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Visualizza Versione Completa : La decrescita felice



francamdar
16-07-2006, 18:33
posto un'articolo che ho trovato veramente utile e interessante, che dovrebbe farci riflettere profondamente.
concetti di vera politica che spero ci aiutino tutti a sviluppare coscienza e consapevolezza per uno sviluppo sostenibile e un futuro migliore.
spero, altrettanto. che ci aiutino a stigmatizzare quell'ideologia partitica faziosa che ci dice che nemico dell'uomo é l'altro uomo.
fra



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Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Metereologica Italiana e direttore della rivista Nimbus, in occasione della presentazione di un numero monografico di "Animazione Sociale" sull'educazione ai consumi, ha esposto la sua idea di modello di sviluppo nella sede del gruppo Abele di Torino.
Riportiamo il testo dell'intervista che ha rilasciato, per gentile concessione di Arcoiris Tv.

Parliamo di decrescita felice; la prima domanda che ti porrei è questa: per quale motivo un climatologo si avvicina a questo concetto?

Studiando il clima si arriva immediatamente a tutte quelle attività umane che sul clima incidono. Prima di tutto il consumo di energia, soprattutto quella derivante dal petrolio e dal carbone, che è l'energia che emette i gas che alterano la nostra atmosfera e che causano i cambiamenti climatici. Quindi è giocoforza che chiunque si occupi di clima arrivi anche ad occuparsi di problemi sociali e di problemi economici, visto che se vogliamo cambiare l'attuale situazione di degrado ambientale dobbiamo per forza passare attraverso la modificazione dei comportamenti quotidiani.

Da qui il passo alla decrescita è inevitabile direi, anche se poi, è ovvio, non tutti coloro che studiano la climatologia ci arrivano; bisogna sentirla anche un pò a livello personale; io sono riuscito a mettere abbastanza insieme le due cose e oltre che occuparmene sul piano professionale, ne faccio ormai anche uno stile di vita, di tutti i giorni.

Ecco, tu parlavi appunto della questione dei consumi, l'attuale innalzamento della temperatura terrestre è imputabile a un rapporto sbagliato con i consumi dell'uomo sulla terra?

Direi di si in termini generali, ovviamente se vogliamo andare a scoprire in modo quantitativo quale è la responsabilità delle attività umane sui cambiamenti climatici, non abbiamo la bacchetta magica e non siamo in grado di quantificarlo; non si può certamente dire se la colpa è tutta dell'uomo, se lo è solo in parte o se siamo in qualche modo come i detonatori di una possibilità che il sistema climatico ha di variare e noi abbiamo mosso una piccola cosa, ma stiamo creando in questa maniera una sorta di disequilibrio che poi ci porterà a cambiamenti ambientali sicuramente difficili da sopportare nel futuro, non tanto adesso.

Quello che stiamo vedendo ora sono solo i primi assaggi; i timori sono per quello che succederà nei prossimi decenni, fino all'orizzonte del secolo quando si attende un aumento che può essere compreso tra i 2 e i 6 gradi a livello mondiale, che è veramente una quantità enorme e che metterebbe in crisi non solo l'umanità ma tutto l'ecosistema.

Ecco che dunque quando parliamo di consumi arriviamo ai consumi di materie prime, perché non c'è soltanto l'energia, non ci sono soltanto i problemi legati all'atmosfera, ce ne sono molti altri a cominciare da dove mettere i rifiuti, all'inquinamento dell'aria che fa male alla salute e non al clima, all'inquinamento dell'acqua e così via.

Tutto rientra in questo grande flusso di materia e di energia che noi preleviamo da un forziere che è quasi sempre il suolo terrestre e che poi trasferiamo, attraverso una breve permanenza che consideriamo il nostro benessere, poco dopo alla discarica.

Quindi, per stare bene, noi spostiamo una colossale quantità di materiali e di energia ma li trasformiamo, e nel trasformarli spesso abbiamo anche dei prodotti indesiderati; non si tratta soltanto dei rifiuti che vediamo, che possono darci fastidio da un punto di vista estetico, ma forse certe volte non fanno così male; ci sono tantissimi rifiuti invece che non vediamo, sotto forma di composti chimici il più delle volte inventati dall'uomo, i quali possono procurarci dei danni, a noi o alle specie viventi che poi servono a noi per vivere, e molti dei quali non sappiamo ancora che cosa facciano.

Quindi, il consumo smodato di tutto ciò, è sicuramente la base del disequilibrio del sistema ambientale dei giorni nostri.

Un fenomeno che qui a Torino si vede molto bene è quello dell'arretramento dei ghiacciai; questo è un sintomo; può essere un passaggio storico normale, oppure anche questo è un segno di un'emergenza che si crea nel nostro ambiente?

I ghiacciai variano rispondendo alle variazioni climatiche, al fatto che faccia più caldo e che nevichi di meno, una parte di questo segnale può essere di natura assolutamente interna al sistema climatico normale potremmo dire, naturale, ma come abbiamo detto prima, se ormai si è assodato che almeno una frazione del cambiamento climatico attuale, dell'innalzamento della temperatura, dipende dalla quantità di gas a effetto serra che l'uomo ha immesso nell'atmosfera negli ultimi 150 anni, allora anche i ghiacciai sono una risposta a tutto ciò.

E direi che questo, almeno a Torino, ci deve in qualche modo, da un lato preoccupare perché il ghiacciaio per Torino è una fonte di acqua, è una fonte anche di turismo; le Alpi sono attrattive anche perché abbiamo il ghiaccio e la neve d'inverno, ma l'altro aspetto è che con i ghiacciai noi abbiamo una grande possibilità didattica; forse proprio attraverso i ghiacciai, chi abita in Piemonte, può rendersi conto, in maniera più concreta, di come si fa in fretta a cambiare un paesaggio e basta andare in montagna, soprattutto per chi ci va da un pò di anni, per accorgersi che negli ultimi 15 anni circa, le cose hanno cominciato a prendere una piega direi straordinaria, per l'accelerazione con la quale vediamo sparire il ghiaccio e vediamo cambiare il terreno sotto i piedi; e da questo può essere utile partire per riflettere sugli altri grandi temi.

Una domanda più generale:il protocollo di Kyoto per la riduzione dell'immissione dell'anidride carbonica nell'atmosfera è la risposta al problema?

E' un inizio di risposta, un tentativo, encomiabile, perché comunque pensiamo a quanto è difficile mettere d'accordo, praticamente tutti i Paesi della terra, ma è l'unico passo che possiamo fare.

C'è una sorta di concordato internazionale sui problemi ambientali, è l'unico mezzo che ci permette di uscire da questo vicolo cieco, altrimenti se uno o due o cinque agiscono in maniera virtuosa e gli altri no è inutile muoversi, quindi serve una visione che sia assolutamente globale.

Non si poteva pretendere di trovarsi d'accordo sul clima al primo colpo, in un mondo che tra l'altro è preda di scontri, conflitti, guerre di ogni genere per mille motivi: sarebbe stata un'utopia; e invece ci si è tutto sommato riusciti, perché, pur con tutti i suoi problemi, il protocollo di Kyoto, con dei rinunciatari o con Paesi che sono stati volutamente esclusi perché sono in via di sviluppo, è oggi in vigore.

Sta a noi recepirlo come un primo modo, sia pure imperfetto e rozzo, per rapportarci a questo problema.

E' vero che sul piano fisico per l'atmosfera serve ancora troppo poco il protocollo di Kyoto, ma questo non vuol dire che bisogna ignorarlo e dire... tanto non serve..., al contrario; è l'unico modo per recepire il cambiamento culturale, perché giustamente non possiamo tornare al medio evo in un anno, quindi il protocollo di Kyoto chiede poco, proprio perché vuole fare una sorta di atterraggio morbido, abituarci con una cera gradualità alle scelte che dovremo via via far diventare la normalità nel nostro stile di vita futuro.

Tornando invece al problema dei consumi, ti è capitato di citare il "diagramma di Daly" sulla relazione fra felicità e consumi, puoi spiegarci di cosa si tratta?

Forse non è stato Herman Daly a farlo, ma sicuramente sta assolutamente al posto giusto, nella visione economica di Herman Daly, che è semplicemente l'economista che insieme a tanti altri, per altro, recepisce il concetto di crescita zero.

Siamo in una terra che ha dimensioni finite, non cresce la terra, è sempre così da 4,5 miliardi di anni, le risorse hanno una misura che non varia, noi riusciamo a vivere soltanto se prendiamo dall'ambiente quanto riesce a rigenerarsi.

Se prendiamo troppo, rimaniamo poi inevitabilmente senza materie prime da un lato e accumuliamo troppi rifiuti dall'altro.

Herman Daly dice che è esattamente come una popolazione di batteri in una provetta, se mangia tutto il suo cibo poi è destinata a suicidarsi, anche l'umanità deve fare nello stesso modo, quindi da un lato dovremo pensare di arrivare nel futuro a stabilizzare anche la crescita della popolazione, siamo passati da un miliardo e mezzo di abitanti all'inizio del secolo a sei miliardi e mezzo, non è pensabile che si possa pensare di crescere all'infinito, così come non è pensabile che possano continuare a crescere all'infinito i nostri appetiti.

In un modo o nell'altro dobbiamo arrivare a una stabilizzazione, dove diciamo, c'è un punto nel quale, ad un livello accettabile, ci si ferma, ci si gode quello che si ha e non si può continuare a volere sempre di più altrimenti prima o poi si è destinati a scontrarsi contro il limite della limitatezza fisica del mondo.

Tornando invece alla questione della decrescita felice, nell'attuale sistema economico, secondo te, è possibile iniziare una decrescita felice?

Io ritengo di si, perché la decrescita felice prima di tutto la devono iniziare i singoli.

Il sistema economico non è un Golem, un qualcosa che si è generato perché questo è l'unico mondo possibile, l'abbiamo fabbricato noi; l'uomo in fondo ha vissuto 200.000 anni come homo sapiens, in uno stato di equilibrio con l'ambiente, e quando sbagliava certi processi arrivavano momenti di miseria, oppure semplicemente arrivavano calamità naturali che lo tenevano sotto controllo.

Gli ultimi 200 anni ci hanno dato come grande possibilità quella di una conoscenza scientifica e tecnologica che sicuramente ha migliorato in mille occasioni il nostro livello di vita.

Ora si tratta di usare bene quello che abbiamo imparato, non per continuare a crescere all'infinito, ma per razionalizzare, per rendere più efficienti i nostri consumi.

La decrescita ci dice in sostanza non di tornare al medio evo, ci dice di non sprecare, di non fare il passo più lungo della gamba, ma di non voler pretendere sempre delle cose che non abbiamo solo per inseguire delle chimere.

Nel momento in cui uno ha fatto un buon pranzo e si sente soddisfatto, di solito uno termina al dessert, non ricomincia a mangiare dagli antipasti e dal primo; noi ci troviamo in questa situazione; il banchetto è lì, abbiamo avuto la fortuna in questi anni e rammentiamo, questa fortuna l'ha avuta un quinto circa della popolazione terrestre, di avere qusto banchetto; l'abbuffata porta poi al mal di pancia.

Quindi c'è un momento nel quale fermarsi, essere contenti di essersi riempiti la pancia e possibilmente riuscire a far mangiare tutti.

La decrescita felice può fare queste cose partendo da una visione che dev'essere individuale, che può essere fatta in tanti modi senza bisogno di privarsi di nulla, ma semplicemente essendo più sobri e facendo delle distinzioni anche sulle attività quotidiane, sugli acquisti, e sulle scelte che ogni giorno, dobbiamo renderci conto, anche quando si va al supermercato, coivolgono sempre un flusso di materie prime e di energia.

E in molti casi creano anche degli scontenti fra tante persone del mondo che eventualmente sono state private di qualche bene per portarlo a noi.

E chi, nella società, dovrebbe farsi promotore di questa decrescita felice? E' cioè la singola persona oppure bisognerebbe che ci fossero dei segnali anche dall'alto?

Dovrebbe essere a tutti i livelli è ovvio, anche perché non abbiamo tanto tempo per fare questo famoso atterraggio morbido.

Quindi, o prendiamo coscienza di questi problemi in tempi ragionevolmente accettabili, oppure averemo l'atterraggio brusco, avremo il precipitare, perché saranno le leggi fisiche e i problemi ambientali a imporcelo, questo è inevitabile.

Sarebbe bello quindi che questa presa di coscienza arrivasse contemporaneamente dai singoli, ma che facesse lievitare anche una visione politica a largo raggio, non soltanto a livello italiano, ma a livello internazionale.

C'è un sacco di lavoro da fare, la decrescita è un pensiero che è appena gemmato, quindi questo vuol dire che c'è il lavoro di filosofi, di economisti, di giuristi, di politologi, accanto ovviamente alle scienze "dure", ai fisici, ai genetisti, agli agronomi, insomma, questo per dire che abbiamo anche una grande carta da spendere in termini di motivazione, in termini di lavoro da fare, però tocca in qualche modo mutare il paradigma, cioè finché il valore più importante che noi attribuiamo alla nostra vita di ogni giorno è la crescita del prodotto interno lordo e ce lo sentiamo ripetere in tutte le salse, è ovvio che stiamo andando nella direzione esattamente opposta, cioè verso il precipizio.

Speriamo che queste timide consapevolezze che ormai stanno nascendo da tante parti della società civile ma dal basso, vengano al più presto recepite da chi deve prendere decisioni efficaci a livello politico.

Questa sera sei qui, nella sede del gruppo Abele per la presentazione di un numero della rivista "animazione sociale" sui consumi e sull'educazione ai consumi. Secondo te che ruolo ha l'educazione sui bambini, sui giovani e che cosa significa educare?



Il numero che viene presentato questa sera raccoglie una serie di saggi che parlano proprio di questi problemi.

Penso che l'educazione sia una tappa fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi; non è facile farla, anche perché ci sono molte resistenze.

L'educazione deve essere fatta da chi ci crede, e questi possono essere sia i docenti sia le famiglie, ma devono in qualche modo viaggiare in sintonia, altrimenti è difficile raggiungere i risultati.

Io penso che i bambini, i giovani, gli studenti, possono essere molto ricettivi a questo tipo di sensibilizzazione. Bisogna però non farne un'ideologia, non una moda, ma al contrario arrivare alla formulazione più profonda dei principi che governano la nostra terra, il nostro pianeta.

Se uno riesce a varcare questa soglia poi è tutto più facile.

Non è qualcosa che viene imposto perché lo impone un partito politico o un modo di pensare; è il funzionamento stesso del mondo intorno a noi che ce lo impone; quindi, se si riesce a capire che noi viviamo, per esempio, perché ci sono gli alberi che con le foglie fanno la fotosintesi e non perché le cose si generano da sole nel banco dei supermercati, credo che questo sia già un grande passo avanti; anche se sembra banale, oggi in molti lo hanno dimenticato.


a cura del "Gruppo Abele" di Torino



EDIT: corretto.

submix
16-07-2006, 20:19
solo per aver portato l'argomento in questo forum:

"applausi per fra fra fra" cit.

è piu o meno l'argomento della tesi che sto cercando di portare a termine, e non senza fatica....;)
vorrei però chiederti il perchè di quei due virgolettati all'inizio del post....e per chi volesse approfondire devo correggere il nome dell'economista citato che non è Herman Delhi, ma Herman Daly...

macedone
17-07-2006, 01:27
La Cina è un mercato ancora abbastanza "vergine" lo stesso vale per l'India e altri paesi in via di sviluppo...

La realtà è che bisognerebbe chiedere alla gente di rinunciare al loro modo di vivere... :sisi:

Se i consumi possono essere razionalizzati ed ecologizzati ( passatemi il pessimo termine... ) non possono però essere diminuiti ( in valore assoluto, in futuro rispetto ad oggi... )

I consumi in futuro sono destinati ad aumentare, i consumi sono quello per cui un buon 98% delle persone lavora...

E' chiaro che il problema esiste ed in futuro sarà più grave ma se pensano di vietare alla gente di acquistare ciò che vogliono... Hanno proprio sbagliato indirizzo... :sisi:

Secondo me... Tutto quello che la gente non vuol capire è che un buon 98% dei nostri acquisti non si basano sulla razionalità, si basano sull'irrazionalità e sui sentimenti di "status"...

Senza dilungarmi inutilmente anche causa tarda ora :asd: la cosa che più mi fà pensare è questa

La decrescita ci dice in sostanza non di tornare al medio evo, ci dice di non sprecare, di non fare il passo più lungo della gamba, ma di non voler pretendere sempre delle cose che non abbiamo solo per inseguire delle chimere.
Chi decide cosa è o non è una chimera e quindi la razionalizzazione totale dei consumi e in parte dei piaceri e quindi senza dubbio degli svaghi?

Ora fatevi una domanda e datevi una risposta...

Buonanotte...

:asd: :)

francamdar
17-07-2006, 02:00
penso che il senso del discorso non sia rivolto a creare stravolgimenti al tenore di vita, ma di acquisire una nuova consapevolezza sul consumo.
questo marketing dell'usa e getta al fine di gonfiare a dismisura il pil per legittimare bolle cartolari di ricchezza ci condurrà inevitabilmente al collasso, rendendo il sistema entropico e incongruente: di questo dobbiamo farcene obbligatoriamente una ragione, prima di creare danni irreversibili all'ecosistema e mettere a rischio la sopravvivenza della specie.
ricordiamoci che i genitori spesso si privano di qualcosa a favore dei figli; così dovremmo fare anche noi a favore dei pronipoti, cominciando ad accettare una disciplina di consumo a zero impatto ambientale senza depauperare le risorse.

slaine
17-07-2006, 09:21
Chi decide cosa è o non è una chimera e quindi la razionalizzazione totale dei consumi e in parte dei piaceri e quindi senza dubbio degli svaghi?

