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Visualizza Versione Completa : Così gli americani torturano ancora...



Nabarez
19-12-2006, 08:12
Iraq, torna l'incubo Abu Ghraib
Un marine detenuto a Bagdad ha raccolto appunti in una Bibbia
di MICHAEL MOSS

BAGDAD - Una notte di metà aprile a Camp Cropper, un centro di detenzione di massima sicurezza dell'esercito degli Stati Uniti a Bagdad, la porta d'acciaio si è chiusa sferragliando alle spalle del prigioniero N. 200343. I secondini americani nei giorni successivi sono andati periodicamente nella cella del detenuto, gli hanno messo le manette ai polsi e alle caviglie, gli hanno bendato gli occhi e lo hanno portato in una stanza imbottita nella quale lo hanno interrogato. Dopo un'ora o due, racconta l'ex detenuto, lo hanno riaccompagnato in cella, stremato e senza la possibilità di dormire. Le luci della sua cella infatti non sono mai state spente. Per buona parte del tempo nel corridoio ha risuonato a forte volume musica heavy metal o country, a ore sempre diverse è stato sbatacchiato senza spiegazioni e costretto a stare in piedi nella sua cella. Anche quando era sdraiato, non gli è stato consentito di coprirsi il volto per mettersi al riparo dalla luce, dal chiasso e dal freddo.

Dopo 97 giorni è stato rilasciato esaurito, depresso e terrorizzato.

Il detenuto N. 200343 è soltanto uno tra le migliaia di persone trattenute e rilasciate dall'esercito americano in Iraq e il resoconto di tutto quello che ha passato fornisce uno spaccato dettagliato dei molti casi simili al suo nei centri di detenzione del Pentagono dai tempi dello scandalo per gli abusi di Abu Ghraib. Per molti aspetti, tuttavia, il suo caso è insolito. Il detenuto in questione infatti è Donald Vance, un veterano della Marina di 29 anni proveniente da Chicago e partito per l'Iraq come addetto alla sicurezza. Suo compito era quello di passare informazioni e soffiate all'Fbi in relazione ad attività sospette della società di sicurezza irachena nella quale lavorava, tra cui informazioni su quello che a suo dire si qualifica come un possibile commercio di armi illegali.

Quando su sua stessa sollecitazione i soldati americani hanno fatto irruzione nella società di sicurezza, Vance e un altro americano che lavorava lì sono stati arrestati come sospetti dai militari che non sapevano della sua attività sotto copertura.

A Camp Cropper, Donald Vance ha preso appunti sui dettagli della sua prigionia e li ha fatti uscire dal centro di detenzione all'interno di una Bibbia. "Malato, molto. Vomitato" ha scritto il 3 luglio. E il giorno seguente: "Mi è stato detto nessuna telefonata finché esco".

Nathan Ertel, l'americano imprigionato insieme a Vance, è riuscito a portarsi via alcuni documenti militari che gettano nuova luce sui centri di detenzione e sui suoi tribunali segreti.

Tra questi vi è un memorandum legale nel quale esplicitamente si nega ai detenuti il diritto ad avere un avvocato ad assisterli nelle udienze nel carcere fissate per determinare se debbano essere rilasciati o trattenuti a tempo indeterminato, forse per essere perseguiti.

"Perfino Saddam Hussein ha avuto maggiore assistenza legale di quanta ne ho avuta io" dice Vance, che ha deciso di citare l'ex segretario della Difesa, Donald H. Rumsfeld, perché i suoi diritti costituzionali sono stati violati.

I militari non hanno mai spiegato perché hanno continuato a considerare Vance una minaccia per la sicurezza, tranne il fatto che alla fine le autorità hanno deciso di liberarlo dopo un ulteriore esame del suo caso. "Trattare i cittadini americani in questo modo sarebbe stato assolutamente inconcepibile prima dell'11 settembre" ha detto Mike Kanovitz, un legale di Chicago che oggi rappresenta Vance.

Il 20 luglioVance ha scritto nei suoi appunti: "Mi hanno detto: "Te ne vai oggi". Fatta doccia, sbarbato, visto dottore, avuto vestiti civili indietro e passaporto". Uscendo dal centro di massima sicurezza, Vance ha detto: "Mi hanno chiesto se avevo intenzione di scrivere un libro, se avevo intenzione di riferire la mia storia alla stampa, se pensavo di cercarmi un avvocato. Ho preso queste domande per un'intimazione: "Chiudi la bocca e non parlare a nessuno di questo posto", così ho risposto: "No, signore, voglio solo tornarmene a casa"".

