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Visualizza Versione Completa : Acqua



francamdar
15-01-2007, 18:34
Intervista ad Alex Zanotelli (missionario comboniano) (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Satellite&op=vota&lid=5726)
4° Incontro Mondiale di Intellettuali e Artisti in Difesa dell'Umanità
Temi trattati: la privatizzazione e la guerra dell'acqua; le politiche del governo Prodi verso l'Africa


Il ciclo dell acqua e le attività umane, per Teresa Isenburg. (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=734)
Teresa Isenburg (Università di Milano).
Presso il convegno: "Acqua: Un Diritto per Tutti".


L'acqua alla gola (http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1068661,00.html) di Fabrizio Lazzaretti - Rai Report (http://www.report.rai.it) -


Acqua bene comune (http://meetv.altervista.org/?cat=26&paged=1) da meeTV


Conversazione sull'acqua (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=92)
Rosario Lembo - Presidente del CIPSI
Riccardo Petrella - Comitato internazionale per un contratto mondiale dell'acqua
Roberto Cavallini - Coop Italia
Coordinatore, Cristiano Lucchi - Retelilliput


Come sconfiggere i ladri d'acqua (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=6243)
Padre Zanotelli ha relazionato su come sia possibile sconfiggere i ladri d'acqua partendo dall'esempio di Napoli. Nell'interessante percorso espositivo, ha denunciato con amarezza che la SMAT di Torino, si è aggiudicata la gara per la gestione del servizio idrico integrato nella Provincia di Palermo. Quale necessità ha la SMAT di sbarcare in Sicilia? Cosa nasconde questo progetto? Cosa c'è dietro a questa privatizzazione di un bene comune così importante? L'aria e l'acqua sono in assoluto i due beni fondamentali ed indispensabili per la vita di tutti gli esseri viventi e ne diventano fin dalla nascita diritti


Effetto acqua (http://www.effettoacqua.it/)




sempre su padre Zanotelli:

VA' PENSIERO - di Luigi Boschi (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=5787)
Cibo per tutti - Incontro con: Alex Zanotelli

"I bisogni fondamentali dell'uomo sono i diritti fondamentali dell'uomo.
L'acqua non è merce!!! Il futuro non esiste se continueremo a consumare senza responsabilità e consapevolezza. Si vota ogni giorno quando si acquista.
Non mangiate carne, o almeno riducetene drasticamente il consumo…
La metà della popolazione mondiale vive con meno di 2 Euro al giorno.
La baraccopoli di Korogocho si trova nei pressi di una delle principali discariche di Nairobi, la capitale del Kenya. I problemi di Korogocho sono vari e numerosi, a cominciare dall'assenza di servizi igienici, fognature, approvvigionamento d'acqua e corrente elettrica. I residenti vivono in balia di ufficiali del governo corrotti e bande di criminali…e si muore di AIDS.
Il volto dei poveri è il volto di Dio."



Riccardo Petrella: Perché mi sono dimesso da Presidente dell'Acquedo (http://video.google.com/videoplay?docid=254147218776639931&q=riccardo+petrella)

francamdar
16-01-2007, 10:27
Il MANIFESTO DELL’ACQUA (Il manifesto di Lisbona)
a cura Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua (http://www.contrattoacqua.it)

Il diritto alla vita
Veniamo dall’Africa, dall’America Latina, dal Nord America, dall’Asia e dall’Europa.
Ci siamo riuniti nel 1998¹ con nessun’altra legittimità o rappresentatività se non quella di essere cittadini preoccupati dal fatto che 1 miliardo e 400 milioni di persone del pianeta su 5 miliardi e 800 milioni di abitanti non hanno accesso all’acqua potabile.
Questo è intollerabile.
Ora il rischio è grande che nell’anno 2020, quando la popolazione mondiale sarà di circa 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi.
Questo è inaccettabile.
Possiamo e dobbiamo impedire che l’inaccettabile diventi possibile.
Come? E’ nostra convinzione che sia possibile raggiungere un tale obiettivo se si seguono i principi e le regole qui descritti.