Ora fatevi una domanda e datevi una risposta...
la risposta è banale: sei tu stesso a decidere cosa vale la pena e cosa no.
La decrescita felice è un concetto che gira dagli anni '70 e da allora oltre al PIL viene calcolato anche un indice (tenuto nascosto, segreto, che gira solo in certi uffici insieme a studi estremamente riservati di geopolitica che dicono, ad esempio, ad Israele di abbandonare i territori occupati perchè la pressione demografica Palestinese non gli consentirà di reggere un certo territorio tra qualche anno) chiamato FIL - Felicità Interna Lorda.
Ovvero, è un indice che commisura il reddito prodotto alla "felicità" che ne deriva. E' un numerello che spiega come mai la società più consumistica del globo (gli USA) è anche quella che consuma più ansiolitici e antidepressivi.

Alcuni stati "marginali" nell'economia globale, ad esempio il Butan, da qualche anno basano le loro decisioni politiche sul FIL: se una cosa produce felicità (col loro metro e secondo la loro cultura) allora si fa, altrimenti no.

Ed è ora di farla finita con questa storia dell'aiutare i popoli a produrre per esportare. La loro economia non migliorerà mai così perchè specializzandosi in una cultura (banane, caffè, cacao, ananas o qualunque altra cosa) otterranno solo di ricavare reddito in quella cosa specifica, reddito che gli servirà in grande parte per COMPRARE TUTTO IL RESTO!!! Dai fertilizzanti a tutto ciò di "altro" che non viene prodotto e che deve essere importato, tutto comporta l'immissione in un circuito perverso dove i soldi portano la necessità di generare altri soldi. Soprattutto, il mercato globale porta la dipendenza globale per cui mai come oggi il battito d'ali di una farfalla in Brasile genera un ciclone nelle Filippine...

macedone
17-07-2006, 14:12
la risposta è banale: sei tu stesso a decidere cosa vale la pena e cosa no.
:suspi: :suspi: :suspi:

Forse non sono stato chiaro... In un sistema in cui si tenda alla decrescita, questo processo deve essere necessariamente centralizzato, in quanto una decrescita scoordinata porterebbe a disuguagliaze economiche pericolosissime...

Ora data la necessità di una centralizzazione del processo, chi decide cosa sia necessario e cosa no, chi decide quali siano i nostri desideri?

Insomma il risultato sarebbe una standardizzazione dei consumi e quindi dei desideri, secondo me è questo il pericolo che si corre, si presume che tutti abbiano la stessa consapevolezza, si pongano gli stessi problemi ed operino scelte identiche... Il che è impossibile, e si avvicina molto ad un sistema dittatoriale...

Quando si cerca il cambiamento è necessario tenere in conto il rovescio della medaglia, diversamente si rischia di creare problemi senza rendersene conto...

Poi la misura della felicità, secondo me, è una ridicolaggine, si presume che la felicità dell'uomo sia standard, che l'uomo sappia perfettamente cosa vuole, come lo vuole e quando lo vuole, che tutti abbiano gli stessi bisogni e soprattutto che tutti li soddisfino allo stesso modo...

Secondo me...

slaine
17-07-2006, 14:33
Poi la misura della felicità, secondo me, è una ridicolaggine, si presume che la felicità dell'uomo sia standard, che l'uomo sappia perfettamente cosa vuole, come lo vuole e quando lo vuole, che tutti abbiano gli stessi bisogni e soprattutto che tutti li soddisfino allo stesso modo...
una ridicolaggine?
e perchè?
esistono degli indicatori indiretti di quanto la gente è felice. Ad esempio, il consumo di ansiolitici e antidepressivi, i casi di alcolismo, il consumo di certi cibi...la felicità, sotto certi aspetti, è misurabile e quantificabile.

submix
17-07-2006, 15:22
penso che il senso del discorso non sia rivolto a creare stravolgimenti al tenore di vita, ma di acquisire una nuova consapevolezza sul consumo.
questo marketing dell'usa e getta al fine di gonfiare a dismisura il pil per legittimare bolle cartolari di ricchezza ci condurrà inevitabilmente al collasso, rendendo il sistema entropico e incongruente: di questo dobbiamo farcene obbligatoriamente una ragione, prima di creare danni irreversibili all'ecosistema e mettere a rischio la sopravvivenza della specie.
ricordiamoci che i genitori spesso si privano di qualcosa a favore dei figli; così dovremmo fare anche noi a favore dei pronipoti, cominciando ad accettare una disciplina di consumo a zero impatto ambientale senza depauperare le risorse.

sono abbastanza d'accordo con quanto detto da fra...esiste una bella differenza fra il "rinunciare al proprio stile di vita" e il chiedere alla comunità di razionalizzarlo, secondo modelli esistenti e tutt'altro che inapplicabili, perseguendo uno scopo comunue che è quello della conservazione dell'ambiente. Uno degli obbiettivi, forse il più urgente da un punto di vista temporale, dello sviluppo sostenibile è proprio questo: diminuire, alleggerire o per lo meno rallentare il distruttivo effetto che la specie umana (effetto antropico) sta producendo da 2 secoli sul NOSTRO ecosistema. E per nostro non si intende dell'uomo, ma di ogni specie vivente sul pianeta.
Si tratta di acquistare consapevolezza degli errori che sono stati fatti finora nella gestione delle risorse, nello sviluppo di tecnologie, nella pianificazione della produzione, nel controllo dei consumi, pubblici e privati, nell'impostazione generale delle dottrine economiche prevalenti e dare un cambio di direzione a tutto ciò: la sostenibilità non è una condizione di armonia, è un processo di cambiamento per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione che assumono gli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico devono essere coerenti con i bisogni futuri oltre che con quelli presenti, cioè significa impiegare risorse a un ritmo non superiore al loro naturale rinnovamento, o sviluppare risorse alternative.
E cosa più importante la sostenibilità non è un traguardo da raggiungere e poi dimenticare, ma è una condizione dinamica, una continua ricerca di equilibrio che richiede un' applicazione, oltre che un controllo, costante.
In realtà siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per la costruzione di una nuova "società sostenibile", e tutti possiamo realmente contribuire.

macedone
17-07-2006, 15:29
una ridicolaggine?
e perchè?
esistono degli indicatori indiretti di quanto la gente è felice. Ad esempio, il consumo di ansiolitici e antidepressivi, i casi di alcolismo, il consumo di certi cibi...la felicità, sotto certi aspetti, è misurabile e quantificabile.
Questi sono indicatori di quanto la gente non sia infelice... E non valgono nemmeno per tutti...

Non so in Africa quanti ansiolitici possa permettersi una persona...

slaine
17-07-2006, 15:39
Questi sono indicatori di quanto la gente non sia infelice... E non valgono nemmeno per tutti...
:suspi:
mi sembra che hai deciso di polemizzare per il gusto di farlo.
Se prendessi degli antidepressivi sarei felice? Ti auguro di essere anche tu felice allo stesso modo allora...:suspi:

Non so in Africa quanti ansiolitici possa permettersi una persona...
e perchè l'Africa avrebbe bisogna di una "decrescita"? stiamo parlando di quel 20% di mondo di solito chiamata "civilizzato" che consuma il 70% delle risorse disponibili...

submix
17-07-2006, 15:42
e perchè l'Africa avrebbe bisogna di una "decrescita"? stiamo parlando di quel 20% di mondo di solito chiamata "civilizzato" che consuma il 70% delle risorse disponibili...


e che, tanto per dare un altro dato, possiede il 90% degli automezzi:eek: :eek:

macedone
17-07-2006, 15:52
:suspi:
mi sembra che hai deciso di polemizzare per il gusto di farlo.
Se prendessi degli antidepressivi sarei felice? Ti auguro di essere anche tu felice allo stesso modo allora...:suspi:
Forse non sono riuscito a spiegarmi...

Il fatto che una persona consumi o no ansiolitici non misura certo il grado di felicità...

Ammettendo pure che se uno consuma ansiolitici è infelice... chi non li consuma non è necessariamente felice... o no?


e perchè l'Africa avrebbe bisogna di una "decrescita"? stiamo parlando di quel 20% di mondo di solito chiamata "civilizzato" che consuma il 70% delle risorse disponibili...
Dove ho detto che l'Africa ha bisogno di una decrescita?

Ho messo in mezzo l'Africa per dimostrare che quel metodo di valutazione, non è possibile applicarlo dappertutto, che quindi ogni paese dovrebbe averne uno diverso, e che sorge il problema di chi decide la scala delle necessità e le modalità di soddisfazione dei bisogni più corrette...

slaine
17-07-2006, 16:01
Ammettendo pure che se uno consuma ansiolitici è infelice... chi non li consuma non è necessariamente felice... o no?
se sono infelice e non li consumo pur potendone accedere allora forse non ne ho bisogno. Ma se ci sono e li uso pur vivendo nella parte di mondo "giusta" allora qualcosa che non va esiste eccome...

Dove ho detto che l'Africa ha bisogno di una decrescita?
l'oggetto del 3d è la decrescita e l'Africa l'hai menzionata tu...

Ho messo in mezzo l'Africa per dimostrare che quel metodo di valutazione, non è possibile applicarlo dappertutto, che quindi ogni paese dovrebbe averne uno diverso, e che sorge il problema di chi decide la scala delle necessità e le modalità di soddisfazione dei bisogni più corrette...
è proprio questo il punto del FIL. Ognuno ha il suo e non esiste nè può esistere un indice "armonizzato" al riguardo. Chi è felice nel Butan (stato che ragiona in base al FIL) non è detto lo sia in Italia ma CHISSENEFREGA, loro non si sentono globalizzati e non vivono l'ansia di esserlo. E' una loro scelta e per quanto li riguarda funziona: per noi possono essere degli anacronistici sentimentali ma probabilmente per loro noi siamo dei poveracci che hanno barattato la propria cultura e le proprie tradizioni per una sospetta modernità presa in prestito dall'immaginario di Hollywood...

macedone
17-07-2006, 16:13
se sono infelice e non li consumo pur potendone accedere allora forse non ne ho bisogno. Ma se ci sono e li uso pur vivendo nella parte di mondo "giusta" allora qualcosa che non va esiste eccome...
Quindi che cosa misura? La felicità? L'infelicità?


l'oggetto del 3d è la decrescita e l'Africa l'hai menzionata tu...
E ho capito... Ma solo per dire che lì certo non puoi misurare l'infelicità con gli ansioltici...


è proprio questo il punto del FIL. Ognuno ha il suo e non esiste nè può esistere un indice "armonizzato" al riguardo. Chi è felice nel Butan (stato che ragiona in base al FIL) non è detto lo sia in Italia ma CHISSENEFREGA, loro non si sentono globalizzati e non vivono l'ansia di esserlo. E' una loro scelta e per quanto li riguarda funziona: per noi possono essere degli anacronistici sentimentali ma probabilmente per loro noi siamo dei poveracci che hanno barattato la propria cultura e le proprie tradizioni per una sospetta modernità presa in prestito dall'immaginario di Hollywood...
Io ti sto solo ponendo un quesito, a cui nessuno ha risposto...

Chi decide quali debbano essere i consumi e come misurare la felicità? E soprattutto come si misura la felicità?

Non esiste nessun indice che misuri la felicità, si cerca di calcolare la felicità in base agli infelici, ma questo non ha senso, visto che le misure per l'infelicità riguardano solo chi l'infelicità la manifesta secondo determinati canali ( in questo caso per es. gli ansilitici) che si vanno ad analizzare a seconda dei contesti...

Cioè quello in cui io non credo è la possibilità di misurare la felicità...

Quindi ritengo che sia preferibile fermarsi alla misurazione dell'inquinamento e della prospettiva della conservazione del nostro pianeta, piuttosto che cercare di misurare i gradi di felicità di una nazione...

slaine
17-07-2006, 16:23
Io ti sto solo ponendo un quesito, a cui nessuno ha risposto...

Chi decide quali debbano essere i consumi e come misurare la felicità? E soprattutto come si misura la felicità?
non è che non ti si risponde, è che non vuoi capire.
Nessuno decide per te.
Nessuno può dire se tu sei felice.
Sta a te decidere di cosa puoi fare a meno senza sentirti infelice perchè la tua infelicità, così come la felicità, è esclusivamente tua.
Il FIL prende dei parametri comuni a delle società "simili" e li mette in relazione tra loro. Non pretende di dettare le scelte degli individui ma di porre all'attenzione certi comportamenti così come fece Émile Durkheim ne "Il suicidio" in cui cercava di capire perchè certe società registravano tassi di suicidio più alti di altre.

macedone
17-07-2006, 17:04
non è che non ti si risponde, è che non vuoi capire.
Nessuno decide per te.
Nessuno può dire se tu sei felice.
Sta a te decidere di cosa puoi fare a meno senza sentirti infelice perchè la tua infelicità, così come la felicità, è esclusivamente tua.
Il FIL prende dei parametri comuni a delle società "simili" e li mette in relazione tra loro. Non pretende di dettare le scelte degli individui ma di porre all'attenzione certi comportamenti così come fece Émile Durkheim ne "Il suicidio" in cui cercava di capire perchè certe società registravano tassi di suicidio più alti di altre.
Allora non riesco proprio a spiegarmi... :rolleyes:

Ok... Il tasso di suicidio è semplice da calcolare... Tot abitanti/tot suicidi= tasso di suicidio, dato di fatto su cui poi vai a fare i tuoi ragionamenti...

Il tasso di felicità, come stracazzo lo calcoli, per me la felicità può essere vivere in una grande città e tenermi lo smog, per altri vivere in campagna ecc.

Cioè se di questa cosa ne vuoi fare una chiacchierata in astratto, ok... Ma se vuoi andarla a concretizzare si pongono tantissimi problemi secondo me...

Il problema è che chiunque crea un diverso modo di vita lo fà in base ai propri gusti, almeno per quanto riguarda la felicità, allora secondo me ha più senso quantificare il livello di smog, cosa molto più semlice e confrontabile da paese a paese, e cercare di creare un modello produttivo diverso, non un modello di consumo diverso...

Questa è la mia, credo semplicissima, opinione...

Insomma secondo me và creato un sistema che non "ponga l'attenzione" su determinati problemi, ma che li risolva... :sisi:

submix
17-07-2006, 17:12
cercare di creare un modello produttivo diverso, non un modello di consumo diverso...

Questa è la mia, credo semplicissima, opinione...

attenzione!!la maniera migliore e più rapida per cambiare il modello produttivo è proprio cambiare il modello di consumo :sisi:
e comunque nessun modello produttivo avrà mai successo senza consumo

slaine
17-07-2006, 17:15
allora secondo me ha più senso quantificare il livello di smog, cosa molto più semlice e confrontabile da paese a paese, e cercare di creare un modello produttivo diverso, non un modello di consumo diverso...
il tuo approccio non è sbagliato ma parte da basi radicalmente diverse dal mio.
Prendendo l'esempio dello smog ti aspetti che i governi prendano delle decisioni che tu, cittadino, "subisci" più o meno contento.

Il mio approccio è che, indipendentemente da quello che dicono i governi, IO sceglierò una macchina che produce meno emissioni inquinanti, IO decido di non comprare prodotti Nestlè per come si comportano in Africa, IO decido di installare i pannelli solari a casa invece di usare sempre e solo metano ecc.

Il pallino è a me. IO decido per me stesso senza che qualcuno mi dica cosa è giusto e cosa no. E se non ho l'ultimo telefonino (o i jeans di una certa marca, o non bevo un certo liquore, non fossilizzarti sull'esempio, è solo per ragionare!!!) non me ne frega niente e sono "felice" perchè non vivo la cosa come una mancanza...io non sono un consumatore tradizionale e i miei consumi sono funzionali a quello che IO reputo giusto per me.

La decrescita felice è solo questo: rendersi conto di cosa ti serve per essere "felice" e fermarsi lì senza la continua rincorsa a quel qualcosa d'altro che genererà solo ansia e inquietudine...

nessun modello produttivo avrà mai successo senza consumo
quoto in toto!

macedone
17-07-2006, 17:19
attenzione!!la maniera migliore e più rapida per cambiare il modello produttivo è proprio cambiare il modello di consumo :sisi:
Questa è una minchiata... :asd:

Allora cambiare modello produttivo non significa necessariamente cambiare prodotto, posso produrre lo stesso bene ma ad impatto 0 e riaquisirlo una volta che sia inutilizzabile per riciclarlo, questo processo preso in esempio esula totalmente dal consumo, rigurda produzione e riciclaggio...

Quindi dipende dal tipo di bene... E dalla totalità del sistema produttivo, oltre che chiaramente dalla tecnologia...


e comunque nessun modello produttivo avrà mai successo senza consumo
Questo è vero... E dimostra che sia impossibile limitare i consumi direttamente, cioè impondendo di comprare delle cose piuttosto che altre... Si può educare al consumo, ma ci sarà una parte di consumatori, che io ritego siano la stragrande maggioranza almeno per un'altra ventina d'anni, che continueranno a consumare secondo i loro gusti...

Quindi, ripeto, io credo che debba essere mutato il sistema produttivo, piuttosto che i consumi...

macedone
17-07-2006, 17:22
Il mio approccio è che, indipendentemente da quello che dicono i governi, IO sceglierò una macchina che produce meno emissioni inquinanti, IO decido di non comprare prodotti Nestlè per come si comportano in Africa, IO decido di installare i pannelli solari a casa invece di usare sempre e solo metano ecc.