Ertel è tornato a Bagdad e lavora nuovamente lì come contract manager. Vance è tornato a Chicago, e ancora soffre le conseguenze dell'essere stato prigioniero di guerra in Iraq. "E' davvero dura. Non mi piace parlare di queste cose con la mia famiglia. Provo vergogna, mi sento depresso, ho incubi continui e direi che ormai soffro persino di paranoia".
(copyright The New York Times-La Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)


[MOD ironia ON]
che sia tutta un'invenzione?:suspi:
[MOD ironia OFF]

:(

papclems
19-12-2006, 12:28
han fatto bene!


l'ha detto pure il papa... ha scritto nella bibbia !


all'rogo.
:sisi:













:asd::asd:

macedone
19-12-2006, 13:31
han fatto bene!


l'ha detto pure il papa... ha scritto nella bibbia !


all'rogo.
:sisi:

:asd::asd:
:asd: :asd: :asd: :asd: :asd:

Comunque, a parte gli scherzi, purtroppo le guerre comportano sempre bestialità da che mondo e mondo... Bisognerebbe cercare di evitale, non di renderle più "umane"...

I soprusi e le ingiustizie sono state certamente commessi ma non perchè sono "americani" perchè è una guerra e la guerra è pazzia, dovrebbe sempre essere l'ultima delle possibilità, mentre in Iraq era già stata decisa a priori...

Nabarez
19-12-2006, 14:12
I soprusi e le ingiustizie sono state certamente commessi ma non perchè sono "americani" perchè è una guerra e la guerra è pazzia, dovrebbe sempre essere l'ultima delle possibilità, mentre in Iraq era già stata decisa a priori...

scusa, non vorrei riaprire il solito discorso anti-americano..
peró volevo sottolineare che non erano loro a VOLER ESPORTARE LA DEMOCRAZIA con la guerra in Irak? la democrazia prevede forse la tortura sistematizzata? mhh.. non credo..

che poi la guerra sia una bestialitá siamo d'accordo, da entrambe le parti si commettono le atrocitá..ma non si era detto che si sarebbe lasciato perdere con le torture da parte degli USA? l'avevano detto loro mica io..


