo Travaglio e Grillo (o chi per loro) tira fuori notizie originali: non vedo perchè una persona qualsiasi non possa tirare fuori notizie originali a cui ha avuto accesso personalmente. Se i blog si limitassero a copincollare gli articoli tratti dai siti dei giornali non avrebbero senso





i fatti sono fatti e il gossip è gossip. chi è che non sa delle schifezze che fa il nostro amato premier? purtroppo è tutto alla luce del sole! il problema, secondo me, non è la mancanza di informazione, ma come l'informazione distorce le notizie importanti! ci fanno digerire tutto!
se l'opinione pubblica non si scandalizza perchè mills è stato corrotto da qualcuno che non può essere processato, di cosa si deve scandalizzare? che qualcuno si è fatto fare un lavoretto da una ministra?
e poi le intercettazioni vanno rese pubbliche alla fine del processo, non prima!!!!!!! chiunque sia l'imputato!

Perfettamente d'accordo, ma non vedo che c'entri con la discussione




lo sai i fatti che contano per me quali sono? esempio: dei 72 seggi italiani alle europee, ben 32 sono ancora vacanti. 9 eletti per legge non possono essere parlamentari europei (membri del governo e parlamentari); 18 eletti ricoprono altre cariche e devono decidere entro 6 mesi cosa fare; altre persone per un totale di 5 seggi si sono iscritte a più circoscrizioni, quindi lasciano scoperti appunto 5 seggi.
è più grave questa cosa qui, o che berlusconi ha usato l'aereo pubblico come taxi?
questi sono fatti che possono generare idee. e sono fatti che nessuno ti può contestare.

Appunto, non l'ho letto da nessuna parte: tu dove hai preso la notizia?



se il giornalismo è fatto seriamente, c'è poco da fare leggi. se invece l'unico metodo per attaccare i potenti è quello di procurarsi le notizie coperte da segreto istruttorio (o come si chiama) o metodi affini.... allora siamo lontani dalla libertà di informazione.

spero si sia capito che non mi vanno giù tante cose, ma mi sembra che si prendono delle piccolezze per distogliere l'attenzione da altri problemi mooolto più importanti.

Continui a vedere solo una piccola parte del problema (l'impossibilità di pubblicare notizie sui processi) e non quella per me più importante e cioè l'equiparazione di un semplice blog agli organi di stampa tradizionali.

Tralasciando poi la cosa più inverosimile: l'applicazione di una legge del 1948 al web 2.0 :rolleyes:

smargiasassi
17-06-2009, 08:37
Sul punto 2 ti do ragione, ma sull'1 dai per scontato che solo Travaglio e Grillo (o chi per loro) tira fuori notizie originali: non vedo perchè una persona qualsiasi non possa tirare fuori notizie originali a cui ha avuto accesso personalmente. Se i blog si limitassero a copincollare gli articoli tratti dai siti dei giornali non avrebbero senso

quali sono le notizie originali che possono essere rettificate perchè contro qualcosa o qualcuno? non sono molte. se dico che la strada che faccio tutti i giorni è un campo minato, che c'è un disservizio pubblico, documentando i problemi, nessuno mi dirà mai nulla. se accuso personalmente qualcuno, o lo faccio a ragion veduta o me ne assumo le responsabilità.



Perfettamente d'accordo, ma non vedo che c'entri con la discussione
c'entra perchè secondo la mia opinione i problemi dell'informazione sono altri rispetto a questo (che esiste, ma non è il principale)


Appunto, non l'ho letto da nessuna parte: tu dove hai preso la notizia?
http://politicapulita.wordpress.com/2009/06/15/parlamento-europeo-32-seggi-su-72-sono-vacanti/
esmpio di notizia "originale" ricavata da fonti pubbliche. il tipo di notizia che fa la differenza, che nessuno mai potrà contestare e che contribuisce a muovere le coscienze.


Continui a vedere solo una piccola parte del problema (l'impossibilità di pubblicare notizie sui processi) e non quella per me più importante e cioè l'equiparazione di un semplice blog agli organi di stampa tradizionali.

Tralasciando poi la cosa più inverosimile: l'applicazione di una legge del 1948 al web 2.0 :rolleyes:
non conosco bene l'argomento, ma non penso che in tutto e pertutto ci sia questa equiparazione. forse solo in caso di contestazione.... ma ripeto non posso esprimermi per manifesta ignoranza.

Dampyr
20-06-2009, 11:28
Semi-OT ma neanche tanto... un episodio (non è l'unico) sulla democraticità di Grillo :p
Dato che si parla di censura... http://antigrillo.wordpress.com/2009/06/18/grillo-bugiardo-antidemocratico-e-censore/

Ale 9
21-06-2009, 10:30
ma quello che dicono qua è vero?

Scusate ma non sapevo dove postarlo ( non voglio creare polemiche)

http://www.facebook.com/home.php#/video/video.php?v=1188709877939&ref=nf