Il pallino è a me. IO decido per me stesso senza che qualcuno mi dica cosa è giusto e cosa no. E se non ho l'ultimo telefonino (o i jeans di una certa marca, o non bevo un certo liquore, non fossilizzarti sull'esempio, è solo per ragionare!!!) non me ne frega niente e sono "felice" perchè non vivo la cosa come una mancanza...io non sono un consumatore tradizionale e i miei consumi sono funzionali a quello che IO reputo giusto per me.
Si, ma la stragrande maggioranza dei consumatori di questo non si preoccupa... Quindi il dato reale, a mio modo di vedere, è che è necessario mutare il sistema produttivo, e non aspettare che la massa la pensi allo stesso modo sui consumi...

francamdar
17-07-2006, 17:43
penso che si stia toccando il punto focale: acquisire coscienza e consapevolezza del rapporto causa/effetto del consumo.
visto che il mainstream é a libro paga degli sponsor, possiamo dimenticarci un'informazione alta e indipendente su questi argomenti. ci rimane solo di acquisire consapevolezza e coscienza: cominciando dalle cose più piccole.
acquistando prodotti che durano di più, consumando meno acqua (o consumandola in modo intelligente senza sperperarla), spegnere le lampadine nelle stanze non abitate (e acquistarne di quelle a basso consumo) cambiare il cellulare (ad esempio) ogni due anni invece che ogni sei mesi, etc.
previlegiare produzioni che non implichino l'uso di sostanze nocive (tipo quello che é stato fatto con i frigoriferi esenti da fluoro-carburi(?)), di pesticidi e/o sostanze in via di sperimentazione (tipo ogm). ...e tanti altri comportamenti che sommati a quelli degli altri, possano rendere "l'atteraggio morbido" (riprendendo il testo di mercalli).
non si tratta, a mio parere, di stravolgere la nostra vita: ma di implementare un senso civico che includa, comportamenti che fino a trenta/quarant'anni fa non erano urgenti, ma secondo i pareri più autorevoli stanno diventando indispensabili.

teppic
17-07-2006, 17:53
previlegiare produzioni che non implichino l'uso di sostanze nocive (tipo quello che é stato fatto con i frigoriferi esenti da fluoro-carburi(?)), di pesticidi e/o sostanze in via di sperimentazione (tipo ogm). ...e tanti altri comportamenti che sommati a quelli degli altri, possano rendere "l'atteraggio morbido" (riprendendo il testo di mercalli).

Il problema è che molte sostanze vengono ritenute nocive oggi e si scopre che non lo sono domani, e vale ovviamente il contrario.
Tu citi i CFC dei frigoriferi che si diceva provocassero il buco nell'ozono, beh ora non si è più tanto certi di questo, anzi, i gas e le modalità di produzione sostitutivi sembrano essere ancora più inquinanti.

submix
17-07-2006, 17:55
Originariamente inviato da submix
attenzione!!la maniera migliore e più rapida per cambiare il modello produttivo è proprio cambiare il modello di consumo




Questa è una minchiata... :asd:

Allora cambiare modello produttivo non significa necessariamente cambiare prodotto, posso produrre lo stesso bene ma ad impatto 0 e riaquisirlo una volta che sia inutilizzabile per riciclarlo, questo processo preso in esempio esula totalmente dal consumo, rigurda produzione e riciclaggio...

Quindi dipende dal tipo di bene... E dalla totalità del sistema produttivo, oltre che chiaramente dalla tecnologia...

ti faccio un esempio: i prodotti del mercato ecquosolidale, creati secondo modelli di produzione eticamente e ambientalmente sostenibili, costano mediamente di più dei loro omologhi prodotti in maniera non sostenibile.
ora tutto sta a educare i consumatori che quella differenza di prezzo da loro pagata ha una precisa valenza e importanza, se ci fosse un' inversione di tendenza e quei prodotti iniziassero a essere piu comprati allora vedi come tutti i produttori cambierebbero i propri modelli produttivi.
il fatto molto semplice è che i modelli produttivi attuali sono basati su una cosa sola: massimo profitto minore spesa, tutto il resto è esternalità.
tutto sta a internalizzare costi sociali e costi ambientali, e una grossa spinta la possono dare i consumatori iniziando ad avere un consumo critico.

macedone
17-07-2006, 19:03
ti faccio un esempio: i prodotti del mercato ecquosolidale, creati secondo modelli di produzione eticamente e ambientalmente sostenibili, costano mediamente di più dei loro omologhi prodotti in maniera non sostenibile.
ora tutto sta a educare i consumatori che quella differenza di prezzo da loro pagata ha una precisa valenza e importanza, se ci fosse un' inversione di tendenza e quei prodotti iniziassero a essere piu comprati allora vedi come tutti i produttori cambierebbero i propri modelli produttivi.
il fatto molto semplice è che i modelli produttivi attuali sono basati su una cosa sola: massimo profitto minore spesa, tutto il resto è esternalità.
tutto sta a internalizzare costi sociali e costi ambientali, e una grossa spinta la possono dare i consumatori iniziando ad avere un consumo critico.
Il problema è sempre a monte... Se non hai un sistema economico produttivo tale da poter pagare stipendi tali da poter acquistare prodotti che hanno prezzi maggiori c'è poco da fare...

Anche i clienti cercano di ottenere il massimo con la minima spesa, mica solo le industrie ;)

ReibeN
17-07-2006, 19:17
Personalmente è da parecchio tempo che cerco di consumare in modo razionale pensando realisticamente se una cosa mi è utile o meno. Qui non si parla di imporre una cultura al consumo ma di creare una certa autocoscienza e conoscenza di quello che ci circonda in modo da rendere la propria scelta di stile di vita, svincolata dal modo di agire della massa. Infatti, nell'intervista riportata, si spera non in un fenomeno di moda quanto di presa di coscienza personale.
Purtroppo è un processo assai difficile e lento. Ogni giorno vedo la maggior parte della gente che mi circonda affannarsi nel rincorrere un immagginario fin troppo legato al consumismo (scarpe di prada, magliettina rosa, 2 o 3 paia di occhiali da sole firmati ecc... è il primo esempio che mi viene in mente). Qualcuno potrà obiettare dicendo: "e vabbhe ma non si può decidere a priori cosa rientri nel necessario per vivere felici e cosa no", ovviamente e soggettivo, ma ognuno sa che nel suo piccolo può rinunciare a qualche cosa di superfluo o dedicarsi ad un consumo alimentare più accorto senza ledere al proprio stato di benessere psicofisico.

francamdar
24-07-2006, 11:14
Miseria umana della pubblicità
Il motore della crescita illimitata.
a cura del gruppo M.A.R.C.U.S.E. (*)
http://www.zmag.org/Italy/gruppomarcuse-miseriapubblicita.htm

estratti dall'articolo

Compito strategico della pubblicità è trasformare la propaganda industriale in voglia di consumare e così consentire l'attuale bulimia di merci. Fino a invadere - e stravolgere - alcune sfere vitali della società come i media, la salute e la stessa democrazia, («l'atto elettorale è un atto di consumo come un altro», affermano i pubblicitari). Fino a quella devastazione della società e della natura che è sotto gli occhi di tutti e che ha dato vita ai nuovi movimenti anti-pubblicitari e per la decrescita.
[...]
In un opuscolo situazionista del 1966, intitolato De la misère en milieu étudiant, Mustapha Khayati delineava una nuova configurazione storica, nella quale ci ritroviamo oggi più che allora: «Nell'epoca del suo dominio totalitario, il capitalismo ha prodotto la sua nuova religione: lo spettacolo». Il sistema pubblicitario è solamente il vettore più manifesto di questa contemplazione medusea provocata dalla vita autonoma di un'economia che si rivela mortale per ogni vita decente. Criticarla è la condizione preliminare di ogni altra critica sociale. Preliminare, perché bisogna essersi già liberati di questo contesto di accecamento per poter aprire gli occhi sul mondo immondo generato dalla crescita mercantile. Ma solo preliminare, perché una volta rotto l'incantesimo resta da ricostruire, negli interstizi e sulle rovine della devastazione, un mondo umano. Ciò che è infame ha cambiato maschera, ma la parola d'ordine di Voltaire non ha perduto nulla della sua attualità: «Schiacciate l'infame!».

Fonte: MISERIA UMANA DELLA PUBBLICITA'. Il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo, Gruppo MARCUSE, Elèuthera, 2006, 144 pp., € 12,00
http://www.eleuthera.it/ordine.php?idlib=195



(*)Il Gruppo MARCUSE (Movimento Autonomo di Riflessione Critica a Uso dei Sopravvissuti dell'Economia), costituito da giovani sociologi, filosofi, psicologi, medici, è attivo in Francia, dove da alcuni anni sono nati, sulla scia del situazionismo, nuove tendenze e nuove sensibilità di critica libertaria. I MARCUSE vi si inscrivono, con una strizzata d'occhi alla Scuola di Francoforte.

francamdar
24-07-2006, 11:18
La sindrome di Willy Loman
di George Monbiot

I giovani sono lacerati dal divario tra le aspettative e la realtà. C'è da stupirsi che il tasso di malattie mentali stia aumentando?
http://www.zmag.org/Italy/monbiot-sindromewillyloman.htm


Un rapporto pubblicato la scorsa settimana dalla British Medical Association indica che c'è stato un costante aumento di disordini mentali tra bambini e ragazzi tra i 5 e i 16 anni (1). Ad oggi, il 9,6% di loro -- quasi uno su 10 -- soffre di problemi psicologici "persistenti, gravi e che influenzano le sue funzioni giornaliere". All'incirca "1,1 milioni di ragazzi sotto i 18 anni ... si avvarrebbero dei servizi di uno specialista". Non penso che sia un'esagerazione descrivere tutto ciò come una catastrofe sociale.

Lo stesso studio contiene anche una delle affermazioni più sensazionali che abbia mai letto: "La crescita nei problemi di salute mentale sembra essere associata al miglioramento delle condizioni economiche." Al crescere del PIL, diventiamo più disturbati. Tra altre possibili cause, si da la colpa alle crescenti pressioni scolastiche, ai cambiamenti nella relazione con altri bambini, e ad una diminuzione nelle limitazioni e nelle regole imposte dai genitori. Ma tutto questo, si ammette, sono "ipotesi non verificate". Visto che l'ipotesi di ciascuno è buona come quella di chiunque altro, mi sento autorizzato ad azzardarne una tutta mia. Accetto che questo è un problema complesso, e che vi sono indubbiamente molte cause. Ma propongo che una di esse sia la sindrome di Willy Loman.
[...]
Uno dei disturbi che sta crescendo più in fretta, dice la British Medical Association, è l'autolesionismo: farsi tagli o bruciature, strapparsi i capelli, inghiottire veleni. E' più comune nelle ragazze che nei ragazzi: una ricerca ha mostrato che l'11,2% delle ragazze ha commesso un atto di questo tipo (8). Se le ragazze aggrediscono o cercano di cancellare il proprio corpo, è sicuramente perché gli è stato insegnato ad odiarlo.

Il divario tra ciò che ci dicono che dovremmo essere e ciò che siamo sta crescendo. Mentre le aspettative dei ragazzi perdono contatto con la realtà, essi sono lacerati tra la loro vita interiore all'insegna della fama e fortuna, e la monotona realtà che la loro mente non vive più. La pubblicità (e gli affari che la sostengono) non è il rumore di un bastone in un secchio di rifiuti, come diceva Orwell, ma piuttosto la carota che continua a far muovere l'asino. Non ti sarà mai permesso di avvicinarti abbastanza per mangiare, per quanto forte tirerai. E' difficile che un economia guidata dall'insoddisfazione possa fallire nel far crescere la malattia mentale.

smargiasassi
24-07-2006, 12:28
secondo me il problema è proprio qui: i nostri desideri e soprattutto le nostre necessità sono indotte. se non sempre almeno nella maggior parte dei casi.
quello che mi tormenta giardando la tv e media affini è l'omologazione che cercano di inulcarci. quello che paventa macedone e cioè che con la decrescita si arrivi ad un appiattimento delle nostre necessità, secondo me già è in atto da molto.
io in questo sistema ci vivo e in fondo nemmeno tanto male, però mi rendo conto dello squallore che provoca. squallore a livello culturale e ambientale.

francamdar
24-07-2006, 18:46
Una criticità senza precedenti
di Steve Connor (The Independent) (http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1902&topic=24)
* Il Mar Glaciale Artico si è ridotto del 2,7 per cento ogni dieci anni dal 1978 e di 7,4 per cento ogni decennio nel corso dei mesi estivi;
* Cinque su sei degli anni più caldi si sono succeduti negli ultimi cinque anni, e il 2005 e il 1998 sono stati i due anni più caldi mai registrati prima;
* I livelli medi globali delle acque marine sono aumentati ad una media di circa 2 mm all’anno tra il 1961 e il 2003, e a più di 3 mm all’anno tra il 1993 e il 2003;
* I ghiacciai montani e la calotta glaciale artica si sono sciolti generalmente più velocemente rispetto al tempo che hanno impiegato per formarsi nel corso degli ultimi 40 anni;
* Le temperature del permafrost sono mediamente cresciute e la zona coperta da terreno stagionalmente ghiacciato è diminuita di circa il 7 per cento durante gli ultimi 50 anni.



Ecco a voi il Grande Scioglimento. Prima del previsto
di Stephen Leahy (Inter Press Service) (http://www.nuovimondimedia.com/sitonew/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=905)
"Più di 100 milioni di persone potrebbero essere colpite direttamente dall'innalzamento del livello dei mari... noi non siamo assolutamente in grado di fronteggiare una situazione simile"



"Salva la terra...o tutti giù per terra"
James Bruges Ed.nuovimondimedia traduzione di Mauro Gurioli (http://italy.peacelink.org/ecologia/articles/art_8277.html)
"Stiamo rapidamente raggiungendo molti dei limiti di sopportazione della Terra. Le attuali politiche economiche che danneggiano l'ambiente non possono continuare. I nostri abusi sistematici potrebbero innescare l'improvvisa distruzione di sistemi biologici cruciali che conosciamo solo in parte. Occorre un drastico cambiamento nel nostro modo di gestire la Terra e la vita che ospita, se vogliamo evitare un disagio diffuso per l'umanità e fare in modo che la nostra casa comune su questo pianeta non venga irrimediabilmente mutilata".
Avvertimento firmato da oltre 1600 scienziati di tutto il mondo nel 1992
Leggendo questo libro scoprirai che:
- Un terzo delle “ricchezze naturali” del pianeta è già andato perduto.
- Se tutti consumassero come l’Occidente, sarebbero necessari altri quattro pianeti Terra per avere risorse sufficienti.
- Negli ultimi 50 anni, a causa dell’uso intensivo di pesticidi, è raddoppiata la quantità di raccolti persi a causa di insetti parassiti.
- Dal 1900 a oggi si sono estinte tre quarti di tutte le specie vegetali.
- I disastri ambientali hanno creato 80 milioni di rifugiati.
- Il numero di persone che vivono con 2 dollari al giorno è aumentato del 50% negli ultimi 20 anni.
- Il 90% delle riserve d’acqua dolce (in continua diminuzione) è consumato dall’industria.
- Le banche commerciali gestiscono la circolazione monetaria americana più dello stesso governo centrale.
- Il commercio delle armi è il settore industriale americano più sovvenzionato
... e molto altro.



Nel sito del IPCC si trovano tutti gli aggiornamenti e le pubblicazioni relative allo studio del clima, tema in costante aggiornamento:
www.ipcc.ch

rapporto sul clima (su richiesta di George W. Bush) che conferma i timori degli scienziati dell' IPCC.
www4.nationalacademies.org/onpi/webextra.nsf/web/climate?OpenDocument
www.cmdl.noaa.gov

Il sito della NASA contiene molte informazioni e immagini relative al cambiamento climatico:
www.giss.nasa.gov

Il testo completo del Protocollo di Kyoto e tutti gli aggiornamenti sono nel sito:
www.unfccc.int

puntata sul clima di report (http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%5E90116,00.html)

francamdar
25-07-2006, 09:08
qualche link utile sul consumo

farmaci da non usare (in inglese) (http://www.worstpills.org/)

Help consumatori - la prima agenzia on line sui consumi (http://www.helpconsumatori.it/index.php)

http://www.altromercato.it/

http://www.commercioequo.org/

http://www.codacons.it/

http://www.altroconsumo.it/

http://italy.peacelink.org/consumo/

http://www.consumoconsapevole.org/

kill a multi (http://www.tmcrew.org/killamulti/) con link interessanti (vedi sotto)

Global Exchange le peggiori multi del 2005
"Most Wanted" Corporate Human Rights Violators of 2005 (http://www.globalexchange.org/getInvolved/corporateHRviolators.html)

http://www.tmcrew.org/csa/l38/multi/trita.jpg

francamdar
25-07-2006, 10:31
http://www.sbilanciamoci.org

http://unimondo.oneworld.net/

http://www.altreconomia.it/

http://www.lunaria.org/

http://www.italia.attac.org/spip/

http://www.retelilliput.org/

binario etico - informatica solidale (http://binarioetico.org/index.php)

rete di economia solidale (http://www.retecosol.org/index.php)


cortili di pace (http://www.cortilidipace.it/index.html)

http://www.metamorfosi.info/default.asp
Il testo integrale della "Carta dei Principi per un’Altra Economia" (http://www.metamorfosi.info/infodetail.asp?infoid=1540)

la rivoluzione delle persone comuni : l'altra economia - peacelink da carta.org (http://lists.peacelink.it/economia/msg02259.html)

Il Terzo Settore e l’economia popolare
nel Nord e nel Sud del mondo - di aldo capitini (http://www.aldocapitini.it/PagineCOS/schede/scheda5.htm)

altra economia - da liblab (http://www.liblab.it/portale/economia/altra_economia)

francamdar
01-08-2006, 11:24
Perché si fa una guerra? (http://www.ceccoweb.com/htita/perchesifaunaguerra.pps)
I retroscena dell’attacco americano all’IRAQ nel 1991

Tratto da una lezione del corso di “Modellistica e Gestione delle Risorse Naturali 1”, Politecnico di Milano


edit:
se questi sono i modelli di sviluppo, no grazie!
http://www.ceccoweb.com/htita/banner2p.jpg

francamdar
02-08-2006, 11:42
qualche link, spero utile

campagna banche armate (http://www.banchearmate.it/)

http://www.banchearmate.it/BANCHEFULL.gif



gruppi petroliferi che oggi lavorano in iraq (http://www.disinformazione.it/banche.htm)


spesa armata usa (http://www.disinformazione.it/spesaboycott.htm)

spesa armata israel (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1007)

solidea (http://www.solidea.org/)

Fondazione internazionale Lelio Basso (http://www.grisnet.it/filb/FondazioneVI%203_it.htm)

mednat.org (alcune cose da prendere con le pinze ma tante info utili) (http://www.mednat.org/multinazionali.htm)

RSI - Responsabilità Sociale d'Impresa (http://www.rsinews.it/)



tre link sul signoraggio (http://it.wikipedia.org/wiki/Signoraggio)

http://www.signoraggio.com/

http://www.signoraggio.info/

http://www.disinformazione.it/paginasignoraggio.htm



La BCE, con sede a Francoforte (è nelle mani di pochissimi banchieri) è la Banca Centrale che gestisce e controlla tutta l’emissione delle banconote in Europa.
I proprietari della BCE sono le seguenti Banche Centrali:

Banca Nazionale del Belgio (2,83%)
Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%)
Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%) (BCE)
Banca Nazionale d'Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%)
Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%)
Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%)
Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%)
Banca d’Inghilterra (15,98%)
Banca d'Italia (14,57%)


Le Banche Centrali però sono quasi tutte banche private, perché controllate da banche commerciali, assicurazioni e/o fondazioni. Per esempio la nostra Bankitalia è una società privata con sede alle Cayman:eek: , controllata da i seguenti soci privati:

Gruppo Intesa (27,2%),
BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%)
Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%)
Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%)
Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%)
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%)
RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%)
privati (5,65%)

La logica conseguenza è che la BCE è una banca privata!
Per tanto la Sovranità Monetaria in Europa è oggi nelle mani di un manipolo di banche private, e quindi è nelle mani dei pochissimi banchieri che controllano queste banche!