MASSIMO L. SALVADORI

La posizione di superpotenza unica tenuta dagli Stati Uniti sta portando ad uno stato protratto di "ubriacatura da successo" l´amministrazione Bush, la quale, mentre si trova impegnata nel piano di pacificazione in Israele e nei Territori palestinesi, ora progetta di "esportare la democrazia", dopo averlo fatto in Afghanistan e in Iraq, anche in Iran. Ripetendo il copione, da un lato essa afferma idealisticamente il dovere di raccogliere "il grido di dolore" che in questo paese sale dal movimento studentesco e di proteggere la sicurezza comune dalla minaccia che il regime islamico possa dotarsi di armi di sterminio di massa, dall´altro mira realisticamente a spazzar via un altro regime che ostacola i suoi disegni di riorganizzazione dell´intera area mediorientale. L´"ubriacatura da successo" del governo americano, se si considerino i risultati immediati raggiunti, ha fondati motivi. Ma occorre al tempo stesso domandarsi quale sia il rovescio della medaglia, ovvero se i successi a breve termine possano tradursi in successi duraturi. Insomma, il nocciolo della questione è: gli Stati Uniti di Bush, oltre alle risorse economiche e militari, posseggono quelle culturali e politiche per rendere stabile il nuovo ordine che è nei loro piani?
Il crollo dell´Unione Sovietica fu causato dalla contraddizione divenuta sempre più ingovernabile tra il possesso di un imponente complesso militare e la perdita delle risorse economiche, culturali e politiche necessarie al mantenimento del suo status di superpotenza e della pax sovietica all´interno del suo impero, in presenza di una superpotenza rivale che invece teneva saldamente nelle proprie mani tutte le risorse strategiche indispensabili non solo per preservare la condizione di superpotenza ma per proiettare la sua strategia a livello internazionale. Il crollo dell´Urss ha lasciato gli Usa liberi di far valere, come mai prima avvenuto nella storia moderna, il monopolio della forza militare e tutto il peso della sua supremazia tecnologica ed economica. Questo ha costituito il punto di partenza dell´attuale politica espansiva volta a dare alla globalizzazione economica - di cui gli Stati Uniti costituiscono il centro di irradiazione - un coerente contesto politico-istituzionale quale base di un nuovo ordine mondiale.
L´attacco terroristico dell´11 settembre aveva posto il problema di una inevitabile reazione. Due le risposte possibili dell´America. L´una, certo la più complessa, era di potenziare le risorse politiche; l´altra, la più semplice, di far leva sull´impiego essenzialmente della forza. La prima richiedeva di tenere salto il rapporto con le Nazioni Unite, l´Unione Europea, la Russia e la Cina, di usare la forza nel quadro della legittimità internazionale, di legare l´azione ferma contro il terrorismo ad un´azione altrettanto incisiva diretta in prospettiva a rimuovere le cause che in tutta una serie di paesi alimentano il consenso ai terroristi. Si trattava di seguire una via più lenta ma dagli effetti più profondi, evitando di cedere all´"ubriacatura della potenza". La seconda consisteva nel ricorso all´azione unilaterale americana, nella chiamata a raccolta degli "amici sicuri", nella delegittimazione delle Nazioni Unite, nella divisione dell´Unione Europa da ridursi ad "espressione geografica", nell´esercizio immediato della potenza militare considerato unico positivo presupposto della ricostruzione in primo luogo del Medio Oriente secondo i piani concepiti nel cerchio stretto del potere washingtoniano. Tassello importante della strategia di Bush e del suo partner Blair - erettisi a campioni della causa democratica internazionale secondo criteri di opportunismo selettivo - è stato di aver fatto violenza, pur di conseguire ad ogni costo i loro scopi, anzitutto alle loro democrazie, mentendo clamorosamente sulla vera natura del pericolo militare irakeno, trattando i milioni di "pacifisti" nel mondo come gente irresponsabile e i propri popoli e persino i propri parlamenti come un gregge da "montare" con una "verità" risultata una grande menzogna. I difensori della democrazia si sono rivelati re machiavellici.
La facile vittoria nella guerra contro l´Iraq lascia una eredità che mostra a tutte lettere le conseguenze del fatto che disporre di risorse militari adeguate non significa avere le risorse politiche atte ad assicurare un soddisfacente ordine internazionale. Le Nazioni Unite sono state ridotte ad un organismo rattrappito, svuotato, il quale non ha avuto il coraggio di condannare la guerra anglo-americana che l´ha ridotto in pezzi. La massiccia mistificazione propagandistica che ha usato come cassa di risonanza i grandi mass media ha inferto un vulnus gravissimo alla democrazia nei paesi occidentali e in quelli cui si chiede di farne propri valori e istituzioni. L´Unione europea si appresta ad incassare il colpo infertole da Bush, ed è posta di fronte al dilemma di accettare la subalternità nei confronti della superpotenza oppure di cercare, facendo assai difficili conti con le sue debolezze e divisioni, i mezzi per potenziare la sua autonomia. In Medio Oriente, Bush cerca le vie della pace tra israeliani e palestinesi in maniera nettamente sbilanciata a favore di Sharon, senza la volontà di indurre quest´ultimo al passo che soltanto può costituire il presupposto della pacificazione e della sconfitta delle organizzazioni terroristiche, che è dire non già il ritiro dimostrativo da questo o quell´insediamento israeliano nei territori occupati ma il ritiro generale dagli insediamenti illegittimi. A tutto ciò si aggiungano le minacce di rappresaglie che l´amministrazione Bush ha agitato e agita nei confronti dei paesi europei che non hanno risposto alla chiamata a raccolta in occasione della guerra irakena e persino del Canada accusato anch´esso di infedeltà.
Ecco dunque che alle illimitate risorse militari messe in atto dagli Stati Uniti corrisponde la messa in campo di risorse politiche inadeguate o sbagliate, che l´"ubriacatura della potenza" la quale ha colpito gli Stati Uniti produce una "ubriacatura del successo" che si deve temere produca in concreto molti gravi insuccessi. Alla vittoria dei soldati in Afghanistan e in Iraq non segue, infatti, quella rapida vittoria politica della democrazia esportata che Bush e Blair avevano promesso; la popolazione irakena non appare disposta a riconoscere nella bandiera a stelle e strisce la madre della sua futura bandiera; e le relazioni con l´Unione Europea e il Canada sono soggette a tensioni destinate a lasciare il segno.
Ora entra in scena l´Iran. Qui da tempo è in campo un robusto movimento riformatore; ma si fa sempre più evidente che, invece di offrire una sponda intelligente di carattere politico lasciando che la crisi interna maturi, Bush intende farla precipitare ricorrendo alla forza armata esterna in nome della sicurezza internazionale e della democrazia. E´ il caso di dire: "Timeo Danaos et dona ferentes". Abbattere i nemici della Libertà e della Repubblica con le baionette fu il sogno e l´illusione della Francia rivoluzionaria, con l´unico risultato di rafforzare la causa dei troni. Far marciare i carri armati in nome della causa internazionale del socialismo ebbe per l´Urss l´effetto di contribuire a scavare la fossa ai regimi comunisti. Speriamo che nei paesi occidentali la democrazia si dimostri sufficientemente vigorosa da mandare a casa i falchi i quali, incapaci di comprendere che l´uso di una forza priva di ogni legittimazione internazionale accresce la spirale della violenza nel mondo, stanno dimostrandosi tanto palesemente inferiori alle loro responsabilità.