L’acqua « fonte di vita » è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della Terra.
In quanto fonte di vita insostituibile per l’ecosistema, l’acqua è un bene vitale che appartiene a tutti gli abitanti della Terra in comune.
A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata.
L’acqua è patrimonio dell’umanità. La salute individuale e collettiva dipende da essa. L’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono profondamente legate ad essa. Il suo carattere « insostituibile » significa che l’insieme di una comunità umana – ed ogni suo membro – deve avere il diritto di accesso all’acqua, e in particolare, all’acqua potabile, nella quantità e qualità necessarie indispensabili alla vita e alle attività economiche.
Non ci può essere produzione di ricchezza senza accesso all’acqua. L’acqua non è paragonabile a nessun’altra risorsa: non può essere oggetto di scambio commerciale di tipo lucrativo.

Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo
L’acqua appartiene più all’economia dei beni comuni e della distribuzione della ricchezza che all’economia privata dell’accumulazione individuale ed altre forme di espropriazione della ricchezza.
Mentre nel passato la condivisione dell’acqua è stata spesso una delle maggiori cause delle ineguaglianze sociali, la civilizzazione di oggi riconosce l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo.
Il diritto all’acqua è una parte dell’etica di base di una buona società e di una buona economia.
E’ compito della società, nel suo complesso e ai diversi livelli di organizzazione sociale, garantire il diritto di accesso, secondo il doppio principio di corresponsabilità e sussidiarietà, senza discriminazioni di razza, sesso, religione, reddito o classe sociale.

L’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni
Le risorse d’acqua sono distribuite in modo ineguale.
Anche i redditi lo sono. Questo non significa che deve esserci anche ineguaglianza nell’accesso all’acqua fra le persone, le comunità e le regioni. Inoltre, l’ineguaglianza nella distribuzione dell’acqua e della ricchezza finanziaria non significa che le persone ricche d’acqua e ricche economicamente possano farne l’uso che vogliono, anche venderla (o comprarla) all’esterno per derivarne il massimo profitto (o piacere).
In numerose regioni del mondo l’acqua rimane una fonte di ineguaglianze fra uomini e donne, in quanto queste ultime portano tutto il peso dei lavori di casa che dipendono dall’acqua.
Queste ineguaglianze devono essere rimosse.
Sul nostro pianeta ci sono ancore troppe guerre legate all’acqua perché molti stati continuano a usare l’acqua come strumento a supporto dei loro interessi strategici di tipo geo-economico, al fine di acquisire un potere egemonico sulla regione circonstante. E’ necessario e possibile liberare l’acqua dall’influenza degli stati orientati egemonicamente.
L’acqua è « res publica ». L’accesso all’acqua necessariamente avviene tramite partnership.

E’ ora di andare oltre la logica dei « signori della guerra » e dei conflitti economici per il dominio e la conquista dei mercati
La cittadinanza e la democrazia si basano sulla cooperazione e il rispetto reciproco. Una “partnership” per l’acqua è il principio ispiratore che sta dietro a tutti i progetti (esempio “il contratto di fiume”) che ha permesso la risoluzione di conflitti che in certe regioni del mondo hanno tradizionalmente avvelenato le relazioni fra paesi appartenenti allo stesso bacino idrografico. Noi sosteniamo una vera partnership pubblica/privata a livello locale/nazionale/mondiale.
Una gestione dell’acqua sostenibile nell’interesse generale non solo può, ma deve essere fondata sul rispetto delle diversità culturali e sul pluralismo socio-economico. Una partnership prevalentemente sottomessa, come accade attualmente, alla logica e agli interessi degli attori privati in continua competizione reciproca per conquistare il mercato non può che danneggiare l’obiettivo di assicurare l’accesso all’acqua conformemente alle regole di una “sostenibilità” globale integrata.

Crediamo che la responsabilità finanziaria per l’acqua debba essere collettiva e individuale secondo i principi di responsabilità e di utilità.
Assicurare l’accesso all’acqua per i bisogni vitali e fondamentali di ogni persona e di ogni comunità umana è un obbligo per l’intera società.
E’ la società che deve assumere collettivamente i costi relativi alla raccolta, produzione, deposito, distribuzione, uso, conservazione e riciclo dell’acqua, in vista della fornitura e della garanzia di accesso all’acqua nella quantità e nella qualità minime indispensabili. I costi (inclusi gli effetti esterni negativi che non sono considerati nei prezzi di mercato) sono costi sociali comuni che devono essere sostenuti dall’intera collettività.
Questo principio assume un valore ancor più rilevante e significativo a livello di un paese, del continente e della società mondiale. Il finanziamento deve essere assicurato mediante una ridistribuzione collettiva.
I meccanismi di fissazione dei prezzi individuali, secondo un sistema di progressività, intervengono a partire da un livello di utilizzazione dell’acqua oltre il minimo vitale indispensabile.
Oltre questo minimo vitale, è infatti corretto che i prezzi siano in funzione della quantità usata. Vi è però un limite all'uso: ogni eccesso deve essere considerato illegale. Non è perché uno può permettersi di pagare prezzi elevati che ha diritto ad utilizzare l’acqua in quantità illimitata ed irragionevole.

L’acqua è “l’affare” dei Cittadini.
Creare le condizioni necessarie per assicurare l’accesso all’acqua, effettivo e sostenibile, è un problema che concerne tutti i membri della società. E’ anche un tema inter-generazionale.
E' compito infatti delle generazioni attuali di usare, valorizzare, proteggere e conservare le risorse d’acqua in modo tale che le generazioni future possano godere della stessa libertà di azione e di scelta che per noi stessi oggi auspichiamo. I cittadini devono essere al centro del processo decisionale.
La gestione dell’acqua integrata e sostenibile appartiene alla sfera della democrazia. Non è l’affare delle competenze e del know-how dei tecnici, degli ingegneri, dei banchieri. Gli utenti possono e devono giocare un ruolo chiave mediante scelte e modi di vita più ragionevoli, equi e responsabili necessari per assicurare la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
La politica dell’acqua implica un alto grado di democrazia a livello locale, nazionale, continentale e mondiale.
Per definizione l’acqua richiede una gestione decentralizzata e trasparente. Le istituzioni esistenti di democrazia rappresentativa devono essere rafforzate. Nuove forme di governo democratico devono essere create.
La democrazia partecipativa è inevitabile.
Questo è possibile, con o senza le nuove tecnologie informatiche e comunicative, a livello di comunità locali, città, bacini, regioni.
Nuove e coerenti cornici regolative a livello internazionale e globale devono essere disegnate e attuate accrescendo la visibilità di una politica dell’acqua sostenibile a livello globale, ad opera della comunità globale.
I parlamenti sono il luogo e gli attori naturali a questo riguardo.
Questo è il motivo per cui crediamo che sia urgente ed essenziale (ri)valorizzare le pratiche tradizionali locali di gestione dell’acqua. Un’importante eredità di conoscenze, competenze e pratiche delle comunità, molto efficienti e sostenibili, è stata dilapidata e si è persa.
C’è il rischio che venga ulteriormente distrutta negli anni futuri.

Proposte
Allo scopo di far diventare i principi elencati una realtà nei prossimi 20-25 anni, nel corso dei quali 2 miliardi di persone si aggiungeranno alla popolazione attuale, proponiamo che vengano prese e realizzate le seguenti misure, parti integranti di un « World Water Contract » da realizzarsi lungo due assi principali :
A - la creazione di una « rete di parlamenti per l’acqua »
B - la promozione di campagne informative, accrescimento della consapevolezza e della mobilitazione sul tema «acqua per tutti».

Proponiamo inoltre:
la costituzione di un Osservatorio mondiale per i diritti dell’acqua.
La creazione di una rete di parlamenti per l’acqua.
E’ nei parlamenti, principali organi della rappresentanza politica nelle società occidentalizzate, e in simili istituzioni in altre civiltà, che cade la responsabilità di modificare l’esistente legislazione attraverso l’applicazione dei principi sopra delineati.
Definire una nuova cornice legislativa a livello locale e nazionale ma anche a livello internazionale e mondiale è uno dei principali compiti dei parlamenti per riempire il vuoto che esiste in questo campo a livello mondiale.
La priorità è quella di definire un « trattato mondiale sull’acqua » che legalizzi l’acqua come bene patrimoniale vitale, comune a tutta l’umanità. Questo, per esempio, escluderebbe l’acqua da tutti gli accordi commerciali internazionali (come quelli esistenti nell’ambito dell'Organizzazione Mondiale del Commercio - WTO), come già accade nel campo culturale.