Fonte: "Il Potere del denaro svuota le democrazie", di Giano Accame, ed. Settimo Sigillo

francamdar
04-08-2006, 17:01
da fareverde.it (http://www.fareverde.it/)


Uscire dallo sviluppo
Riflessioni per cambiare il mondo
vivendo meglio con meno

vai alla pagina (http://www.fareverde.it/agisci/index.php?action=dettaglio&id=59&id_iniziativa=20) - scarica (http://www.fareverde.it/upload/FV_uscire_dallo_sviluppo.pdf)

francamdar
11-08-2006, 16:46
perchè decrescita?
per riacquistare la vita!

da centrofondi.it
(http://www.centrofondi.it/)
http://www.centrofondi.it/report/report_07_03_06.pdf

francamdar
12-08-2006, 10:18
gli articoli di Leo Hickman (http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=58) da internazionale.it (http://www.internazionale.it/)


Leo Hickman
Ha 31 anni ed è un giornalista del quotidiano britannico The Guardian. Nella sua rubrica Ethical living dà suggerimenti ai lettori sulle scelte migliori per rispettare il pianeta. Il suo ultimo libro è "A life stripped bare, my year trying to live ethically" (2005 Bantam Press).


I fiori fanno male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13525)
14 set 2006
28: le sterline che un inglese spende ogni anno in fiori

La tv digitale fa male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13501)
7 set 2006
71: I milioni di televisori a tubo catodico che saranno buttati in Gran Bretagna

Il cellulare fa male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13370)
24 ago 2006
1.000: i telefonini comprati ogni minuto nel mondo

Fiammiferi o accendino? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13251)
27 lug 2006
16 sono le ore di lavoro al giorno dei bambini del Tamil Nadu occupati nella produzione di fiammiferi. 15 sono i miliardi di sigarette fumate ogni giorno nel mondo. 0,25 sono i grammi di CO2 rilasciati da un accendino in un minuto

In camper o in roulotte? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13261)
20 lug 2006
3,5 potrebbero essere le tonnellate dei caravan guidabili con la nuova patente B europea. 100 tutti gli abitanti dell'isola di Colonsay hanno firmato contro lo sbarco di caravan e roulotte. 3 sono i chilometri percorsi in media da un autocaravan con un litro di benzina

Il barbecue fa male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13144)
13 lug 2006
90: la percentuale di legno, usato per produrre la carbonella, che proviene da foreste tropicali. 22°: la temperatura esterna ideale per accendere un barbecue. 420: i milioni di euro spesi in Gran Bretagna nel 2005 per carni da grigliare

Il condizionatore fa male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13083)
6 lug 2006
Il 5% delle famiglie europee ha un condizionatore d'aria

Le crociere fanno male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=13015)
29 giu 2006
300 sono le navi da crociera in circolazione oggi nel mondo

In vino veritas? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12887)
15 giu 2006
25,4 litri di vino pro capite consumati in Gran Bretagna nel 2004

Un diamante fa male? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12824)
8 giu 2006
35 milioni di carati all'anno sono estratti dalla miniera più grande del mondo, in Australia

Devo diventare azionista? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12694)
25 mag 2006
7,81% è quanto un fondo etico può rendere in più rispetto a quelli tradizionali

Pannolini lavabili o usa e getta? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12627)
18 mag 2006
Il 2,6% della spazzatura è composto da pannolini usa e getta

Moquette o tappeti? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12561)
11 mag 2006
Nel 1988 la nuova moquette dell'ufficio centrale dell'Agenzia per l'ambiente statunitense fu indicata come responsabile dell'aumento di malesseri tra gli impiegati

Due ruote o quattro? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12492)
4 mag 2006
Molti sono convinti che le moto inquinano meno delle auto perché sono più leggere e quindi consumano meno carburante

Rasoio elettrico o lametta? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12424)
27 apr 2006
Che alternative ha chi non vuole andare in giro con una barba da sessantottino irriducibile?

Auto nuova o usata? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12416)
20 apr 2006
Quattordici anni è la vita media di una Ford Taurus del 1990

A mano o in lavastoviglie? (http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=12301)
13 apr 2006
I più efficienti sono i tedeschi e gli inglesi. Gli spagnoli e i portoghesi si sono rivelati i più spreconi

francamdar
15-08-2006, 13:36
qualche lettura:

JOYTOPIA - Benessere mondiale in armonia con la natura -Una storia di Bernd Hückstädt pdf (www.joytopia.net/dateien/other_languages/joystory_ita.pdf) html (http://www.centrofondi.it/Articoli/Joytopia.htm)
"Una favola, ma non troppo"

LETTERE DALLA KIRGHISIA di Silvano Agosti (http://www.silvanoagosti.com/)
"Prima lettera dalla Kirghisia
Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso. Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d’uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un’utopia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. Arrivando in Kirghisia, ho avuto la sensazione di “tornare” in un Paese nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse. Il mio strano “ritorno” in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l’aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale. In ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un’eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all’amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili…"
( SECONDA EDIZIONE )
• Nell'ultima pagina del modulo d'ordine puoi chiedere la dedica dell’Autore
Edizioni "l'immagine" acquistabile sul sito (http://www.silvanoagosti.com/) Prezzo € 10.00 + spese di spedizione


I segreti di Gesell - le monete complementari (http://www.centrofondi.it/Articoli/Gesell.htm)

Scegliere e consumare cibi locali - Qui produco e qui consumo (http://www.biodiversita.info/modules/cibolocale1/index.php?id=4)
"I benefici di scegliere il “locale” (Tratto da The Ecologist n.7 vol.32, pubblico un articolo che può essere valido spunto di riflessione sull'importanza di produrre cibo locale.)

E tu quanto sei indebitato? di Franca Angi (http://www.zmag.org/italy/angi-quantoseindebitato.htm)
Possiamo vivere felici, così dicono le ricerche sul buon umore, purchè la smettiamo di consumare a go-go... visto che questa cosa ormai è possibile solo facendo i debiti... Il fenomeno è chiaro: se non ci sono i soldi per comprare subito l'ultimo oggetto del desiderio si corre a fare debiti (+14% nel 2004). All'obbligo del consumo si è aggiunto il dovere dell'indebitamento. Il "credito al consumo" arricchisce i (già ricchi) banchieri, mentre gli indebitati entrano nella "tossicodipendenza da acquisti". Le cifre sono impressionanti, ma possiamo ancora farcela, basta pensarci due... no, dieci volte prima di firmare il prossimo contratto capestro.


un sito interessante:
http://www.medicinenon.it/

francamdar
16-08-2006, 16:53
Positioning
Stesso prodotto, effetti differenti.
La tecnica che fa funzionare la pubblicità si chiama POSITIONING, posizionamento. Significa che un oggetto che non ha alcuna reale relazione viene posizionato su un differente oggetto che si vuole che tu compri, utilizzando le senzazioni ed emozioni che il primo è in grado di stimolare e che dalla tua mente vengono erroneamente attribuite al secondo, che per sua natura è incapace di farle risvegliare in te.
Si tratta dell'applicazione del meccanismo dell'illusione, lo stesso che ci mantiene felici e contenti nella prigione. Anche le parole vengono usate con lo stesso metodo. Se leggiamo la parola "tette" pochi di noi avranno una reazione neutra, sia uomini che donne, dovuto a tutto ciò che a questa parola è associato, di piacevole, spiacevole, o neutro. Se poi leggiamo "davvero un bel paio di tette" saranno ancora meno coloro i quali non avranno alcuna reazione, il che comprende anche quelli che reprimono le loro emozioni e diranno a se stessi."a me non fa nessuna reazione".
Tutte le sindromi inventate dalla psichiatria non sono altro che interpretazioni di questo meccanismo modificato dalla fantasia del singolo psichiatra che ne ha dato il nome, dal complesso di edipo alla sindrome del pene piccolo.
La parola "tette" può far venire alla mente un sacco di altre cose e mi diverto a farne una lista: la mamma, poppare, grosse, piccole, a pera, a base larga, sode, mollicce, cadenti, belle, brutte, senza tette, tettona, rammarrico (aveva davvero due belle tette....), l'invidia di chi ne è carente, la soddisfazione di chi le possiede, il potere di chi le ha e le usa (guardare ma non toccare) come fanno girare la testa quando ti passano a fianco facendoti interrompere il discorso, come fissano lo sguardo, i fischi del buzzurro, i commenti fra amici, il reggiseno, senza reggiseno, scollatura, come sobbalzano dolcemente quando una donna cammina veloce (spesso intenzionalmente) abbronzate, dirompenti, ecc. La lista potrebbe continuare a lungo, ma questa basta per indicare cosa può rievocare nelle menti una parola. Questo vale per moltissime parole e immagini e il sesso funziona egregiamente a questo scopo perchè è la sensazione più gradita dalla maggioranza.
L'accostamento di una bella donna di fianco a una inerte bottiglia di acqua minerale ne incrementa l'acquisto. Le sensazioni che derivano fanno si che si acquisti l'acqua convinti di "acquistare" ciò che la ragazza rappresenta. Una ulteriore illusione in un mondo illusorio. Ed è così che ci viene venduto il mondo in cui crediamo di vivere.
Quella in cui ci troviamo è davvero una prigione molto grande. Le multinazionali della chimica, della farmaceutica, delle derrate alimentari, del mondo della salute e della malattia, del denaro, usano l'illusione per venderci la loro merce e fanno capo ad individui che muovono i fili nel teatrino del mondo, ma sono pur essi prigionieri della grande prigione in cui tutti i giochi, per quanto allettanti e gratificanti servono solo a tenerci molto occupati in modo che non ci vengano in mente strane idee balzane e che qualcuno possa scrivere cose assurde come questa.

di Luciano Gianazza - www.medicinenon.it

francamdar
25-08-2006, 11:43
Uno sviluppo senza futuro (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=1373)
A colloquio con Riccardo Petrella , docente di economia all'Università di Lovanio e promotore del Contratto mondiale dell'acqua
Riccardo Petrella é anche cofirmatario del manifesto di Porto Alegre 2001 Dodici proposte per un altro mondo possibile (http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=217)

Ambiente. Allarme della Banca Mondiale, lo sviluppo fa decollare l'inquinamento (http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=63401) da RaiNews24

Inventare una malattia un modo per fare soldi (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200608articoli/9549girata.asp) di Eugenia Tognotti - La Stampa
LA STRATEGIA DELLE MULTINAZIONALI PER CONVINCERE I POTENZIALI CONSUMATORI E AMPLIARE IL MERCATO DEI FARMACI
"In inglese si chiama «diseases mongering», o mercantilizzazione delle malattie, il frutto avvelenato delle conquiste della medicina occidentale, prigioniera dei suoi stessi successi. Si tratta di un fenomeno che consiste nell’ampliare il mercato di un farmaco, utilizzando la capacità di convincere la gente d'essere malata e spingendola ad esprimere il bisogno di essere curata."

Un piatto di pesce e plastica (http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=2953) di Carlo Petrini - La Stampa (da www.comedonchisciotte.org)
"L’ennesimo grido d'allarme arriva dagli scienziati riuniti a Erice, dove si svolge la 36ª sessione dei Seminari Internazionali sulle Emergenze Planetarie. La notizia preoccupa, generando timore e senso di impotenza: la plastica è entrata definitivamente nella catena alimentare dell'uomo. I contenitori si trasformano, dispersi nelle acque dei fiumi e dei mari, da oggetti innocenti in micidiali veleni, capaci di contaminare i pesci, entrare nella catena alimentare, rilasciare molecole teratogene, provocare malattie."



edit: venerdì 1 settembre

www.carta.org - La decrescita felice (http://www.carta.org/campagne/globalizzazione/decrescita/index.htm)
- decine di articoli - esperienze - appuntamenti - libri - video - cantieri - link (http://www.carta.org/campagne/globalizzazione/decrescita/link.htm)


www.decrescita.it
il manifesto del doposviluppo di serge latouche (http://www.decrescita.it/ilmanifesto.php)

Znet.it (http://www.zmag.org/Italy/)
Campagna per la decrescita (http://www.zmag.org/italy/decalogo-campagna-decrescita.htm)
I primi 10 consigli per entrare nella resistenza con la decrescita

francamdar
20-09-2006, 16:46
aggiornati gli articoli di Leo Hickman (http://www.htita.it/forum/showpost.php?p=277623&postcount=36) (post #36 di questo 3d)
sempre utili, positivi e interessanti


due articoli da www.ecplanet.com

Porti ripuliti e sviluppo (http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/cronache-132/1/0/26415/it/ecplanet.rxdf) di D. Levacher & F. de la Chevalerie
“Porti ripuliti e Sviluppo Sostenibile : la sfida della valorizzazione della melma marina” !

Il Sindaco di Tianjin, il Sig. Dai Xianglong è stato ospite della Camera di Commercio di Parigi lo scorso 15 maggio. Nel corso di questo incontro, egli ha definito le grandi linee d'orientamento della città di Tianjin: l'investimento industriale e l'innovazione tecnologica nel settore portuale. La prossima installazione di un polo tecnologico sarà prioritariamente dedicato allo sviluppo delle attività portuali. Questo nucleo ospiterà non solo imprese ma, allo stesso modo, ricercatori e imprenditori stranieri che abbiano la volontà di creare insieme imprese innovative. Fra i progetti considerati: la valorizzazione della melma marina attraverso materiali di costruzione (riempimento delle strade e dei parcheggi – mattoni – lastroni per rivestimenti e pavimentazioni)." continua>>> (http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/cronache-132/1/0/26415/it/ecplanet.rxdf)



Piano per salvare il mondo 2.0 (http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/cronache-132/1/0/23275/it/ecplanet.rxdf) della redazione ECplanet (http://www.ecplanet.com/)
Fonte: Wired News 22 / Marzo 2006
"Il governo britannico lo scorso mese ha sponsorizzato la pubblicazione di uno studio sull'emergenza dei cambiamenti climatici in cui si sostiene che le emissioni di gas serra devono essere tagliate drasticamente, “qui e ora”. In gennaio, l'ecologista Lester R. Brown ha pubblicato la seconda edizione del suo “Piano B per Salvare il Mondo”. Il Piano originale proponeva azioni concrete per “salvare un pianeta sotto stress e una civiltà in crisi”." continua>>> (http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/cronache-132/1/0/23275/it/ecplanet.rxdf)

e uno dall'economist

Cambio climatico: Il calore aumenta (http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=890) da canisciolti (http://www.canisciolti.info)
Fonte: dall’edizione cartacea dell’Economist del 7 settembre 2006
Traduzione di Alberta Giorgi per Cani Sciolti
"Per la maggior parte della sua storia, il nostro pianeta è stato molto freddo, per i nostri standard, o molto caldo. Cinquanta milioni di anni fa non c’era ghiaccio ai poli e i coccodrilli vivevano nel Wyoming. Diciotto milioni di anni fa c’era ghiaccio spesso due miglia in Scozia e, a causa delle dimensioni delle lastre di ghiaccio, il livello del mare era 130 metri più basso di oggi. Gli studi sugli strati profondi del ghiaccio mostrano che in alcuni luoghi cambiamenti drammatici sono accaduti in tempi molto rapidi: le temperature sono aumentate di circa 20°C in una decina d’anni. Poi, 10.000 anni fa, le fluttuazioni selvagge di temperatura si sono arrestate e il clima si è assestato sulle temperature miti di cui il mondo ha goduto finora. Più o meno in questo periodo, forse per una coincidenza, o forse no, il genere umano ha cominciato a progredire." continua>>> (http://www.canisciolti.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=890)

redde78
20-09-2006, 19:20
Prima di tutto volevo fare i complimenti per la trasmiss...per il 3D molto interessante (:asd:), poi volevo salutare la mamm...ops

a parte gli scherzi, l'argomento è molto interessante e Francamdar è una fonte inesauribile di link (pure troppi :suspi: ) , ma vorrei "buttare lì" qualche osservazione per aprire una discussione:

Io sono favorevole alla riduzione di tutte le schifezze possibili e immaginabili (smog e tutto il resto), ma siamo così sicuri che l'innalzamento delle temperature sia causata esclusivamente o per la maggiore parte dall'inquinamento? D'altra parte, sulla Terra si sono succedute diverse ere geologiche con cambiamenti climatici significativi, anche quando non esisteva l'inquinamento come oggi lo intendiamo noi.

Seconda osservazione)
si diceva che le risorse sulla Terra sono limitate, e che quindi sulla Terra potrebbe avvenire una "reazione" simile a quella di una colonia di batteri: una volta finite le risorse, i batteri muoiono. Vero e sono d'accordo, ma nel nostro caso (esseri umani sul pianeta Terra) c'è almeno una ulteriore variabile da considerare: il nostro pianeta vive grazie all'energia solare, il cui esaurimento non dipende certo da noi.