Dampyr
19-12-2006, 14:16
francamdar, sei tu? :suspi:

macedone
19-12-2006, 15:29
scusa, non vorrei riaprire il solito discorso anti-americano..
peró volevo sottolineare che non erano loro a VOLER ESPORTARE LA DEMOCRAZIA con la guerra in Irak? la democrazia prevede forse la tortura sistematizzata? mhh.. non credo.. cut.
La democrazia no, la guerra si.
Voler cercare di dare una dimensione "umana" alla guerra è la peggior cosa che si possa fare; la guerra non è un'azione umana, al contrario è un'azione disumana; i trattati, le convenzioni, i diritti internazionali dei prigionieri, sono maschere che utilizziamo per nascondere la tragicità e la distruttività della guerra, che corrode ed erode la ragione dell'uomo, rendendolo un animale; cercando attraverso queste "regole" di sentirci meno responsabili, di trovare il capro espiatorio, il solito militare malvagio e così via.

Io credo solo che alcuni uomini riescono a non impazzire in guerra ed altri no.

Per questo la guerra deve essere l'ultima delle strade da percorrere nella risoluzione delle controversie tra stati.

Certo è che la tortura và combattuta in tutte le forme in cui essa si presenti.


MASSIMO L. SALVADORI
Questo secondo me dice un sacco di fregnacciate...

In un altro post magari le ribatterò punto per punto.

papclems
19-12-2006, 16:02
francamdar, sei tu? :suspi:


questa è grandiosa. :D


no francamdar è impegnato a calcolare quante volte 14 sta in 42.

:asd:



:p :p

francamdar
21-12-2006, 01:12
scusate ero impegnato a rileggermi questi articoli



Abu Ghraib, io c'ero (http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=16&idart=6145)
La verità di Joe Darby, il soldato che denunciò lo scandalo delle torture



Recuperare la mia umanità (http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1897)
Un testo del militare condannato alla reclusione per non aver voluto partecipare alla guerra contro l’Iraq
Camilo Mejía


Vite usa e getta (http://www.zmag.org/Italy/gelman-vite-usa-getta.htm)







"Io non sono per la pace:
per la pace sono state commesse le peggiori efferatezze e barbarie
e commessi innumerevoli crimini contro l'umanità.

Io sono contro la guerra.

L'umanità dovrebbe rigettare la guerra come ha fatto
per il cannibalismo"
(Gino Strada - Chirurgo di guerra)

Rainfall
21-12-2006, 09:41
ma hanno mai smesso?

papclems
21-12-2006, 22:52
ma hanno mai smesso?


che domande.

si c'è stato un mese mi pare aprile 63 in cui non ci sono state guerre sulla terra...


:asd::asd:

slaine
21-12-2006, 23:02
si c'è stato un mese mi pare aprile 63 in cui non ci sono state guerre sulla terra...
Pap, sei tu? :suspi:






















:D

papclems
22-12-2006, 07:12
Pap, sei tu? :suspi:

:D


www. mi piaci tu... solo tu.. sempre tu...







si sono io.


-.-






:asd:



il gioco m'ha dato alla testa, giro vestito di sacco e parlando come un personaggio del 1200.
Salve messere, o robe del genere, appena vedo uno che mi pare un pò niubbo, lo attacco con la spada templare, e una volta ucciso, provo a guardare nel corpo se trovo soldi o altra roba da prendere ..... O_o









:asd:

macedone
22-12-2006, 09:17
www. mi piaci tu... solo tu.. sempre tu...
si sono io.

-.-
:asd:

il gioco m'ha dato alla testa, giro vestito di sacco e parlando come un personaggio del 1200.
Salve messere, o robe del genere, appena vedo uno che mi pare un pò niubbo, lo attacco con la spada templare, e una volta ucciso, provo a guardare nel corpo se trovo soldi o altra roba da prendere ..... O_o

:asd:
Il gioco ha fottuto il cervello allo zio... :asd:

Risotto
24-12-2006, 22:05
mamma mia! manco fosse dalv mg!
:asd:
no vabbè, questo era un soldato, quindi uno con le palle :asd: