No.
Non ha senso ragionare ancora come ci fossero le lire, ma visto che il potere di acquisto di un operaio, con la grande truffa dell’euro, è rimasto sostanzialmente invariato, lo farò.
77.450 lire per un biglietto di curva è oggettivamente troppo. Anche 40 euro sono troppo.
Nel 2007 il biglietto di curva per una partita di Champions League per Roma/Real Madrid costava 19 euro e nel giro di dieci anni i nostri stipendi non si sono duplicati.
Quindi 40 euro per Roma/Atletico Madrid mi sembra veramente eccessivo, soprattutto ove si consideri che lo Stadio Olimpico è sempre lo stesso, la visibilità è sempre pessima, i servizi interni sempre abbastanza scarsi e l’atmosfera decisamente calata dopo il trauma delle barriere e della gestione sceriffesca dell’ordine pubblico. Se a ciò aggiungiamo che quella frase a noi “anta” assai nota, vale a dire “esclusa la zona di Roma” è ormai nel dimenticatoio e la partita viene trasmessa sia su Sky (costo abbonamento mensile 29,90 € più televisore in regalo) che su Canale 5, la frittata è fatta e si hanno 36.064 spettatori per la partita contro la seconda squadra d’Europa.
C’è, però, un “ma” grande come una casa.
Perché, se è indubbio che il costo è esagerato, soprattutto se parametrato al costo medio dei biglietti praticato dai grandi club d’Europa che praticano prezzi inferiori per stadi che allo Stadio Olimpico stanno come gli All Blacks alla squadra di rugby sotto casa mia, è anche vero che una via di uscita c’era: l’abbonamento alle prime tre partite di Coppa.
Noi tifosi di un certo tipo abbiamo sempre guardato un po’ di traverso i cosiddetti “occasionali”, vale a dire quei tifosi che compaiono solo a Roma/Manchester United o a Roma/Barcellona, magari con il figlio con la maglia di Messi, rivendicando la nostra costante presenza allo Stadio Olimpico.
Quindi, ferma restando l’eccessività del prezzo, questa è una misura che scongiura la presenza di tifosi occasionali, visto che una famiglia di quattro persone per poter vedere, male, una partita in una curva con una atmosfera assai ridotta rispetto a una qualsiasi partita di coppa degli anni ’80-’90-’00, dovrebbe spendere 160 euro e ovviamente non lo fa.
Appurato questo c’è però da chiedersi: è giusto? La nostra fidelizzazione alla Roma – intendo dire allo Stadio – è avvenuta con un abbonamento o in modo occasionale, con un biglietto random acquistato da nostro padre o da un amico? Personalmente una delle prime partite che vidi ad età pienamente consapevole, 12 anni, fu una amichevole in notturna con il Bayern Monaco nel 1978 (2-0, Casaroli, Casaroli) e quel prato verde illuminato fu folgorante per il prosieguo della mia storia di romanista. Se quel biglietto fosse costato l’iradiddio, mio padre non mi ci avrebbe portato e chissà se la molla sarebbe scattata.
A chi si punta? Appurato che abbiamo una base di tifosi da stadio ormai ridotta a circa 30mila unità (quando eravamo 50mila solo pochi anni fa, e la pay per view già c’era), come si pensa di conquistare nuovi tifosi?
I nuovi tifosi sono forse quelli che vedo in Curva Nord, vale a dire comitive di americani e nord europei che mettono lo Stadio Olimpico insieme ai pub tour della Capitale? In 12.600 ci siamo abbonati alla Champions e siamo in pochi.
Non vale il discorso della infrasettimanalità, visto che si gioca alle 20.45 sempre, mentre negli anni passati (stra-passati) un Roma/Colonia si giocava a stadio strapieno alle 14.30.
La passione (degli altri) è calata, le comodità e le distrazioni sono di più che in passato, i bambini e i ragazzi hanno altro da fare: per farli attirare da uno stadio ci vuole un cambiamento radicale che non è certo quello tirato fuori dal cilindro dalle Istituzioni con la “maniacale, sistematica ricerca della legalità” che fa multare per 168 € un ragazzo che magari si arrampica su una transenna per far fare il tifo.
Ma non è neppure quella del caro prezzi: un ragazzo di 18 anni che prende 20 € di paghetta a settimana, 40 € per vedersi una partita non li ha. E quello è un ragazzo perso. Punto e basta.
Ritengo poi doverosa una segnalazione: un ragazzo diversamente abile di Tivoli, regolarmente abbonato in Tribuna Tevere, in occasione di Roma/Verona è dovuto tornare a casa in quanto i parcheggi per chi è svantaggiato, fino a ieri presenti all’interno dello Stadio dei Marmi, sono stati spostati in altro luogo assai più lontano, senza che la macchinetta elettrica posta a disposizione fosse attrezzata al trasporto di persone con simili deficit. La prossima volta che accade me lo carico sulle spalle e ve lo porto in Tribuna d’Onore. Altro che politically correct.