Terza osservazione)
l'indice FIL sopra citato per misurare la felicità è molto interessante, e mi piacerebbe avere una sorta di classifica dei paesi per capire in che posizione si colloca l'Italia rispetto agli altri.
Tuttavia, come giustamente ha fatto notare Macedone, la stima di tale indice è molto complessa e può risultare anche troppo inprecisa e fuorviante, dato che entrano in gioco numerosi fattori. Come è possibile stimare in maniera abbastanza precisa questo FIL? Che fattori devi considerare? Come fai ad incrociarli? E' comunque un argomento molto interessante...

slaine
20-09-2006, 19:45
su Wikipedia puoi trovare diversi riferimenti, non so però se esistono "studi" sistematici sulla cosa perchè in ambienti accademici si preferisce parlare di Genuine Progress Indicator...

francamdar
21-09-2006, 12:26
un'articolo per me splendido e molto illuminato
(lo riporto per intero per una miliore legibilità)
da meditarci su....
per una decrescita dei nostri modelli.

Tristezza (http://www.radioforpeace.info/articolinuovaera/itapiece191.htm) di Michael Goodspeed - Thunderbolts

""Non esiste alcun psicofarmaco che sia in grado di curare uno stato di depressione le cui cause sono spirituali, perchè il malessere non si origina da una disfunzione del cervello, ma non è altro che una accurata risposta alla dissacrazione della vita" - David R. Hawkins, Potere vs Forza"

Recentemente ho letto un reportage che afferma che per milioni di Americani la solitudine è diventato un problema di salute molto serio. Secondo questo reportage, stiamo assistendo all'emergere del paradosso di una popolazione che è in vertiginoso aumento, e del crescente isolamento sociale a cui molti di noi sono destinati. Adesso l'Americano medio può contare solamente su due amici con i quali si può confidare su questioni importanti, e approssimativamente un quarto di noi non ne ha nemmeno uno. È anche possibile che gli Stati Uniti vengano visti ancora oggi come la Terra delle Opportunità, ma è anche in maniera crescente la terra dei depressi e degli emarginati sociali.

L'ovvia ironia è che un numero sempre maggiore di noi è socialmente isolato nonostante la totale e penetrante diffusione della “comunicazione” elettronica. I telefoni cellulari, le messaggerie, le email e le chat su internet hanno fallito in maniera clamorosa nello svolgere la funzione di sostituti dei veri contatti umani.

Ma perchè siamo tanto soli? Naturalmente la necessità di lavorare, gli obblighi famigliari e le infinite distrazioni dell'intrattenimento ci strappano una gran quantità di tempo che potrebbe essere usato per socializzare. Ma esiste un problema ben più profondo che potrebbe essere la causa che ha spinto molti di noi a rifugiarci nei nostri mondi privati privandoci così di amore e amicizia.

Dal mio punto di vista, la depressione e la solitudine di un numero tanto grande di Americani possono essere inevitabili tanto quanto lo è il cancro ai polmoni per i fumatori. Nessuna cultura che svaluta la vita, l'amore e il significato in maniera tanto profonda come la nostra può dar vita ad una popolazione che si senta felice o unita. Fin dal giorno della nostra nascita, la capacità di amare noi stessi e di relazionarci con gli altri è stata sovvertita da un migliaio di barriere messe in campo dal condizionamento culturale.

Quali sono queste “barriere”? Sono le modalità in cui vediamo noi stessi, gli altri e il mondo circostante, che ci portano a provare un senso di separazione e di solitudine. Una di queste enormi barriere è l'abitudine che abbiamo, basata sul condizionamento, di giudicare. I rispettivi meccanismi dell'educazione, della religione e dei media in maniera diversa ci programmano a giudicare noi stessi e gli altri in una luce profondamente limitata. Quando chiediamo a noi stessi, “Chi sono io? Chi sono le persone che mi circondano?” le risposte che otteniamo sono irrimediabilmente distorte.

Il “giudicare” implica la conoscenza di cosa è giusto” e di cosa è “sbagliato”. Quando ci leviamo a giudicare le altre persone, accettiamo coloro che sembrano “buoni” e condanniamo quelli che ci paiono “cattivi”. Ma qual'è la base sulla quale discerniamo la “bontà” o la “cattiveria” di una persona? Considerate questo esempio: quando un uomo vede una donna giovane e attraente vestita in maniera provocante, tende a sentirsi “bene”. Quando vede una donna anziana senza denti e dai vestiti stracciati, tende a sentirsi “male”. Ha accettato la donna attraente giudicandola “buona” e ha condannato la donna anziana definendola “cattiva”.

L'esempio appena illustrato dimostra che la nostra abituale capacità di giudizio tende ad essere folle e squilibrata. La donna attraente è stata accettata e definita “buona” anche se non ha rivelato niente in superficie che è destinato a durare, che è amabile, significativo, o di alcun aiuto. La donna anziana viene invece condannata e quindi giudicata “cattiva” anche se è “colpevole” di nient'altro se non il declino fisico a cui noi tutti siamo inevitabilmente destinati. Quindi perchè l'uomo crede che la donna attraente gli possa offrire qualcosa, e che la donna anziana invece non possa offrirgli niente? Il suo pensiero è influenzato da qualcosa di molto più profondo di un semplice bisogno biologico. Può solo vedere e sentire nella maniera in cui è stato programmato a fare per tutta la vita.

Tutti noi sappiamo quali sono i valori e le ricompense della nostra cultura: l'attrattività fisica, la statura, il benessere economico, e il potere. I media sono tanto pervasivi che è quasi inevitabile che ci martellino con le immagini di “persone molto speciali” -- attori, cantanti, modelle e atleti che fisicamente sono bellissimi. Veniamo educati ad attribuire valore a noi stessi e agli altri solo sulla base di quello che è transitorio, temporaneo, che non è di alcun aiuto e che non produce amore.

Il sistema di pensiero individuale che viene a crearsi da questi “valori” collettivi può essere solo l'egotismo. La prova di ciò è visibile ovunque. Se recentemente ti è capitato di camminare in un centro commerciale o in un cinema, è probabile che tu ne sia consapevole. I tuoi concittadini probabilmente non ti hanno accolto con lo sguardo degli occhi e con un caldo e largo sorriso. È più probabile che i loro occhi si siano lanciati su di te – sfidando, giudicando, ricercando una “scena” sessualmente attraente, e misurando la “competizione”. O forse ti hanno fissato senza alcuna espressione, senza prestare alcuna attenzione nei confronti della tua presenza. Tu probabilmente ti sei reso conto della impossibilità di stabilire alcuna connessione con loro.

I problemi legati al rampante egotismo per come la vedo sono i seguenti: 1. l'ego non può esprimere “giudizi” che siano fondati sulla verità; 2. l'ego non è capace di amare o di essere amato. L'unica cosa che l'ego può mai sperare è di essere l'oggetto delegato al potenziamento di altri ego. Guardate solamente alla maniera in cui adoriamo gli atleti professionisti. Quando un atleta realizza una buona prestazione, i suoi sostenitori fanno esperienza di un crescente senso di se stessi. Quando invece un atleta realizza una cattiva prestazione, questi stessi fan maledicono il suo nome e si mettono a cercare un altro idolo. A quale persona risulta anche solo lontanamente soddisfacente quel tipo di “amore”? Dov'è il concreto innalzamento del proprio io in tutto questo?

Questi orripilanti giudizi che gettiamo su noi stessi e sugli altri ci stanno conducendo all'isolamento sociale e alla depressione. In forma crescente, vogliamo per noi stessi solamente quelle transitorie qualità di superficie che il mondo definisce “speciali”. E queste sono le sole qualità che troviamo desiderabili negli altri.

Questo bisogno patologico di “essere speciali” è molto più distruttivo della mera vanità o superficialità. È la fonte da cui fuoriesce gran parte della confusione, della follia, e degli omicidi di cui sentiamo parlare nei notiziari della sera. Il bisogno di “essere speciali” dal punto di vista religioso, razziale, o nazionalista ha provocato ben più morte di qualunque altra forza nella storia. Gli Ebrei che odiano i Musulmani e i Musulmani che odiano gli Ebrei sono entrambi rimasti vittime della stessa patologia. Tanto quanto una persona che è stata programmata al solo valore dell'attrattività fisica, questi “combattenti” religiosi e razziali non possono fare esperienza di alcuna vera connessione o di alcun sentimento di amore verso un altro essere umano. L'amore è stato strangolato dai giudizi che sono completamente illusori e condizionati dalla cultura.

Ma la VERA connessione – sia con gli altri che con la propria vera natura – è possibile, e può essere sorprendentemente facile da raggiungere. Tutto ciò che ognuno di noi deve fare è riconoscere di essere completamente insano di mente, e scegliere di non accettare la validità dei suoi abituali parametri di giudizio. Questo comportamento è consigliato da tutti i più grandi maestri spirituali della storia. Gesù ha insegnato che uno deve amare il suo prossimo come se stesso, e amare i suoi nemici e pregare per quelli che lo perseguitano. Budda ha insegnato che la percezione è in grado di vedere solo ciò che è illusione, e che quindi tutti i giudizi devono per forza di cose essere fallaci. Non è chiaramente possibile VEDERE un'altra persona da una posizione di giudizio, che è sempre un'emanazione dell'ego.

Non penso che avrei mai potuto scrivere questo saggio se non mi fosse capitato di camminare con la tristezza al mio fianco. Mi sento più spesso triste di quanto mi senta felice. Ambisco a connettermi con gli altri più di ogni altra cosa sulla Terra. E non provo altro che compassione per i miei numerosi fratelli e sorelle che hanno perduto la capacità di amare e di essere amati. Ma sono pieno di speranza perchè ho compreso che quel primo passo critico che noi tutti dobbiamo fare prima di poter trovare una vera connessione è possibile.

Non sarò mai più tanto stupido da giudicare un'altra persona – o me stesso – sulla base delle mie abitudini di percezione. Conosco molto poco, ma una cosa che so per certo è che la creazione di Dio merita di essere amata. Abitualmente condanniamo gli altri sulla base di quello che vediamo in superficie, ma tutto quello che possiamo VEDERE è il transitorio congegno corpo/cervello/ego che è stato contaminato e degradato dalla programmazione culturale. Ma questo non è quello che una persona è realmente. Non è quello che io sono.

Forse hai scelto di leggere questo saggio perchè il suo titolo riflette la tua condizione. Forse anche nel tuo caso la più stretta compagna è la tristezza. Senza alcuna falsità, senza seguire alcuna strategia o senza alcun sentimentalismo voglio dirti “Ti amo”. Te lo dico solo perchè è una semplice affermazione di fatto. Dio ti ha creato come Amore, allo stesso modo come ha creato me. Se ti guardo negli occhi e ti vedo veramente per quello che sei, vedrò solo me stesso riflesso. Ti amo. Chiunque tu sia, qualunque sia la tua storia, qualunque sia il caso. Ho sprecato anni della mia vita a tentare l'alternativa, ed è troppo doloroso andare avanti in questa maniera.

Possiamo essere amici ancora una volta. Possiamo porre fine a tutta la sofferenza, la tristezza, la violenza e la morte. Possiamo tornarcene a casa. Basta fare semplicemente un piccolo passo. Il primo passo.

Perdonare.




Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info

Fonte: http://www.radioforpeace.info/
Link: http://www.radioforpeace.info/articolinuovaera/itapiece191.htm

redde78
21-09-2006, 14:09
...
Il “giudicare” implica la conoscenza di cosa è giusto” e di cosa è “sbagliato”. Quando ci leviamo a giudicare le altre persone, accettiamo coloro che sembrano “buoni” e condanniamo quelli che ci paiono “cattivi”. Ma qual'è la base sulla quale discerniamo la “bontà” o la “cattiveria” di una persona? Considerate questo esempio: quando un uomo vede una donna giovane e attraente vestita in maniera provocante, tende a sentirsi “bene”. Quando vede una donna anziana senza denti e dai vestiti stracciati, tende a sentirsi “male”. Ha accettato la donna attraente giudicandola “buona” e ha condannato la donna anziana definendola “cattiva”.
...


Scusa franca, non ti offendere, ma questo mi pare una boiata di enorme portata.
Se un uomo trova più attraente una giovane donna invece di una vecchia signora, non penso sia dovuto ad un qualche condizionamento culturale.
Se invece l'uomo dovesse fare un percorso logico del tipo: donna vecchia e brutta --> cattiva solo perchè non ha i denti, allora c'è qualche cosa che non va nel suo cervello. Ma non mi pare che tutta lo civiltà occidentale faccia questo percorso "logico".

Non so te, ma io non mi riconosco per niente nell'articolo che hai appena citato.

francamdar
23-09-2006, 16:00
Scusa franca, non ti offendere, ma questo mi pare una boiata di enorme portata.
Se un uomo trova più attraente una giovane donna invece di una vecchia signora, non penso sia dovuto ad un qualche condizionamento culturale.
Se invece l'uomo dovesse fare un percorso logico del tipo: donna vecchia e brutta --> cattiva solo perchè non ha i denti, allora c'è qualche cosa che non va nel suo cervello. Ma non mi pare che tutta lo civiltà occidentale faccia questo percorso "logico".

Non so te, ma io non mi riconosco per niente nell'articolo che hai appena citato.

ma non mi offendo per niente!!!
provo sempre gratitudine per chi ha una visione diversa dalla mia perchè mi arricchisce e mi fa crescere, mi fa conoscere un'altro punto di vista e mi fa mediare con altri percorsi formativi.

nello scritto di goodspeed, a mio avviso, non c'entrano i condizionamenti della società o delle macrostrutture economiche; mi sembra che il suo esempio (perchè dichiara che quello delle due donne é un esempio) sia rivolto più alle "gabbie mentali" e ai preconcetti che ci costruiamo da noi stessi e che ci impediscono uno sguardo innocente sulla realtà e rapporti di comunione con gli altri (lui dice connessione)

sono contento che non ti ritrovi in questo articolo, significa che ti sei lasciato alle spalle condizionamenti e preconcetti, mi auguro che tu mantenga sempre questo stato.

purtroppo se guardo alla mia storia vedo delle occasioni perse, di rapporti che avrebbero potuto darmi tanto e che non ho permesso a causa di quell'impalcatura di giudizi, convinzioni e miti che mi ero costruito: come vedo che questa sovrastruttura invece di arricchirmi, mi ha condotto spesso all'arrocco, all'isolamento e alla tristezza.

l'articolo mi sembra interessante anche (e per questo l'ho postato in questo topic) come analisi dei meccanismi di consumo, come percorso egotico e di rapporto con il mito; e sull'isolamento ontologico che produce.



PS scusa se rispondo adesso, ma solo adesso ho visto l'aggiornamento del topic.
per farmi perdonare ti dedico questa storiella di silvano agosti
sullo sviluppo e sulla sperequazione delle risorse

Mi ha chiesto, un bambino di sei anni, se mi è capitato di incontrare una persona felice.
Gli ho raccontato la favola del re che sta per morire e il medico gli dice che solo indossando la camicia di un uomo felice potrebbe sopravvivere e guarire.
Allora il re manda i suoi uomini in ogni dove per cercare un uomo felice, ma tutti hanno da fare, tutti sono sposati, quasi tutti fumano, molti sognano di accumulare denaro, insomma i messaggeri del re stanno tornando con la notizia che in tutto il paese non esiste un solo uomo felice. Ma attraversando un bosco sentono una voce limpida che canta un’aria delicata.
Corrono da lui e, dopo aver ricevuto dall’uomo stesso la certezza della sua felicità, gli impongono con le spade sguainate di dare loro la sua camicia.
Ma l’uomo sorridendo dice “Ma io non possiedo alcuna camicia.”
Il bambino mi guarda severo e dice a voce alta
“Ma io ti ho chiesto se tu non hai mai incontrato un uomo felice.”
“Felici non si può essere in un mondo dove muoiono ogni giorno di fame 30.000 bambini come te.”
“E perché non mangiano?”
“Perché non hanno niente da mangiare e allora muoiono.”
“E perché non vanno al Supermercato a comprarsi il cibo?”
“Lì dove vivono loro non ci sono Supermercati.”
“E perché non ci sono i Supermercati?”
“Perché gli abitanti non hanno soldi e nessuno andrebbe a comprare.”
“E perché noi abbiamo i soldi e loro no?”
A questo punto mi è venuto un groppo alla gola pensando che per la prima volta in tanti anni avevo incontrato qualcuno che non smetteva di chiedersi il perché delle cose finchè non fosse arrivata la risposta giusta.
Avrei potuto dirgli “Non hanno soldi perché noi occidentali gli stiamo rubando da alcuni secoli tutte le loro risorse.”
Ma pur essendo questa la verità in cui credo, mi sarebbe parso di profanare l’innocenza dei suoi “perché” con una risposta solo crudamente vera.
Per prendere tempo, visto che poco lontano c’era una gelateria, gli ho chiesto se per caso volesse un gelato.
“Non voglio niente finchè non mi dici perché ogni giorno tutti quei bambini muoiono di fame.”
Ho riunito tutte le mie possibili risorse di innocenza e gli ho detto.
“Muoiono di fame perché nel mondo non esiste neppure una persona felice e quelli che governano il mondo sono più infelici di qualsiasi altro e, come il re della favola moriranno miseramente se non vestiranno ogni essere umano con la camicia invisibile della felicità.”
“E lo faranno?”
“Certo, se non vogliono solo morire…”
“Crema e cioccolato…”
“Cosa?”
“Il gelato.”

francamdar
25-09-2006, 17:25
un libro interessante

Marco Della Luna, Antonio Miclavez,
Euroschiavi - Nuova Edizione Aggiornata e Riveduta
La Banca d'Italia - la grande frode del debito pubblico - i segreti del signoraggio. Chi si arricchisce davvero con le nostre tasse
Pagine 291 - Formato 15x21
Prezzo € 11,47 (invece di 13,50)
www.ariannaeditrice.it


dalla prefazione


Caro Cittadino europeo, sapevi che...?


- Il debito pubblico è fasullo e le tasse che paghi a causa di esso sono illegali e incostituzionali.

- Banca d’Italia S. p. A, autorizzata a creare in modo autonomo denaro dal nulla senza garanzie auree o di altro tipo, è dal 1948 di proprietà privata.

- I suoi azionisti (detti ‘partecipanti’) sono le altre banche e assicurazioni private. Il debito pubblico dello Stato, quindi dei cittadini, nasce nei loro confronti.

- La Banca d’Italia (analogamente alla Banca Centrale Europea) usa un artificio contabile più o meno espressamente legalizzato per camuffare i propri utili, non pagare le tasse su essi dovuti e per non darli allo Stato, come dovrebbe per statuto.

- La Banca d’Italia dovrebbe, per statuto, vigilare sulla correttezza delle altre banche; ma essa stessa è di proprietà di banche private, le quali nominano il suo governatore e i suoi direttori; quindi questi dovrebbero sorvegliare chi li nomina – cosa del tutto improbabile.

- Le tasse vanno in gran parte a pagare il debito pubblico e gli interessi su di esso, quindi finiscono in tasca ai proprietari privati della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea, e non per spese di interesse collettivo.

- Per arricchirli, il debito pubblico viene continuamente fatto crescere – e ciò non solo in Italia e non solo di recente.

- L’organizzazione a monte di questo sistema di potere bancario è internazionale: in quasi tutti gli altri Paesi, infatti, la situazione è simile a quella italiana.

- Tale sistema, di cui i mass media si guardano bene dal parlare (come pure i sindacalisti, i parlamentari, i ministri, i presidenti) ha prodotto nel tempo, e ancor oggi sempre più produce, un enorme e sistematico trasferimento di beni e di ricchezze dalle tasche dei cittadini a quelle dei banchieri, ma anche un trasferimento del potere politico dalle istituzioni democratiche alle mani dei banchieri sovranazionali.

- Il vero potere politico ed economico, a livello mondiale e nazionale, sta in questi meccanismi, ignoti a tutti o quasi; essendo sconosciuti, essi sono ancor più efficaci..

- Il Trattato di Maastricht, l’Euro, la Banca Centrale Europea, sono strumenti di completamento di questo trasferimento.

- La corrente mancanza di denaro, la crisi economica, i fallimenti e le privatizzazioni sono p.i.l.otati da loro attraverso governi a sovranità limitata, e vanno a loro vantaggio.

- La soluzione efficace è ben nota ed è stata ripetutamente proposta: restituire al popolo, quindi allo Stato, la funzione sovrana dell’emissione del denaro, in modo che non si debba più indebitare.

- Il risultato sarebbe: tasse quasi eliminate, denaro a costo zero per lo stato e la Pubblica Amministrazione, economia fiorente; potere politico democratico anziché in mano alle banche.

- Ovviamente, gli unici danneggiati da questa riforma sarebbero i banchieri.

- E’ anche stata proposta una soluzione parziale: la moneta complementare, sull’esempio di migliaia di realtà nel mondo.

- Sono state proposte e talora attuate, nella storia, anche soluzioni globali, e hanno funzionato: l’emissione di denaro da parte dello Stato, direttamente e sovranamente, senza l’inutile intermediario di una banca centrale di emissione.

- Se quanto sopra ti lascia un poco perplesso, continua a leggere, e tutto ti apparirà chiaro...


un brano dal libro -La questione della proprietà della moneta al momento della sua emissione- (http://www.macrolibrarsi.it/speciali/moneta.php) (da macrolibrarsi)


un commento di Piero G. Serra (http://www.ariannaeditrice.it/recensione.php?id_recensione=45) da Diorama Letterario:
Fonte originale: http://www.diorama.it - Diorama Letterario n. 278
luglio-agosto 2006
Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/recensione.php?id_recensione=45



Chi controlla Bankitalia? (http://www.democrazialegalita.it/chicontrollabankitalia.htm) di Marco Ottanelli


letture interessanti sulle monete complementari

I segreti di Gesell (http://www.centrofondi.it/Articoli/Gesell.htm)

Giacinto Auriti: l’esperimento monetario di Guardiagrele (http://www.disinformazione.it/giacinto_auriti.htm)

redde78
25-09-2006, 17:46
PS scusa se rispondo adesso, ma solo adesso ho visto l'aggiornamento del topic.
per farmi perdonare ti dedico questa storiella di silvano agosti
sullo sviluppo e sulla sperequazione delle risorse

Visto che ci siamo, pure io ti dedico una storiella:

Ci sono due amici che parlano di politica e uno domanda all'altro:
"tu sei comunista, ma io voglio cercare di capire veramente cosa significhi essere un comunista"
"beh, se hai dei dubbi, fammi delle domande"
"per esempio, se tu avessi 2 ville enormi, cosa ne faresti?"
"beh, ovviamente, una la terrei per me e una la darei alla collettività"
"e se avessi 2 barche?"
"una a me e una alla collettività"
"e se avessi 2 macchine?"
"una per me e una alla collettività"
"e se avessi 2 biciclette?"
"quelle ce le ho veramente e quindi me le tengo strette!!"

Dampyr
25-09-2006, 17:52
Visto che ci siamo, pure io ti dedico una storiella:

Ci sono due amici che parlano di politica e uno domanda all'altro:
"tu sei comunista, ma io voglio cercare di capire veramente cosa significhi essere un comunista"
"beh, se hai dei dubbi, fammi delle domande"
"per esempio, se tu avessi 2 ville enormi, cosa ne faresti?"
"beh, ovviamente, una la terrei per me e una la darei alla collettività"
"e se avessi 2 barche?"
"una a me e una alla collettività"
"e se avessi 2 macchine?"
"una per me e una alla collettività"
"e se avessi 2 biciclette?"
"quelle ce le ho veramente e quindi me le tengo strette!!"
:D :D :D

francamdar
15-10-2006, 15:25
21 agosto 2006 - La Steorn annuncia: trovata fonte di energia illimitata e pulita.
http://futuroprossimo.blogosfere.it/



La Steorn (http://www.steorn.com/) ,una compagnia Irlandese, ha annunciato di aver prodotto una tecnologia rivoluzionaria basta sull'interazione dei campi magnetici che produce energia pulita, gratuita e illimitata. Non è una cosa da poco: se fosse vero, non dovremmo più ricaricare il nostro cellulare (e l'auto), e non ci sarebbero più emissioni inquinanti. Inoltre, le componenti di questa tecnologia sono già disponibili: presto potremo verificare.

La tecnologia della Steorn sembra violare il 'Principio di Conservazione dell'Energia' (Lo ricordo? 'Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma'), considerato il principio fondamentale sul quale regge l'intero Universo: Steorn ha pagato un annuncio sul The Economist per catturare l'attenzione degli scienziati che si occupano di Fisica Sperimentale e che vogliono accettare la sfida di prendere parte ai test per verificare come viene creata energia illimitata. I risultati saranno pubblicati in tutte le riviste specialistiche del Mondo.

Sappiamo ancora poco, in sostanza,dato che la Steorn ha fatto solo 3 dichiarazioni in relazione a questa tecnologia:

1. La Tecnologia ha un coefficiente di efficacia superiore al 100%

2. La creazione dell'energia non deriva dalla consunzione delle componenti necessarie a produrla.

3. Non c'e' un mutamento dell'ambiente in cui si produce energia (ad esempio il riscaldamento della temperatura).

La somma di queste 3 dichiarazioni è che la tecnologia genera energia illimitata.

Trovo che la cosa sia molto affascinante: Un'azienda giovane costruisce un dispositivo che crea energia pulita e libera per tutti e chiede in modo limpido che questa tecnologia venga studiata da terze parti: è un anno che Sean McCarthy, Presidente di Steorn, sottopone a ristrette comunità scientifiche i risultati dei suoi test privati, ora si è rivolto al The Economist che sta componendo una 'super giuria' di 12 scienziati che analizzeranno in dettaglio il dispositivo.

"Abbiamo scelto di pubblicare la dichiarazione su un giornale Economico e non Scientifico semplicemente perchè vogliamo attirare l'attenzione generale, e mostrare la piena e immediata disponibilità commerciale di questa tecnologia. Durante gli anni del suo sviluppo, questa è stata approvata da vari ingegnieri e scienziati indipendenti. Adesso cerchiamo 12 dei più qualificati e cinici esponenti della Comunità Scientifica Mondiale per formare una giuria indipendente, che testi la tecnologia in laboratori indipendenti e pubblichi i suoi risultati. Non ci facciamo illusioni sul fatto che la nostra proposta riceverà molte critiche, visto che sfida i principi basilari della Fisica. Tuttavia, le implicazioni della nostra scoperta vanno molto oltre la curiosità scientifica: potrebbero risolvere tutte le urgenze mondiali relative all'ambiente e all'energia. La necessità è impellente, ci occorre quanto prima la pubblica approvazione della comunità scientifica".

Successivamente all'approvazione, la Steorn intende fornire la licenza gratuita della sua tecnologia alle organizzazioni del settore energetico che intendono sviluppare progetti di fornitura idrica ed energetica ai paesi del Terzo Mondo: i dettagli verranno annunciati più avanti.

redde78
16-10-2006, 18:19
La Steorn (http://www.steorn.com/) ,una compagnia Irlandese, ha annunciato di aver prodotto una tecnologia rivoluzionaria basta sull'interazione dei campi magnetici che produce energia pulita, gratuita e illimitata. Non è una cosa da poco: se fosse vero, non dovremmo più ricaricare il nostro cellulare (e l'auto), e non ci sarebbero più emissioni inquinanti. Inoltre, le componenti di questa tecnologia sono già disponibili: presto potremo verificare.


Cioè hanno inventato la dinamo? :asd: :asd: :asd:

Scherzi a parte, speriamo in bene :rolleyes:

Altro articoletto del 6 settembre 2006 tratto dallo stesso blog:



L'energia solare costa meno.

La domanda mondiale di energia continua a crescere, e anche il mercato dell'energia solare è atteso da un buon riscatto: Nel 2006 sarà di circa 1 miliardo di dollari, e TRIPLICHERA' nel giro di 4 anni, per attestarsi sui 3 miliardi di dollari nel 2010.

Applied Materials è l'azienda più conosciuta tra quelle che forniscono equipaggiamenti e servizi per la creazione di semiconduttori e pannelli solari, ed ha annunciato nuovi sviluppi tecnologici che permetteranno ai clienti di aumentare la percentuale di energia utile, abbattendo il costo in Watt.

Questa settimana, nel corso della fiera più importante del settore, la European Photovoltaic Solar Energy Conference a Dresda, in Germania, sono stati presentati i prototipi dei pannelli solari di prossima generazione, che producono energia con una combinazione di fotovoltaico e cristalli di silicio.

"L'industria del Solare ha raggiunto il punto che tutti attendevano, quello in cui il tipo di Materiali utilizzati permette l'applicazione dell'economia di scala: aumentano le vendite e si riducono i costi, è così che nascono sistemi avanzati che mettono d'accordo tecnologia, qualità e prestazioni" dice Mike Splinter, Presidente della Applied.

"I nostri prodotti forniranno un nuovo fattore di crescita per la Applied Materials", dice Mark Pinto, Vice Presidente. "Abbiamo costituito un team di industrie che, coordinate da noi e sfruttando la nostra tecnologia sui semiconduttori, potranno permettere ai clienti di passare da centrali di bassa scala (dai 20 ai 40 Megawatt) a sistemi molto più alti, nell'ordine dei GigaWatt": si prefigura quindi la nascita di Centrali Elettriche ad Energia Solare, e non solo dei pannelli sistemati sulle singole abitazioni.

"Noi crediamo che la Applied Materials sia la Compagnia giusta, nel momento giusto, con le giuste tecnologie per dettare la crescita dell'industria del Solare", continua Splinter.

Su questo bisogna puntare: lo sviluppo teconologico e la riduzione dei costi di produzione, in modo tale da produrre nuovi prodotti / macchinari / tutto quel che vuoi, che consumino / sprechino meno risorse / energie ed inquinino di meno.
Si quindi allo sviluppo della tecnologia delle celle fotovoltaicbe, in modo tale che diventi sempre più conveniente costruire centrali solari ma che diventi possibile (economicamente) per tutte le famiglie l'installazione e la manutenzione di pannelli domestici.

Dampyr
16-10-2006, 18:21
Si quindi allo sviluppo della tecnologia delle celle fotovoltaicbe, in modo tale che diventi sempre più conveniente costruire centrali solari ma che diventi possibile (economicamente) per tutte le famiglie l'installazione e la manutenzione di pannelli domestici.
Lo sai vero che le celle fotovoltaiche e le centrali solari non c'entrano niente le une con le altre? ;)

redde78
16-10-2006, 18:32
Lo sai vero che le celle fotovoltaiche e le centrali solari non c'entrano niente le une con le altre? ;)

Il mio era un discorso generale sullo sfruttamento dell'energia solare, quindi rivolto all'uso delle celle fotovoltaiche e non.
Detto questo, non conosco nel particolare come funzioni una centrale solare, ma se non mi sbaglio ha tutta una serie di pannelli che convergono la luce solare verso un unico punto, mentre le celle fotovoltaiche trasformano direttamente la luce solare in energia elettrica...right? ;)

Dampyr
16-10-2006, 18:33
Il mio era un discorso generale sullo sfruttamento dell'energia solare, quindi rivolto all'uso delle celle fotovoltaiche e non.
Detto questo, non conosco nel particolare come funzioni una centrale solare, ma se non mi sbaglio ha tutta una serie di pannelli che convergono la luce solare verso un unico punto, mentre le celle fotovoltaiche trasformano direttamente la luce solare in energia elettrica...right? ;)
Meglio di un libro stampato. :up:

francamdar
24-10-2006, 15:26
http://www.ecplanet.com/pic/2002/09/1031556514/pianeta.jpg


Living Planet Report - wwf
Un Pianeta non basta, l'insostenibile impronta dell'uomo (http://www.wwf.it/news/NewsArticolo.asp?Articolo=24102006_3254.tmp&nArgomento=87&Titolo=Un+Pianeta+non+basta%2C+l'insostenibile+imp ronta+dell'uomo)

Entro il 2050 ci serve un altro pianeta (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/10_Ottobre/24/pianeta.shtml)
Esaurite le risorse se continua l'attuale ritmo di consumo di acqua, suolo fertile e foreste
Classifica: i primi 50 Paesi (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/10_Ottobre/24/pop_risorse.shtml)

Ambiente, Wwf:consumi superano capacità rigenerative della Terra (http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2006-10-24T083923Z_01_SCE428428_RTRIDST_0_OITTP-WWF-RAPPORTO.XML&archived=False)

Apocalisse a Venezia (http://blogs.it/0100206/2006/10/21.html#a5920)
http://blogs.it/0100206/images/global%20warming.JPG

State of the World 2006 (http://www.wwf.it/ambiente/dossier/STATE%202006%20Intro.pdf)

Millennium Ecosystem Assessment (http://www.wwf.it/ambiente/dossier/MillenniumItaliano.pdf)


da prendere molto seriamente :sisi:

francamdar
13-11-2006, 09:32
Il primo «Overshoot Day» fu calcolato il 19 dicembre 1987

Da lunedì la Terra è in «debito ecologico» (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/10_Ottobre/08/ecologia.shtml) da corsera (http://www.corriere.it)

Un parametro che misura il punto
in cui le risorse utilizzate dagli esseri
umani superano quelle che il pianeta
è in grado di produrre



edit:
In Europa mangiamo anche il veleno (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=5526) da www.arianna.it
Esaminati campioni di alimenti comuni in sette paesi europei Europa
La ricerca, durata dieci anni, ha rilevato 119 sostanze tossiche in latte, carne, pesce, pane, olio d'oliva e succhi d'arancia



Il ruolo del denaro (http://www.centrofondi.it/report/report_11_02_06.pdf) report di centrofondi (http://www.centrofondi.it)

Dampyr
13-11-2006, 11:13
In Europa mangiamo anche il veleno (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=5526) da www.arianna.it
Esaminati campioni di alimenti comuni in sette paesi europei Europa
La ricerca, durata dieci anni, ha rilevato 119 sostanze tossiche in latte, carne, pesce, pane, olio d'oliva e succhi d'arancia

Purtroppo avendo un amico che fa analisi di laboratorio ste cose le so.. :(

francamdar
10-12-2006, 17:15
"Euroschiavi" - La grande frode del debito pubblico e i segreti del signoraggio -
Videointervista al co-autore Antonio Miclavez (http://video.google.it/videoplay?docid=8208628600166597158&q=euroschiavi)

smargiasassi
11-12-2006, 11:14
un'articolo per me splendido e molto illuminato
(lo riporto per intero per una miliore legibilità)
da meditarci su....
per una decrescita dei nostri modelli.

Tristezza (http://www.radioforpeace.info/articolinuovaera/itapiece191.htm) di Michael Goodspeed - Thunderbolts
...


riporto un brano della Bibbia che mi ha sempre commosso
Isaia 58 - 6,10

Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.

francamdar
11-12-2006, 17:54
nuovi articoli di Leo Hickman (http://www.internazionale.it/firme/archivio.php?author_id=58)

Leo Hickman
Ha 31 anni ed è un giornalista del quotidiano britannico The Guardian. Nella sua rubrica Ethical living dà suggerimenti ai lettori sulle scelte migliori per rispettare il pianeta. Il suo ultimo libro è A life stripped bare, my year trying to live ethically (2005 Bantam Press).






PS grazie smargia!

francamdar
23-12-2006, 15:01
Crescita e decrescita (http://www.zmag.org/Italy/nebbia-crescitadecrescita.htm)
di Giorgio Nebbia

Le decrescita non è solo critica o una aspirazione etica, ma una necessità biologica.

Gli inviti al cambiamento di produzioni e di consumi, ci sono da tempo. Nel 1970 il biologo Paul Ehrlich scrisse un articolo sulla necessità di una decrescita, in alternativa al dovere della crescita considerato dogma dagli economisti; nel 1972 Nicholas Georgescu-Roegen ironizzò sulle proposte del Club di Roma di arrivare ad una società stazionaria, sottolineando l'impossibilità, proprio per le ragioni biologiche prima esposte, di attuazione di una società stazionaria e la prospettive di una decrescita. ---continua (http://www.zmag.org/Italy/nebbia-crescitadecrescita.htm)

Aethiss
23-12-2006, 23:36
riporto un brano della Bibbia che mi ha sempre commosso
Isaia 58 - 6,10

Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.