Promozione di campagne d'informazione, di sensibilizzazione e di mobilitazione
1. Sviluppo (o modernizzazione) dei sistemi di distribuzione e sanitarizzazione dell’acqua per le 600 città della Russia, Africa, Asia, America Latina e paesi europei che avranno più di un milione di abitanti nell’anno 2020 e i cui acquedotti (sistemi) sono già oggi obsoleti, inadeguati o inesistenti;
2. La lotta contro nuove fonti di inquinamento dell’acqua nelle città del Nord America, Europa occidentale e Giappone, dove la contaminazione del terreno, sia in superficie che in profondità, sta diventando sempre più preoccupante, seria e in alcuni casi irreversibile.
Queste azioni rispondono all’obiettivo di "3 miliardi di rubinetti”.
ONG, sindacati e scienziati hanno a questo proposito un ruolo essenziale e determinante.

A questi scopi, deve essere data priorità a :
> La riforma strutturale dei sistemi di irrigazione nell’agricoltura industriale intensiva. La soluzione esiste già come, per esempio, « l’irrigazione a goccia». La moderna agricoltura esistente è il principale consumatore delle risorse di acqua fresca del pianeta (pari al 70% dell’estrazione totale mondiale, di cui la maggior parte è per l’irrigazione).
Ancora il 40% dell’acqua per irrigazione si perde lungo la strada dalla fonte al serbatoio. Inoltre, l’agricoltura industriale è fonte dei maggiori danni e minacce all’ambiente (in particolare la salinità del suolo e l’idromorfismo.)
> Una moratoria di 10-15 anni per la costruzione di nuove grandi dighe che hanno finora creato problemi considerevoli di breve e lungo periodo all’ambiente, alle popolazioni locali e alla possibilità di una gestione dell’acqua integrata e sostenibile

La costituzione di un Osservatorio Mondiale per i diritti dell’acqua
Il principale obbiettivo di questo osservatorio sarà di raccogliere, produrre, distribuire e diffondere le informazioni il più possibile rigorose ed affidabili in merito all'accesso all'acqua dal punto di vista dei diritti individuali e collettivi, alla produzione dell’acqua, all’uso, alla sua conservazione/protezione e allo sviluppo democratico sostenibile.
L’osservatorio deve diventare uno dei punti di riferimento mondiali per le informazioni sui diritti dell’acqua, a supporto delle più efficienti forme di partnership e solidarietà per l’acqua.

Il Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua
Il presente Manifesto è stato redatto a Lisbona (Valencia) Spagna , nel corso del 1998 da un Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’Acqua, composto da persone che provenienti da diversi continenti si sono preoccupati del fatto che un 1 miliardo e 400 milioni di persone del piante non hanno accesso all’acqua potabile.
Il documento è stato redatto su iniziativa del Gruppo di Lisbona, grazie al contributo finanziario della Fondazione C. Gulbenkian, della Generalitat Valenciana, dello istituto da Agua e el Gruppo IPE-Agua do Portogallo.

Il Comitato Internazionale è presieduto da Mario Soares e coordinato da Riccardo Petrella (Segretario Generale)
Indirizzo c/o Gruppo di Lisbona : 30 rue morose 1030 Brussels tel.+32.2.245.18.98 - fax + 32.2.245.21.08

francamdar
16-01-2007, 10:35
Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua (http://www.acquabenecomune.org/)




Campagna Acqua Pubblica

E' iniziata la Campagna acqua pubblica, ci metto la firma!

Centinaia di banchetti stanno inondando le piazze d'Italia,
cerca nella sezione iniziative (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?rubrique=98) il posto piu' vicino a te per correre a firmare la nostra legge d'iniziativa popolare!!

http://www.acquabenecomune.org/dist/images/acquapubblica_logo_RGB.gif

i preghiamo di segnalare tempestivamente tutte le iniziative a
segnalazioni-iniziative@acquabenecomune.org



La Campagna é totalmente auto-finanziata:
alla sezione finanziamento le quote di adesione (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=281) ipotizzate e le modalità (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=228)
per sovvenzionare la riuscita della Campagna




Dal 20 Novembre è attiva, presso la seguente sede:
Campagna nazionale legge acqua
via di Sant'Ambrogio 4
00186 Roma
tel. 06- 68136225
email: segreteria@acquabenecomune.org,
la Segreteria Operativa (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=235) della Campagna

http://www.acquabenecomune.org/dist/images/banner.gif

francamdar
16-01-2007, 11:11
L’acqua: un’emergenza mondiale?
Prof. Ugo Leone
Docente di Politica dell’ambiente
Università di Napoli “Federico II”

scarica o leggi il pdf (http://www.icsal.it/cgi-lib/pdf/acqua.pdf)




da: Istituto per la Cooperazione allo Sviluppo sede di ALessandria (http://www.icsal.it)

francamdar
11-10-2009, 15:35
Show dallo spazio per il pianeta fragile

Dalla Stazione spaziale internazionale (Iss), il miliardario canadese, fondatore del Cirque du Soleil, Guy Laliberté ha condotto in diretta uno show "extraterrestre" dedicato alla necessità di assicurare acqua potabile a tutta l'umanità.
http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_10/show-spaziale-laliberte_c18b7b84-b581-11de-8656-00144f02aabc.shtml






Il Governo privatizza l’acqua.
De Magistris: “E’ un bene pubblico, non del mercato”
di Luigi De Magistris - da Micromega


Seminerà più sofferenza e vittime dei conflitti per il controllo del petrolio e del gas, perché la popolazione planetaria cresce e i cambiamenti climatici rendono l’acqua una risorsa preziosa e sempre meno disponibile. Così la guerra per l’oro blu rischia di diventare il prossimo terreno di scontro fra Nord e Sud del mondo, causa di migrazioni dei popoli, origine della discriminazione sociale anche nel mondo sviluppato tra chi potrà accedervi e chi ne resterà privo.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-governo-privatizza-lacqua-de-magistris-e-un-bene-pubblico-non-del-mercato/

bobc82
11-10-2009, 20:31
La siccità e il fenomeno della crescente desertificazione sono tra i problemi più importanti da considerare negli ultimi anni.
Di conseguenza, quando un bene diventa raro, non importa se rientra tra i bisogni primari, gli sciacalli ne approfittano come sempre.
Ora si rischia che oltre alla mafia del petrolio si crei anche una mafia per l'acqua.

Incomprensibile il silenzio di tutti i mass-media sul tema!

aed1248
12-10-2009, 09:18
http://waterlife.nfb.ca/

macedone
12-10-2009, 19:44
Cut.

Incomprensibile il silenzio di tutti i mass-media sul tema!
Comprensibilissimo se si pensa che qualcuno ci vuole speculare sopra... :)

papclems
13-10-2009, 08:15
io c'ho il pozzo, non uso acqua del comune.

aed1248
13-10-2009, 09:57
Comprensibilissimo se si pensa che qualcuno ci vuole speculare sopra... :)

e neanche poco...
ormai tutto quello che è di uso comune è stato o è in via di privatizzazione...
lo stato si impoverisce, i cittadini pagano di più, e i soliti amichetti del potere (ed i politici stessi ovviamente) si gonfiano le tasche...

è una nazione di merda.

francamdar
13-10-2009, 13:05
se poi si pensa quanto spendano in pubblicità le grandi aziende che vendono acqua in bottiglia
ecco che nessun giornalista scriverà mai nulla a riguardo





L'acqua risorsa strategica del 2000

di Alfredo Somoza
(Presidente dell’Istituto Cooperazione Economica Internazionale – ICEI)
link: http://it.peacereporter.net/articolo/1265/L%27acqua+risorsa+strategica+del+2000

macedone
14-10-2009, 00:25
e neanche poco...
ormai tutto quello che è di uso comune è stato o è in via di privatizzazione...
lo stato si impoverisce, i cittadini pagano di più, e i soliti amichetti del potere (ed i politici stessi ovviamente) si gonfiano le tasche...

è una nazione di merda.
E' ridicolo privatizzare l'acqua... Tra poco faranno lo stesso con l'aria...
Ovunque sia stata privatizzata l'acqua ha raggiunto costi improponibili... Che senso ha allora privatizzarla?

francamdar
19-11-2009, 13:19
Ci rimane soltanto l'aria (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=6637&ID_sezione=&sezione=) di Antonio Scurati - da La Stampa
Cosa succede se la globalizzazione raggiunge il rubinetto di casa


Nessun uomo è tanto pazzo da vendere la terra su cui cammina. Così, stando alla leggenda, il grande capo indiano avrebbe risposto al negoziatore bianco che gli offriva la scelta tra la guerra di sterminio e l’acquisto delle terre ataviche della sua tribù. Che cosa direbbe oggi quel capo indiano di noi che, dopo aver fatto ovunque commercio della terra su cui camminiamo, ci apprestiamo a venderci anche l’acqua che beviamo?

Niente direbbe, il fiero guerriero, perché, al pari di ogni altro ostacolo locale, fu spazzato via dalla storia che, è bene non dimenticarlo, è stata sempre storia del processo unilaterale attraverso il quale l’Occidente, esplorando, conquistando e colonizzando, ha globalizzato la terra unificandola in un sistema mondo interamente governato dalla legge del capitalismo. Ora che quella grande impresa è compiuta, ora che la fase di espansione è terminata, ora che l’auto-narrazione in cui si racconta di come il pianeta Terra divenne una sfera interna alla logica del capitale è giunta alla fine, ora non rimane che lavorare sulle condizioni di vita all’interno della grande serra planetaria del capitalismo avanzato. Questa nuova frontiera interna che avanza senza soste ha un nome preciso: privatizzazione della vita.

Rientra in questo quadro epocale anche la notizia secondo la quale in Italia, remota provincia dell’impero, il governo sarebbe pronto ad appaltare a privati il servizio di erogazione dell’acqua, che smetterebbe così di fatto di essere un servizio pubblico, trasformando l’approvvigionamento idrico, cioè l’accesso a una fonte basilare della vita, in una qualsiasi merce. In linea concettuale, infatti, anche questo sarebbe un ampio passo verso la privatizzazione della vita: l’acqua smetterebbe di essere qualcosa cui tutti noi abbiamo diritto inalienabile per il semplice fatto di stare al mondo, una dotazione comune d’ingresso, come l’aria che respiriamo, e diverrebbe un bene voluttuario diversamente accessibile in base alla nostra individuale capacità di spesa. Ecco, dunque, un altro esempio della regola della deprivazione che sembra governare i destini degli uomini in questo nuovo scorcio di millennio: a ogni nuovo giro di giostra, man mano che il «pubblico» diventa «privato», ci viene sottratto ciò che è necessario per vivere o, almeno, ciò che fino a una generazione precedente era stato considerato un diritto naturale e inalienabile. La privatizzazione della vita agisce simultaneamente su due versanti, contigui e interconnessi come le due facce di un'unica moneta. Su un versante si procede a privatizzare la proprietà non più solo dei mezzi di produzione ma anche dei mezzi di sussistenza della vita della specie, sull’altro si mette in scena la riduzione della vita sociale a fatto privato.

Sul primo versante accade che, in un quadro globale di progressivo impoverimento delle risorse naturali, di cambiamenti climatici che rischiano di mettere fine al lussureggiare della vita planetaria e di fosche previsioni sull’aumento della popolazione mondiale, il controllo sui beni basali per l’esistenza, sulle condizioni di sopravvivenza, e finanche sulle matrici di riproduzione della vita biologica, viene via via affidato a soggetti d’impresa, cioè a privati mossi dalla logica del profitto e, spesso, da intenti speculativi. È il caso del controllo delle risorse idriche, delle biotecnologie in agricoltura, ma è anche il caso della privatizzazione della guerra subappaltata a contractors privati, della privatizzazione della ricerca medico-scientifica e, sopra ogni altro, è il caso della ricerca sul genoma umano condotto da privati. Il secondo versante, meno serio ma non meno preoccupante, è quello della trasformazione della politica in talk show, un osceno teatrino di faccende un tempo confinate nella vita privata che ha l’effetto di svilire, fino all’annichilimento, la nozione di «pubblico interesse». Il «pubblico», come ci ha insegnato Bauman, è così svuotato dei suoi contenuti, privato di un’agenda propria: è solo un agglomerato di guai, preoccupazioni e problemi privati. È l’eclissi della politica, un tempo intesa come possibilità di fare uso di mezzi collettivi per affrontare i problemi individuali. È anche la fine del sentimento di comunità. E, con esso, la fine del principio di un bene comune.

Da entrambi i lati dello schermo televisivo, la collettività scade ad aggregato di agenti individuali, le esistenze a questioni private. La lezione che si ricava da questa rappresentazione che rimodella la nostra capacità di pensare il mondo in comune è che ciascuno può solo lodare se stesso per i propri successi o, più probabilmente, incolpare se stesso per i propri fallimenti. Tutti gli individui assistono al grande talk show della vita privatizzata soli con i loro problemi e, quando lo spettacolo finisce, si ritrovano sprofondati nella loro solitudine, immersi nel buio di una stanza in subaffitto davanti a un televisore sintonizzato su di un canale morto.

aed1248
19-11-2009, 14:07
Bei politici che abbiamo...

Hendeling
19-11-2009, 14:38
Di tutte le cose fatte finora dai vari governi Berlusconi, questa è la peggiore, imho.

Edit:
Ho trovato questa petizione on-line contro la privatizzazione.
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

P.s. Non mi pare vada contro le regole del forum postare petizioni, ma se non va bene, cancellate.

bugsrunner
19-11-2009, 16:02
è una nazione di merda.


quoto...

bobc82
19-11-2009, 20:47
Di tutte le cose fatte finora dai vari governi Berlusconi, questa è la peggiore, imho.

Edit:
Ho trovato questa petizione on-line contro la privatizzazione.
http://www.petizionionline.it/petizione/campagna-nazionale-salva-lacqua-il-governo-privatizza-l-acqua-/133

P.s. Non mi pare vada contro le regole del forum postare petizioni, ma se non va bene, cancellate.

Ho firmato, ma non vorrei che sia già passato il decreto legge :(

aed1248
19-11-2009, 23:32
bisognerebbe fare un sit-in davanti camera e senato, non vedo altro modo per impedire questo scempio... se aspettiamo l'opposizione o napolitano stiamo freschi...

aed1248
15-07-2010, 11:43
intanto all'estero fanno retromarcia...


EAU DE PARIS

Mentre in Italia si procede a tappe forzate verso la privatizzazione dell’acqua, il mio collega (fa un certo effetto, ma è così) parigino, Bernard Delanoe, ha fatto ciò che aveva promesso. Il servizio idrico sarà di nuovo municipale.
Nonostante la resistenza del partito di destra e delle multinazionali.
I 900 dipendenti delle concessionarie verranno tutti assunti nell’ente municipale Eau de Paris (Acqua di Parigi), nato il primo maggio scorso. I contratti delle due multinazionali Veolia e Suez che gestiscono il servizio idrico nella capitale francese, inerenti alla distribuzione, scadranno il prossimo 31 dicembre.
E il ritorno alla gestione municipalizzata farà risparmiare al Comune di Parigi circa 30 milioni di euro l’anno, che porteranno il prezzo dell’acqua per metro cubo a 2,77 euro fino al 2014. I risparmi saranno reinvestiti in opere di risanamento delle infrastrutture idriche.
La motivazione della scelta di Delanoe e dei Parigini non è solo ideale (L’acqua è un diritto e non solo un servizio). Ma affonda anche in una constatazione che spazza via tutte le illusioni di chi crede che privato è bello e meglio: i numerosi disservizi che vanno dalla scarsa manutenzione delle tubature all’aumento costante dei prezzi.
Con il passaggio al servizio pubblico, i prezzi rimarranno bloccati per 5 anni, mentre aumenteranno le campagne di informazione al cittadino, che potrà controllare la composizione chimica dell’acqua che esce dal proprio rubinetto (cosa che grazie alle nostre aziende pubbliche, CAP Milano, avviene già da anni).
Così, Parigi, dopo aver messo nel 1984 (sindaco Chirac) l’acqua nelle mani di due multinazionali Veolia e Suez, si riprende un bene comune. E cambia rotta.
Anche noi, a Cassinetta di Lugagnano abbiamo fatto e facciamo la nostra parte, dichiarando l’acqua un Bene Comune. E’ poco. Certo. E non può bastare.
Però, intanto, in rete cresce qualcosa…


http://www.domenicofiniguerra.it/?p=992