Sempre detto che Gesu' Cristo e Marx han professato le stesse cose. :-)

Dampyr
23-12-2006, 23:38
Sempre detto che Gesu' Cristo e Marx han professato le stesse cose. :-)
Peccato che Marx non abbia mai detto niente del genere...

francamdar
24-12-2006, 06:53
Quale futuro per l'«Homo urbanus»? (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=7503)
di Jeremy Rifkin - 20/12/2006


Manifesto ecologico per una Europa diversa (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=7022)
di Denis de Rougemont - 30/11/2006

Aethiss
24-12-2006, 12:35
Peccato che Marx non abbia mai detto niente del genere...


bah, era ovviamente una forzatura. Una battuta sulla divisione dei beni e delle ricchezze vista da uomini OVVIAMENTE che nn han niente a che fare tra loro...
ripeto : "battuta", "forzatura". Niente di serio, a differenza dell'ottima discussione di Francamdar.

francamdar
10-01-2007, 16:29
Due gradi e la terra si ribella (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=2189&ID_sezione=&sezione=) da La Stampa (http://www.lastampa.it)




L’allarme dell’Ue sulla catastrofe climatica prossima ventura: un nuovo studio ma dati conosciuti da tempo. (http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=5263)

http://www.greenreport.it/file/art/foto_5263.JPG

francamdar
19-01-2007, 15:26
dite che prima o poi la capiremo?


qualche notizia degli ultimi dieci giorni:

Neve a Malibu, prima volta in vent'anni (http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2007/01/18/5457175)

(Tempesta) Kyrill devasta il Nord Europa
44 morti, danni per centinaia di milioni (http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/esteri/uragano-kyrill/kyrill-danni/kyrill-danni.html)

neve sulle alpi (bollettino di oggi)
+ Cervinia - Breuil 120 cm
+ Madesimo 110 cm
+ Alleghe 90 cm
+ Champoluc - Monte 90 cm
+ Civetta 90 cm
+ Selva Di Cadore 85 cm
+ Alpe Devero 80 cm
ultime nevicate
+ Funivie Speikb 1 cm (19.1)
+ La Thuile 10 cm (9.1)
+ Cervinia - Breuil 10 cm (8.1)
+ Alpe Cermis 5 cm (8.1)
+ Caspoggio 5 cm (8.1)

temperature oggi
AOSTA 13
L'AQUILA 13
IL CAIRO 19
GINEVRA 11
PARIGI 15
BRUXELLES 15

Ambiente: inquinamento, Apat contro il trasporto privato (http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id=%7B8DA7FD3B-0D9E-4F52-B8A8-99643D8C4AA6%7D)
"l'aria delle citta' italiane continua a essere pessima e non migliora perche' non c'e' verso di ridurre il tasso di sostanze inquinanti come il PM10, il biossido d'azoto e l'ozono. La nuova denuncia arriva dal terzo rapporto Apat sulla qualita' dell'Ambiente Urbano"

Onu: La desertificazione è l'emergenza più grave degli ultimi decenni (http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=137)

Clima, il calore aumenta (http://www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/clima-61/1/0/28650/it/ecplanet.rxdf)

edit: I capricci del clima, i funghi della Sila e il pianeta che verrà
(http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=8028)
per rasserenare gli animi e fuggire l'allarmismo:
Clima nell'antichità (http://www.ecplanet.com/canale/scienza-1/geologia-58/1/0/28645/it/ecplanet.rxdf)

qualcuno, per fortuna, sembra rinsavire... (un'operazione di facciata? della serie: fai tu, così noi poi possiamo lavarcene le mani?)
Clima: Le grandi industrie Usa chiedono a Bush di cambiare politica ambientale (http://www.canisciolti.info/news_dettaglio.php?id=669)
"La Casa Bianca ha confermato che il discorso del presidente delineerà una politica sul riscaldamento globale ma ha detto che Bush resta contrario a porre dei limiti obbligatori alle emissioni di gas a effetto serra. Il Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012, è l'unico patto a livello mondiale che preveda la sottoscrizione di obblighi per ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma Stati Uniti, India e Cina non ne fanno parte. Diversi gruppi e movimenti stanno dedicando particolare attenzione a una politica mondiale sull'ambiente in questo momento.

Il riscaldamento del pianeta è ora al centro della politica estera europea, ha detto ieri un alto diplomatico della Commissione europea. Lunedì, un vertice di leader asiatici si è impegnato a incoraggiare un uso più efficiente dell'energia. I leader di Stati Uniti ed Europa si riuniranno ad aprile per affrontare, tra gli altri, il problema dell'energia al vertice del G8 ai primi di giugno. Molti scienziati prevedono che le temperature saliranno da 2 a 6 gradi questo secolo, soprattutto a causa delle maggiori emissioni di gas a effetto serra prodotte dai carburanti di origine fossile."

francamdar
24-01-2007, 18:58
Il tempo è scaduto di Carlo Bertani

"Sono tutte fandonie, queste! Bella verità! Come se qualcuno volesse sostenere che basta sussurrare una formula magica perché i fiumi tornino agili indietro, il mare, messo in ceppi, diventi inerte, i venti, pur non avendo fiato, soffino, il sole si fermi, la luna sia schiumata come un brodo, le stelle si stacchino dal cielo, il giorno scompaia, la notte prolunghi la sua durata".

Apuleio – Le metamorfosi (o L'asino d'oro) – II sec. D.C.




Fa paura usare quel termine, ed allora ci s’inventa di tutto: Kyrill diventa così una "tempesta", poi un "ciclone". Infine, quando i venti raggiungono i 225 Km/h, si getta la maschera e non si teme più di chiamarlo per quel che è: uragano. Sì, per la prima volta a memoria d’uomo, sul Nord Atlantico si è formato un uragano ed ha attraversato l’intera Europa centrale: non era mai successo.

In passato abbiamo avuto la tempesta Erwin (8 gennaio 2005) che provocò 43 morti in Germania, Svezia, Estonia, Danimarca, Gran Bretagna e Irlanda: il vento soffiò per ore a 180 km all'ora, e tutto ciò avvenne soltanto 2 anni fa. Nel 1999 una violenta bufera s’abbatté sulla Francia e provocò 130 morti, e per trovare un altro disastro simile dobbiamo riandare al 1990, quando una violenta tormenta di neve e ghiaccio colpì soprattutto la penisola iberica.

Apparentemente sono fenomeni analoghi, ma non dobbiamo farci ingannare dalle apparenze: il triste conto dei morti indica sì la violenza dei fenomeni atmosferici, ma le manifestazioni che provocano questi disastri possono essere molto diverse. Anzitutto le temperature: l’evento del 1990 fu una tempesta artica, ossia l’impatto contro il continente europeo di venti che giungevano direttamente dal Polo Nord. Passò quasi sotto silenzio la "strana" nevicata dello scorso inverno a Firenze: non è certo strano che nevichi a Firenze, ma dobbiamo ricordare che le nevicate in quell’area capitano per il passaggio di fronti freddi che giungono dalla Russia, non dall’Atlantico.

Forti perturbazioni che calano veloci dalla Siberia, attraversano le pianure dell’Europa Centrale e si abbattono sull’Italia entrando dalla "porta" triestina non sono certo dei fatti inusuali, e la meteorologia ha registrato quasi tutti gli inverni eventi del genere. Raro è invece che un fronte così freddo parta dalla Groenlandia, riesca ad attraversare l’Atlantico, entri dalla cosiddetta "Porta di Carcassonne" – ovvero la zona pianeggiante che si trova fra i Pirenei ed il Massiccio Centrale francese – superi il Golfo del Leone, le Bocche di Bonifacio e s’abbatta sulla Toscana.

Questo percorso è invece comune per le perturbazioni atlantiche autunnali – difatti, la Lucchesia e la Garfagnana sono state spesso colpite da forti temporali nella stagione autunnale – ma in inverno dovrebbero prevalere le correnti artiche siberiane. Dovrebbero: oramai – come si usa dire – il condizionale è d’obbligo.

Tutta questa vicenda è un susseguirsi di contraddizioni e di domande senza risposte: l’unica certezza è quella spirale inusuale e terrifica, sotto la quale sono morte decine di persone ed intere regioni sono state squassate come nessuno ricorda a memoria d’uomo.

C’è anche un’altra vicenda da raccontare, e non si tratta di un evento molto onorevole per le burocrazie europee. Sembra che tutta la querelle che ruota intorno al mutamento climatico abbia subito un’improvvisa accelerazione: ecco cosa partoriva il Presidente della Commissione Europea – Barroso – soltanto lo scorso 10 gennaio 2007:

"La Commissione europea chiederà un taglio unilaterale delle emissioni di gas ad effetto serra del 30% entro il 2020, con la prospettiva di un impegno di ridurre comunque almeno del 20% tali emissioni rispetto al livello del 1990. Il presidente Jose Manuel Barroso ha detto che si tratta di un segnale chiaro sul futuro del pianeta e sul desiderio di dare una vita decente alle generazioni future. E' un'iniziativa che ci conferisce un ruolo di avanguardia nella lotta al cambiamento del clima. Ricordo che la riduzione del 20% va oltre il doppio dell'obbligo previsto dal Protocollo di Kyoto."[1]

L’Europa pare svegliarsi dalla morfina delle burocrazie di Bruxelles e darsi un colpo di reni: il 20% in meno! Vi pare poco? L’Italia – tanto per citare il nostro paese, ma anche gli altri partner non hanno fatto molto – s’era impegnata a ridurre in un decennio le emissioni di CO2 del 6,5% ed invece le ha aumentate dello stesso quantitativo. D’altro canto: non sentiamo soltanto parlare di "riconversione" di centrali verso il più economico carbone? Oppure si crede di risolvere il problema con il nucleare, dimenticando che gli italiani si sono già espressi in tal senso e che – se anche si decidesse di calpestare quel referendum – per avere centrali nucleari in funzione ci vorrebbe un decennio? Troppo poco e troppo tardi.

L’unica soluzione che è proibito prospettare riguarda le rinnovabili: anche se in Europa ruotano migliaia d’aerogeneratori e l’ENEA ha praticamente concluso la fase sperimentale sul solare termodinamico – la grande intuizione di Rubbia – bisogna tacere ed affermare che Kyrill è un "ciclone extratropicale". Ma che cosa è un "ciclone extratropicale", se non un ciclone od un uragano che si forma ad altre (ed eccezionalmente alte) latitudini? Vogliamo, ancora una volta, fare gli azzeccagarbugli sulla terminologia? Per cinque anni il governo di centro-destra non ha fatto praticamente nulla: l’errore di Matteoli è stato quello voler imporre dall’alto (come per la TAV) tutte le decisioni, senza consultare e contrattare gli interventi con la popolazione. Il nuovo governo ha imboccato una via migliore: i consistenti sgravi fiscali concessi a chi installa collettori solari per l’acqua calda sono un intervento che è sulla buona strada, ma se non s’interviene sui "grandi numeri" della produzione termoelettrica rischia di perdersi come una brezza nell’uragano.

La strana coincidenza fra le esternazioni di Barroso e l’uragano Kyrill insospettisce, e non poco: cos’altro sanno e non ci raccontano? Perché non ci espongono come stanno veramente le cose? Forse perché dovrebbero ammettere di non aver fatto nulla per decenni, d’aver ignorato gli avvertimenti di molti scienziati, d’aver – addirittura – commissionato ricerche "compiacenti" per sostenere che l’aumento delle temperature non era da mettere in relazione con le emissioni di gas serra? Perché tutta questa fretta europea ed il silenzio degli USA, della Russia…praticamente del resto del pianeta?

Lasciamo stare – per ora – le beghe di casa nostra ed osserviamo il problema sotto l’aspetto planetario, perché è oramai evidente che se non ritroviamo una nuova empatia – ossia il profondo senso di solidarietà interno alla stessa specie, e la consapevolezza che gli esseri viventi sono legati fra di loro da legami a volte evidenti, a volte misteriosi ma preziosi – con i traumatici mutamenti del clima in atto si sopravvive o si va a fondo tutti assieme.

Il motivo della fretta europea – ossia chiudere le porte della stalla quando i buoi sono già scappati – si spiega soltanto con l’evidenza che sarà l’Europa in primis a pagare gli effetti di un eventuale, drammatico mutamento climatico, molto di più del resto del pianeta, e chi crede d’essere al riparo dai rischi "scarica" sugli altri gli oneri che inevitabilmente dovremo accollarci per preservare il pianeta. Ci sono evidentemente due linee di pensiero: ad esempio, l’UE teme l’invasione degli OGM, mentre gli USA tentano di farne un grimaldello per dominare l’agricoltura mondiale.

La ragione della strana "fretta" europea nasce tutta da quel fenomeno – praticamente unico su Gaia – che chiamiamo "Corrente del Golfo", ossia quel fiume d’acqua calda che sale dal Golfo del Messico fino alle coste scandinave. Sale: potremmo quasi affermare che saliva.

La quantità d’energia convogliata dalla Corrente del Golfo verso le coste europee è pari a miliardi di volte l’intera energia prodotta dall’uomo con tutti i mezzi: qualcuno ha provato a quantificarla in decine di miliardi di volte, ma sono calcoli abbastanza vaghi. L’unica certezza è che l’Europa gode di temperature medie ben superiori rispetto alle pari latitudini del Canada: sappiamo che il bacino del Mediterraneo gode di condizioni particolarmente favorevoli – quasi un microclima, se paragonato alle dimensioni del pianeta Terra – ma una città atlantica come Bordeaux è sullo stesso parallelo di Halifax, mentre Lisbona è su quello di Filadelfia. Ora, a Bordeaux ed a Lisbona la neve è un fatto abbastanza raro, mentre a Filadelfia hanno spartineve grandi come locomotori ed ad Halifax – d’inverno – il panorama è polare.

Salendo – in Europa – incontriamo le isole britanniche e qui la differenza è ancor più abissale: Londra ed il tiepido Kent sono alla stessa latitudine del Capo Charles e della baia di Hudson, che si trovano a centinaia di chilometri a nord delle grandi città del Canada, ossia già nel pieno regno dei lupi e degli orsi.

Infine, Glasgow, Edimburgo e Copenhagen sono alla stessa latitudine della "Costa del Labrador": luoghi gelidi e disabitati, dove per centinaia di chilometri non s’incontra anima viva.

L’Europa ha quindi goduto per secoli di un colossale vantaggio rispetto alle pari latitudini americane (ed asiatiche): possiamo affermare che il grande sviluppo europeo sia stato catalizzato dalle temperature più miti?

Può darsi, poiché la costa atlantica europea gode di un clima umido e relativamente caldo rispetto a quella americana – e per secoli, non dimentichiamo, l’agricoltura è stata l’architrave dell’economia – ma non cadiamo in queste speculazioni e limitiamoci a riconoscere il fenomeno.

Una cosa assai curiosa è che ci si potrebbe attendere un analogo fenomeno nei mari asiatici: una corrente calda potrebbe risalire dall’Oceano Indiano verso le coste cinesi e giapponesi, ed invece così non è.

Ci sono – ovviamente – anche in quei mari delle correnti calde ma nulla di paragonabile al colossale "boiler" che attraversa l’Atlantico: perché? Nessuno lo sa. La Corrente del Golfo è generata dall’assenza di sbarramenti di isole, dalla rotazione terrestre, da qualcos’altro ancora? Non ha nessuna importanza: basterebbe accettare l’evidenza e non perdersi nei rompicapi che non conducono a nulla. Affermazione eccessiva e nichilista? No: cerchiamo d’evitare le grandi affermazioni di principio e proviamo a ragionare con buon senso.

L’evidenza dei fatti [2] nasce da una semplice considerazione: le temperature medie non salgono ovunque e non incrementano della stessa misura. Nell’emisfero australe, ad esempio, non ci sono variazioni apprezzabili, mentre in quello boreale l’aumento delle temperature varia da circa 1 grado nelle aree meridionali fino a circa 5 nelle regioni polari. Perché? Nessuno lo sa. Quanto ci vorrà per raggiungere quei valori? Dipende. Saranno proprio quelle le temperature o saranno altre? L’aumento delle temperature già oggi presente – nei luoghi dell’orso bianco – provoca effetti disastrosi: si sciolgono quantità enormi di ghiaccio che diventano acqua di mare. Sì, acqua di mare, ma acqua praticamente dolce perché il ghiaccio non include il sale marino.

Queste enormi masse d’acqua relativamente poco salata scendono verso sud ed incontrano le acque calde – ma molto dense perché salate – della Corrente del Golfo. Cosa succede? Anche se più calde (l’acqua calda pesa di meno dell’acqua fredda) le acque della Corrente del Golfo sono più pesanti perché più saline e, quando incontrano le fredde e dolci acque polari, scivolano sotto di esse come noi infiliamo le gambe sotto il lenzuolo quando andiamo a letto.

Dove va a finire l’acqua calda? Torna indietro in profondità verso il Golfo del Messico. Risultato: Più a sud scendono le acque artiche, prima s’arresta la Corrente del Golfo e più energia ristagna nell’Atlantico centrale.

L’errore che potremmo compiere sarebbe cercare di trarre conclusioni certe da questo quadro – accettato dalla gran maggioranza degli scienziati – poiché non sappiamo se il calore che ristagna nell’Atlantico centrale provocherà temperature più miti in Europa o gelerà le coste inglesi per il mancato afflusso della Corrente.

Siamo di fronte ad un fenomeno estremamente complesso e del quale non conosciamo nemmeno tutti gli attributi: come possiamo trarre delle conclusioni sensate? Quello che è certo è che un sistema termodinamico nel quale l’energia aumenta costantemente tenderà a deviare dai sentieri abituali per generare effetti estremi: antitetici o simbiotici, violenti o poco apparenti, ma che si discosteranno sempre di più dalla norma.

L’uomo ha sempre cercato di spiegare gli intimi meccanismi dei fenomeni naturali – chi non ricorda i molti De rerum natura scritti nell’età classica? – ma un conto è cercare di spiegare dei fenomeni, un altro diventare dei saccenti dispensatori di teorie quando non si hanno i mezzi per farlo.

Da molti anni, oramai, il mondo scientifico è attraversato da due correnti di pensiero: coloro che sostengono l’origine antropica dei mutamenti climatici e quelli che, invece, attribuiscono il mutamento a cause naturali.

Notiamo che il mutamento del clima non viene assolutamente negato: sarebbe troppo. Il problema è stabilirne le cause e – siccome nessuno ha sufficienti mezzi per provare la propria tesi – la scienza non ha una voce univoca e certa sul mutamento climatico: afferma che ci sono ipotesi molto fondate, ma non può spingersi oltre. I modelli matematici per lo studio del clima sono estremamente complessi e pieni d’incognite: eventi stocastici (ossia imprevedibili ed estremi) li attraversano, che in matematica conducono ad intervalli dove una funzione è indeterminata. Questa è la principale ragione che "pesa" sull’incertezza scientifica. Su questa apparente ambiguità – ricordiamo che la scienza può spiegare moltissimi fenomeni, ma non tutto – i governi per decenni hanno sguazzato alla grande: gli scienziati non riescono a provare senza ombra di dubbio le ragioni dei mutamenti climatici? E noi dovremmo – sulla base di teorie non provate – mettere a rischio la nostra rielezione "caricando" sull’economia i costi ambientali?

Per tacitare le molte critiche, potremmo firmare un bel protocollo internazionale nel quale c’impegniamo a ridurre le emissioni dannose: come lo chiamiamo? Sì, Kyoto, suona bene, ricorda i ciliegi in fiore del Giappone: anche l’orecchio vuole la sua parte. Applicarlo? Sì, si può, basta che sia "globale". Questa "globalizzazione" delle emissioni dannose ha provocato un fenomeno perverso: le nazioni industrializzate acquistano con quattro soldi le quote di emissione dei paesi poveri (alle quali hanno diritto, ma che non hanno!) e così continuano ad emettere miliardi di tonnellate d’inquinanti nell’atmosfera. Risultato: la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera aumenta regolarmente di 1,5 PPM [3] l’anno ed è giunta a 367 PPM, quando per venti milioni di anni[4] non aveva mai superato le 280 PPM!

Eppure, nonostante l’evidenza di questi inverni oramai "inglesi" anche nell’Europa Centrale, malgrado la crescente desertificazione del Sud europeo, sorvolando allegramente sul fatto che un uragano per la prima volta ha colpito l’Europa, si continua come se nulla fosse a fare previsioni.

Basta sfogliare una rivista o leggere articoli sul WEB per ascoltare saccenti previsioni: il livello dei mari si alzerà di tot…l’anidride carbonica in eccesso sarà assorbita in tot anni dal fitoplancton…la temperatura media dell’Europa Centrale salirà di tot… Addirittura, pochi giorni or sono, l’INPS ha comunicato che – grazie allo "scalone" di Maroni – i conti dell’Istituto sono "a posto" fino al 2050. Ora, se ci fosse una persona su questo pianeta in grado di prevedere cosa capiterà fra 43 anni, credo che dovremmo nominarlo dittatore mondiale ed accettare qualsiasi sua decisione. Allo stesso modo, la TAV sarebbe necessaria "per assorbire i volumi di traffico previsti fra il 2020 ed il 2025": e per quelli del 2019 e del 2026? Ma siamo seri.

Tutte queste sciocche previsioni – sparse a getto continuo dagli stregoni dell’economia e della scienza – servono soltanto per imbonirci e farci credere che tutto è sotto controllo: non temete, riempite il serbatoio dell’auto ed andate a fare shopping all’ipermercato, a tutto il resto pensiamo noi. Vedo e prevedo.

Sembra quasi che i Soloni della scienza e dell’economia si disputino il trono che fu dei profeti: se Malachia – vescovo di Armagh nel IX secolo – ci lasciò un azzeccato epitaffio per ogni papa fino a quelli del nostro tempo, oppure se Nostradamus mescolò in un rompicapo enigmistico le sue Centurie, noi – illuministi e razionalisti – non vogliamo essere da meno. La scienza diventa dunque un'altra volta dogma, poiché torna nuovamente a distribuire affermazioni certe quando non ha i mezzi per provarle compiutamente.

La prossima primavera – se questo inesistente inverno rimarrà tale, ma anche se dovesse fare più freddo non ci sarebbe il tempo per ricostituire le riserve idriche – mancherà l’acqua: non bisogna essere dei profeti per capirlo, visto che già nel 2003 non si riuscirono a riempire come si doveva le risaie del vercellese. Lo scorso anno, abbiamo perduto circa il 30% della produzione agricola padana per mancanza d’acqua: qualcuno ha preso dei provvedimenti? No, ma le previsioni e le esternazioni non mancano.

Noi poveri dementi – che non siamo dotati del crisma della profezia – temiamo che ci stiano raccontando un sacco di balle e lo affermiamo: più del 50% degli italiani – quelli ignoranti, ovviamente, e senza "terzo occhio" – considerano il problema energetico ed i conseguenti risvolti sul clima come la principale priorità che le classi politiche dovrebbero affrontare: lo dicono metà degli italiani, non sarebbe l’ora di chiedersi se sono proprio un branco d’imbecilli? Ah dimenticavo: fra coloro che non sono dotati del sacro dono della preveggenza e che hanno lanciato un forte allarme per la situazione c’è anche Rubbia, premio Nobel per la Fisica. Tanto per non "ficcarlo" d’autorità in mezzo a noi poveri creduloni.

Adesso "è passata la nuttata": verrà un po’ di freddo, forse la neve, e ci dimenticheremo in fretta del vortice di Kyrill, del primo uragano che si è abbattuto sull’Europa

Al prossimo dibattito sul clima – quando cercheranno d’imbonirci affermando che tutto è sotto controllo e che basterà un’Aspirina per guarire la febbre del pianeta – rammentiamo quella terribile spirale, mai vista alle nostre latitudini. Non basta? Chiediamoci allora perché si piantano oliveti in Valle d’Aosta, perché la neve sulle piste è oramai quasi soltanto artificiale, perché il Po d’estate diventa un rigagnolo puzzolente, perché le fonti hanno ridotto del 50% la loro portata, perché…

Vedo e prevedo guai, ma questa non è una profezia: è il trascurato e vecchio buon senso a suggerirlo.

Carlo Bertani

NOTE:

[1] Fonte: ANSA

[2] Fonte: ARPA Emilia-Romagna, Servizio Meteorologico Regionale, febbraio 2001.

[3] PPM: parti per milione.

[4] Il dato è stato ricavato dagli studi sui ghiacci antartici.

apuanista
25-01-2007, 00:58
Certo che il tempo è scaduto!
La cosiddetta " civiltà dei consumi ", come dice il nome, ha come sua prima regola il consumare. Il mondo intero si basa sui consumi (naturalmente i consumi della parte ricca, che decide per l'altra).

Quanto più ci allontaniamo dalle regole della Natura tanto più sarà doloroso ritornare a vivere secondo Natura. Perché è solo una questione di tempo: è vero che si può vivere adottando i migliori comportamenti " ecosostenibili ", ma questi allontaneranno solamente il fatidico momento del collasso planetario.

Il problema è che quando verrà il momento di tornare a vivere secondo le leggi della Natura, l'uomo si sarà dimenticato di come si fa...

francamdar
25-01-2007, 02:05
penso che la vera decrescita non comporti il "tornare indietro" quanto un andare avanti dando alle persone una nuova consapevolezza sul consumo:
per esempio rigettare i prodotti usa e getta, tornare alle logiche di consumo di una volta, quando si diceva "comprare una cosa bella che duri una vita"; se pensiamo a telefonini e computer, mercato dove ogni tre mesi esce un prodotto nuovo che rende superato il vecchio, possiamo comprendere meglio.
decrescita non vuol dire non avere il telefonino, ma comperarlo ogni cinque anni e non ogni otto mesi, per fare un'esempio: alla stessa stregua, preferire il consumo di prodotti locali, diminuire il consumo di carne (una caloria di proteine animali ne costa dieci di energia fossile - vedi sotto).
ricordarsi che mezzo litro d'acqua risparmiato a testa ogni giorno (basterebbe aprire il rubinetto senza raggiungere il massimo flusso che già sarebbero 4/5 litri risparmiati pro capite) moltiplicato per trenta milioni di persone sarebbero quindici milioni di litri risparmiati.
certo a qualcosa bisogna rinunciare, ma secondo me molto poco: tornare a una sobrietà di vita che fino a pochi anni fa era la norma per tutti.


Le lobbies del veleno (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Le-lobbies-del-veleno/1485767//0) - Colloquio con Al Gore

Rivoluzione vegetariana (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Rivoluzione-vegetariana/1484627&ref=hpsp) di Jeremy Rifkin
Il bestiame genera il 18 per cento dei gas serra. Più di quelli prodotti dai trasporti. E occupa il 26 per cento della superficie terrestre: mangiare meno carne aiuterebbe la salvaguardia dell'ambiente

apuanista
25-01-2007, 12:40
Supponiamo che tutti, come giustamente proponi, si comportino in modo da minimizzare al massimo i consumi e riducendo l'usa e getta.
Premesso di voler mantenere l'attuale status di benessere, io credo che il continuo aumento di popolazione e soprattutto l'aumento di coloro che (giustamente) aspirano a vivere secondo le comodità del mondo occidentale, porterà comunque ad un punto in cui le risorse (che non sono infinite) termineranno. E cosa accadrà? Accadrà un qualcosa che ridimensionerà il numero di essere umani, su questo mi pare non ci siano dubbi.
Il ridimensionamento avverrà secondo modalità imposte dagli uomini stessi (dal controllo delle nascite - non credo - alle guerre - più probabile) oppure secondo le leggi della Natura.

francamdar
19-06-2007, 11:29
La scommessa della decrescita (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=11981)
di Serge Latouche - 18/06/2007
da www.ariannaeditrice.it


"L'ecologia e' sovversiva poiche' mette in discussione l'immaginario
capitalista dominante. Ne contesta l'assunto fondamentale secondo cui il
nostro orizzonte e' il continuo aumento della produzione e dei consumi.
L'ecologia mette in luce l'impatto catastrofico della logica capitalistica
sull'ambiente naturale e sulla vita degli esseri umani" (Cornelius
Castoriadis)

Sembra ormai chiaro che oggi viviamo nell'epoca della sesta estinzione delle
specie. Quotidianamente, infatti, si registra la scomparsa di un numero di
specie (tra vegetali e animali) che va da cinquanta a duecento, un dato
drammatico superiore da mille a trentamila volte quello dell'ecatombe delle
ere geologiche passate. Come scrive Jean-Paul Besset: "Dopo l'era dei
ghiacci polari, non c'e' mai stato un ritmo di estinzione paragonabile a
quello attuale". Durante la quinta estinzione, avvenuta nell'era del
Cretaceo 65 milioni di anni fa, si e' prodotta la fine dei dinosauri e di
altri animali di grosse dimensioni, probabilmente a causa dell'impatto della
Terra con un asteroide, ma questi mutamenti sono avvenuti in un arco di
tempo ben piu' lungo rispetto a quello delle catastrofi attuali. Oggi,
inoltre, a differenza delle epoche precedenti, l'uomo e' direttamente
responsabile della "deplezione" in corso della materia vivente e potrebbe
addirittura esserne vittima. Secondo il rapporto di Belpomme sui tumori e le
analisi del rinomato tossicologo Narbonne, la fine dell'umanita' dovrebbe
avvenire ancor prima del previsto, ovvero verso il 2060, a causa della
sterilita' diffusa dello sperma maschile prodotta dall'effetto di pesticidi
e altri Pop o Cmr (i tossicologi definiscono Pop gli inquinanti organici
persistenti di cui i Cmr - cancerogeni, mutageni, reprotossici -
rappresentano la specie piu' "innocua").
Dopo decenni di frenetico spreco, siamo entrati in una zona di turbolenza,
in senso proprio e figurato. L'accelerazione delle catastrofi naturali -
siccita', inondazioni, cicloni - e' gia' in atto. Ai cambiamenti climatici
si aggiungono le guerre del petrolio (alle quali seguiranno quelle
dell'acqua) e probabili pandemie, e si prevedono addirittura catastrofi di
tipo biogenetico. Ormai e' noto a tutti che stiamo andando verso il collasso
definitivo. Restano da calcolare solo la velocita' con cui stiamo
precipitando nel baratro e il momento dello schianto. Secondo Peter Barrett,
direttore del Centro di ricerca sull'Antartico all'universita' neozelandese
di Victoria, "proseguire con questa dinamica di crescita ci mettera' di
fronte alla prospettiva di una scomparsa della civilta' cosi' come la
conosciamo, non fra milioni di anni o qualche millennio, ma entro la fine di
questo secolo". Quando i nostri figli avranno sessant'anni, se il mondo
esistera' ancora, sara' molto diverso.continua>>> (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=11981)

edit:
ancora di s. latouche sempre da ariannaeditrice
Decolonizzare l'immaginario (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=11982)





Bè... C'è di positivo che moriremo tutti un pò più ricchi... :asd: :asd: :asd:
:asd: :asd: :asd:
ma in questo caso non sarà una "grassa" soddisfazione :)

macedone
19-06-2007, 18:58
Bè... C'è di positivo che moriremo tutti un pò più ricchi... :asd: :asd: :asd:

francamdar
18-04-2009, 17:39
I mercati del contadino
Alimentarsi a “Km zero”

Una soluzione utile sia per le nostre tasche che per la salute del nostro pianeta. Spendere meno acquistando prodotti locali.


All’estero, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, i “Farmers Market” sono diffusi già da molti anni. In Italia ci è voluto più tempo ma questa nuova forma di acquisto si sta diffondendo moltissimo, in particolare nell’ultimo anno che ha visto protagonista, nostro malgrado, la pesante crisi economica. È stata per molti una necessità quella di dover risparmiare a tutti i costi, e a farne le spese, con tagli consistenti, è stata proprio la spesa familiare per i generi alimentari. Una soluzione concreta a questo problema è rappresentata da questa nuova forma di acquisto. I Mercati del Contadino rendono possibile l’accorciamento della filiera produttore-consumatore, eliminando gli intermediari e consentendo, in questo modo, un risparmio economico pari al 30%. Ma il vantaggio non è solo questo. Comprare direttamente dal produttore consente di acquistare prodotti freschi, ma soprattutto nazionali se non addirittura regionali. Ed è questo l’aspetto più interessante. Prediligendo i prodotti nazionali di stagione la nostra spesa si trasforma immediatamente in una spesa a “Km zero”. I nostri acquisti divengono sostenibili dal punto di vista ambientale in quanto evitano il consumo di carburante necessario al trasporto della merce di importazione e di rimando contribuiscono a ridurre la produzione di CO2.continua >>> (http://www.rinnovabili.it/i-mercati-del-contadino-alimentarsi-a-km-zero-401474)

smargiasassi
19-04-2009, 14:06
I mercati del contadino
Alimentarsi a “Km zero”

Una soluzione utile sia per le nostre tasche che per la salute del nostro pianeta. Spendere meno acquistando prodotti locali.

già solo acquistare nei mercati rionali, anzichè ai supermercati, consente un notevole risparmio e comunque un sensibile aumento della qualità dei prodotti. ovviamente bisogna sapere cosa si acquista.
io penso che spesso ci sia molta ignoranza (letteralmente): non tutti sanno cosa acquistare e quando. la frutta e verdura di stagione, ad esempio. se ci limitassimo a consumare esclusivamente prodotti stagionali, che in italia fortunatamente sono sempre variegati e buonissimi, sarebbe un grosso passo in avanti.
poi, se ci sono aumenti ingiustificati di alcuni prodotti, non comprarli. se i carciofi questa pasqua hanno costano un botto, mangiamo broccoletti, cicoria, asparagi..... c'è solo l'imbarazzo della scelta!
purtroppo il consumatore ormai fa solo il consumatore e poco l'acquirente consapevole!

francamdar
06-11-2009, 20:30
CLIMA: Chiude Barcellona, ora l'enigma Copenaghen - ANSA (http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/mondo/20091106191534975753.html)

francamdar
25-01-2010, 18:04
http://www.copenhagenscandal.org/





edit:

aggiungo una analisi interessante di Jeff Rubin sul picco del petrolio


Jeff Rubin: una verità scomoda. da petrolio.blogosfere.it (http://petrolio.blogosfere.it/)

Vi consiglio, se sapete l'inglese, di ascoltare questa conferenza (http://www.youtube.com/watch?v=wYuLjGQQ-jg) di Jeff Rubin tenuta al Business of Climate Change Conference in Canada qualche mese fa. Rubin è un economista di fama mondiale, e sentire la sua opinione riguardo al peak oil fa un certo effetto.

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Ad esempio, afferma che il prezzo del barile si manterrà ai livelli attuali solo e soltanto finché rimarremo in uno stato di recessione. Non appena, per qualsiasi motivo e sotto qualsiasi forma, si vedrà una ripresa economica, possiamo prepararci ad un'immediata risalita a tre cifre. D'altronde, per quanto riguarda il petrolio convenzionale siamo già ad una depletion del 6% annuo. continua>>> (http://petrolio.blogosfere.it/2010/01/jeff-rubin-una-verita-scomoda.html)



IIedit:

Jeremy Rifkin sul nucleare

<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/DwoipKWss_I&hl=it_IT&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/DwoipKWss_I&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>

francamdar
17-03-2010, 19:39
Notizie di politica ambientale: La sesta grande estinzione (http://www.franciscansisters.org/italian/jpic/articles/sixth_extinction.htm) da www.earth-policy.org



finalmente comincio a sentir parlare di decrescita in modo più consapevole:

-si parla sempre di meno di tagliare i consumi del terzo mondo e noi "occidentali" continuare a farci i fattacci nostri
-non si parla più di bloccare i consumi, ma di renderli consapevoli,
-soprattutto la decrescita sta prendendo finalmente forma come evoluzione dei processi produttivi a zero impatto ambientale e di sostenibilità delle politiche ambientali dei governi